Il patron di Twitter ha lanciato l’idea, quello di Meta ha risposto “presente”. Prima si pensava a un incontro a Las Vegas, poi è stata lanciata l’ipotesi del Colosseo, prontamente smorzata dal governo italiano che ha negato di aver suggerito la location. Fatto sta che tra i due non corre buon sangue e di motivi per risolvere la questione ce ne sarebbero
Esiste una “possibilità che ci sia un combattimento al Colosseo”. Chissà se Elon Musk lo abbia scritto su Twitter solo perché folgorato dalla bellezza di Roma, dove è stato qualche giorno fa per incontrare i vertici del governo italiano, oppure se faccia davvero sul serio. Quella che sembrava essere una normale diatriba social tra il patron di Tesla e quello di Meta, Mark Zucherberg, si sta trasformando in qualcosa di grosso. Anzi, grossissimo. Tanto che i media statunitensi avevano rilanciato la notizia di un possibile combattimento tra i due miliardari proprio nell’anfiteatro Flavio, su proposta del nostro Esecutivo. Subito dopo è arrivata però la rettifica da parte del Ministero della Cultura. “Non c’è stato alcun contatto formale né tantomeno alcun atto scritto. Anche se la notizia appare gustosa, è infondata”, sostengono dal Mic.
“Il Colosseo viene concesso, non da oggi, per eventi a pagamento di alto profilo quasi sempre a scopo benefico. Ogni richiesta viene valutata attentamente dalla direzione del Parco archeologico che ne verifica la compatibilità ai fini della tutela del sito e non compete all’organo politico. Quanto accaduto questa mattina è l’ennesima dimostrazione che il patrimonio culturale italiano è al centro dell’interesse mondiale”. Detto ciò, “se Zuckerberg e Musk volessero esibirsi nel Colosseo dovrebbero dare vita a una sfida che si concluda con un abbraccio. E magari sarebbe meglio una sorta di certamen, un duello a colpi di versi in latino. E dovrebbero assicurare un congruo contributo economico da devolvere alla tutela dei beni storico-artistici italiani e magari una quota all’Emilia-Romagna”. La storia sembrerebbe dunque chiusa, ma rimettiamo insieme i pezzi.
L’idea era nata dopo che Musk si era detto pronto a “un combattimento in gabbia” per risolvere le loro questioni personali (quindi professionali), prontamente accettato da Zuckerberg entusiasta al solo pensiero. “Indicami un posto”, gli aveva risposto. Entrambi praticano stili di lotta – karate e judo il primo, jujitsu brasiliano il secondo – e pertanto si era iniziato a insinuare il dubbio che facessero sul serio. Nessuno ha d’altronde smentito, anzi era stato il tycoon di Pretoria a suggerire la Vegas Octagon, il ring dell’omonima città del Nevada che ospita l’Ultimate Fighting Championship (Ufc). “La storia parla da sola”, ha spiegato a mezza bocca un portavoce di Meta. Sono seguiti giorni di curiosità, per vedere se la questione avesse o meno un seguito. L’idea di spostarla al Colosseo l’ha fatta tornare in primo piano su tutte i siti, nonostante il freno messo da Roma.
Il pomo della discordia nasce dalla competizione sfrenata dei due multimiliardari. Quello che più infastidisce Musk sono i piani di espansione da parte del rivale Zuckerberg – mentre lui annuncia tagli di personale e cambiamenti radicali che scontentano gli utenti – che vorrebbe lanciare un’alternativa a Twitter, da chiamare Threads (noto dentro Meta come Project 92). “Sono sicuro che il pianeta non veda l’ora di stare tutto sotto il controllo di Zuckerberg senza altre opzioni”, è stato il commento del fondatore di Space-X. The Verge aveva spifferato come l’ideatore di Facebook fosse “seriamente intenzionato a combattere” e fosse solo in attesa di conoscere meglio i dettagli di dove si sarebbero dovuti incontrare.
Sebbene la storia si porti dietro un gran fascino, appare francamente difficile che i due si possano incontrare su un ring e sfidarsi a mani nude. Sarebbe di certo l’evento più seguito dell’anno – per non esagerare – ma, insomma, non sarebbe di certo un bell’esempio. Ciononostante, di motivi per cui sfidarsi ne avrebbero eccome.
Non c’è solo la reciproca aspirazione che li porta a scontrarsi continuamente, ma anche un passato turbolento. Come raccontato in un articolo apparso sul Wall Street Journal, Musk non ha mai tollerato la facilità con cui il rivale si sia arricchito con il social network, mentre lui era intento a progettare razzi e macchine elettriche. Sono seguiti poi casi più concreti e palesi. Nel 2016 proprio un razzo di Space-X avrebbe dovuto trasportare nello spazio un satellite di Facebook, garantendo la connessione a gran parte dell’Africa sub-sahariana, ma non ne fece nulla in quanto il razzo esplose alla partenza, deludendo il giovane Mark. Un anno dopo Musk si era rivolto a Zuckerberg dicendogli che aveva “una comprensione limitata” dell’Intelligenza Artificiale. Infine, era stato il capo di Meta a domandare alla giornalista americana Kara Swisher se Musk “fosse pazzo”. Una domanda “giusta allora e ancor di più adesso”, ha spiegato la diretta interessata rivelando l’aneddoto.
A smorzare i toni è stata anche la madre di Musk, che da bravo genitore ha cercato di far ragionare il figlio. “Non scherziamo”, ha twittato una settima fa, “combatti solo con le parole. [Seduto] Sulle poltrone. Quattro piedi di distanza. Il più divertente vince”. E forse, al miliardario conviene ascoltare il consiglio. Non solo perché Zuckerberg è dieci anni più giovane, ma anche perché quest’ultimo continua a praticare esercizio fisico, vincendo anche un oro e un argento alla sua prima gara. “Non mi alleno quasi mai, tranne che per prendere i miei figli e lanciarli in aria” ha invece confessato Musk. Anche se “ho una mossa che chiamo The Walrus: mi sdraio sul mio avversario e tu non si può muovere, ma rimane bloccato”. Oggettivamente, sarebbe una scena fantastica anche solo a immaginarla.