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Chip, ecco la joint venture tra Stellantis e Foxconn

Il gruppo italo-francese entra nel business dei semiconduttori insieme alla multinazionale taiwanese. L’obiettivo: assicurarsi il design di chip essenziali per la corsa all’elettrificazione della flotta. La produzione verrà appaltata ai più grandi produttori del settore. Un altro accordo che segnala una de-globalizzazione selettiva…

Stellantis N.V. e Hon Hai Technology Group (Foxconn) hanno annunciato la creazione di SiliconAuto, una joint venture al 50% tra le due aziende dedicata alla progettazione e alla vendita di una famiglia di semiconduttori all’avanguardia da fornire all’industria automobilistica, compresa Stellantis, a partire dal 2026.

La joint venture è il risultato di un memorandum d’intesa del dicembre 2021 tra Stellantis e Foxconn per lo sviluppo di una famiglia di semiconduttori per applicazioni automobilistiche, tra cui i chip al carburo di silicio che vedono aziende europee come STMicroelectronics, Infineon e le americane Wolfspeed e Global Foundries tra i principali chipmakers per vendite a livello globale.

L’accordo mette insieme due realtà molto diverse, ma che l’integrazione tra digitale e mobilità renderà sempre più compatibili sul mercato. Foxconn International Holdings Lts, nota anche come Hon Hai Tecnology Group, è una multinazionale taiwanense nota per essere il più grande produttore mondiale di componenti elettronici per OEM, con un valore di mercato di circa 78 miliardi di dollari taiwanensi. Il titolo è quotato presso la borsa di Taiwan, Hong Kong e Londra. Il gruppo, leader mondiale nella produzione di componenti elettroniche, produce su contratto per altre aziende tra cui Amazon, Apple, Dell, HP, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia (solo per il mercato cinese), HMD Global, Sony, BlackBerry e Xiaomi.

Ma perché fondare una società dedicata ai semiconduttori? L’origine dell’accordo risale al periodo pandemico, un contesto di forte stress lungo la supply chain e che aveva causato gravi problemi di approvvigionamento e ritardi sulle consegne di auto per i produttori mondiali.

Seppur il contesto della catena di approvvigionamento sia migliorato – secondo l’ultimo rapporto di Afs, società specializzata sull’industria dell’Automotive a livello globale, ripreso dal Sole 24 Ore, i vincoli logistici e il controllo delle scorte continueranno a moderare le prospettive complessive per quest’anno, con una previsione di calo delle vendite, dovuta ai chip e basata sulle attuali condizioni di mercato, abbassata per il 2023: 2,6 milioni di veicoli stimati, contro i poco meno di 6 milioni effettivi tra il 2021 e oggi (la stima era di circa 11 milioni) – la lezione del Covid-19 sulla logistica just-in-time e la crisi dovuta alla guerra in Ucraina, oltre alle crescenti frizioni geopolitiche tra Usa e Cina, hanno spinto i principali OEMs ad investire lungo una filiera strategica, per una fornitura affidabile di chip e materie prime.

La joint venture combinerà le capacità di sviluppo e l’esperienza di Foxconn nel settore ICT con la profonda conoscenza di Stellantis delle diverse esigenze di mobilità in tutto il mondo. SiliconAuto fornirà ai clienti un’offerta di semiconduttori incentrata sull’industria automobilistica, che vedrà aumentare considerevolmente il numero di funzioni e moduli controllati da computer, in particolare quelli necessari per i veicoli elettrici.

Un incontro, quello tra digitalizzazione ed elettrificazione delle flotte automotive, che aumenterà il peso specifico di chip e materie prime per i produttori. Secondo uno studio del 2021 di IDTechEx, una società di consulenza con sede nel Regno Unito, alcuni veicoli elettrici richiedono una quantità di semiconduttori da due a tre volte superiore rispetto ai tradizionali veicoli con motore a combustione interna, a seconda del modello. Secondo McKinsey, quindi, la domanda di semiconduttori è destinata a superare l’offerta nel settore automobilistico nel breve termine, con alcune case automobilistiche che hanno già ordinato semiconduttori in eccesso nel 2022 per soddisfare le esigenze di produzione. Il rapporto aveva previsto che l’offerta sarebbe rimasta probabilmente limitata a causa dei bassi margini di profitto per i semiconduttori specifici per l’auto, rendendo l’iniziativa di Foxconn e Stellantis particolarmente rilevante in questo segmento di mercato.

“Stellantis beneficerà di una solida fornitura di componenti essenziali, fondamentale per alimentare la rapida trasformazione software-defined dei nostri prodotti”, ha dichiarato Ned Curic, Chief Technology Officer di Stellantis in un comunicato stampa. “Il nostro obiettivo è costruire veicoli che si connettano senza soluzione di continuità con la vita quotidiana dei nostri clienti e che offrano funzionalità leader della categoria anche dopo anni di vita.”

I prodotti di SiliconAuto supporteranno le future esigenze di semiconduttori di Stellantis, Foxconn e altri clienti. Tra questi, STLA Brain, la nuova piattaforma software di Stellantis con capacità di aggiornamento over-the-air. Stellantis ritiene di poter generare circa 23 miliardi di dollari di ricavi aggiuntivi dal software per veicoli entro il 2030. STLA Brain svolge un ruolo importante in queste aspettative, insieme a STLA SmartCockpit e STLA AutoDrive.

SiliconAuto avrà sede nei Paesi Bassi. Il team di gestione comprende dirigenti di entrambi i partner fondatori. Stellantis fornirà input a SiliconAuto per abilitare e fornire le funzionalità necessarie ai futuri veicoli elettrici a batteria e alle piattaforme della flotta Stellantis. Oltre a SiliconAuto, Stellantis e Foxconn hanno costituito la joint venture Mobile Drive, che si concentra sullo sviluppo di abitacoli intelligenti abilitati dall’elettronica di consumo, interfacce uomo-macchina e servizi.

Stando a quanto rivelato dalle aziende, SiliconAuto non produrrà direttamente i microprocessori per l’industria automobilistica, ma il suo compito sarà quello di progettare sistemi elettronici la cui produzione verrà poi affidata ad aziende specializzate (con molta probabilità, guardando ai chipmakers europei o taiwanesi).

Sebbene Stellantis non sia affatto alla guida della transizione globale verso i veicoli elettrici a batteria, negli ultimi mesi ha fatto grandi passi avanti, nonostante i tentennamenti pubblici del suo CEO Carlos Tavares. Il cambiamento di atteggiamento dell’azienda è diventato più evidente lo scorso autunno, quando il responsabile di Stellantis Europe, Uwe Hochschurtz, si è distaccato da Tavares affermando: “Il popolo ha deciso: saremo puramente elettrici”.

Terza casa automobilistica del mondo in termini di fatturato, la holding con sede in Olanda ha indicato a maggio che, con la riduzione della carenza di semiconduttori, le vendite di automobili ne hanno beneficiato nel primo trimestre dell’anno: nel caso di Stellantis, le vendite di auto elettriche dell’azienda sono aumentate del 22% su base annua da gennaio a marzo e il gruppo prevede di avere 47 modelli completamente elettrici entro la fine del prossimo anno.

Una collaborazione, quella tra Stellantis e Foxconn, che dimostra quanto sia difficile nel settore dei semiconduttori correre da soli, specialmente per catturare tutte le opportunità che quest’ultimi consentono nei settori a valle di una catena del valore che vedrà sempre più integrati digitale, mobilità, software e hardware.



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