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Una civiltà, prima che un club, l’Europa secondo Meloni (da Chisinau)

Il summit della Comunità politica europea ha visto riuniti in Moldavia 45 leader, tra cui il presidente ucraino, per definire il nuovo perimetro dell’azione Ue: non solo tarata sul futuro (Kyiv), ma anche sul presente (allargamento a est). “Dobbiamo respirare con due polmoni, quello occidentale e quello orientale”

Cita San Giovanni Paolo II, a proposito di soggetti protagonisti e potenziali comparse, il presidente del Consiglio nel suo intervento a Chisinau. E lo fa per definire indirizzi e proiezioni, ma senza dimenticare il punto di partenza: l’Europa è una civiltà, prima di essere un club. Così Giorgia Meloni al summit Epc in Moldavia, alla presenza di 45 leader europei tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tre le priorità significative: Ucraina, Balcani, Africa ovvero l’Europa deve guardare a Est e a Ovest nel processo di integrazione, deve continuare nel sostegno all’Ucraina a 360 gradi e finché sarà necessario e non deve dimenticare l’Africa.

Ucraina & Balcani

Mentre i combattenti volontari filo-ucraini hanno dato fuoco a diversi edifici nella città di confine di Shebekino, Giorgia Meloni ha scelto il termine ricongiungimento per cerchiare in rosso gli obiettivi del vertice. Ovvero non solo una vera apertura a quelle nazioni che europee sono e europee vogliono essere a 360 gradi, come Ucraina, Moldavia, Georgia, Balcani occidentali, ma nella consapevolezza che non si tratta di ingresso “ma di un ricongiungimento all’Ue”, che l’Italia sostiene.

Per cui ribadisce il supporto all’Ucraina per tutto il tempo necessario, anche se trasferendo formalmente al prossimo vertice Nato di Vilnius il tema vero e proprio dell’adesione di Kiev. “Siamo qui per ricordare che non permetteremo di mettere in discussione i principi di libertà e uguaglianza” su cui si fonda la civiltà europea; quei valori che “chi vuole riportarci agli anni più difficili del secolo scorso ha pensato di distruggere”.

Africa

Il passaggio sull’Africa è stato affrontato dal premier con un passo indietro, ovvero ricordando la provenienza della comunità in cui gli stati membri si trovano oggi: “L’Europa non è solo un club, non è solo regole e interessi, ma soprattutto e prima di tutto, è una civiltà fondata sull’idea che gli uomini siano liberi e uguali”. Il riferimento all’Africa, su cui insiste il raggio d’azione del Piano Mattei, è connesso evidentemente all’emergenza immigrazione, risolvibile “solo se aiutiamo quelle nazioni, c’è molto lavoro da fare, ma dobbiamo farlo se vogliamo un’Europa che, dopo essere stata protagonista del passato, sia protagonista anche del futuro”.

Della questione Meloni ne ha discusso a margine del vertice in occasione del trilaterale con Mark Rutte e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I Paesi Bassi condividono con Roma l’esigenza concreta di affrontare alla radice la questione, anche in considerazione dell’aumento delle richiesta provenienti dalla Tunisia, dossier che verrà trattato nel prossimo Consiglio Europeo che si terrà a fine giugno.

Il punto caldeggiato dal premier è che i Paesi africani che non devono essere vittime della “narrativa del ‘West and the rest'”.

@FDepalo


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