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Cosa si sono detti Meloni e Mitsotakis ad Atene

Sui flussi confermata la linea comune: solo una politica migratoria europea integrata può rappresentare la risposta utile ad una sfida epocale. Sullo sfondo la prossima partita delle elezioni europee e il ruolo di Roma e Atene

La visita in Grecia di Giorgia Meloni ha assunto un portato altamente denso se rapportato al numero di dossier sul tavolo, nella consapevolezza che il progetto del premier italiano resta quello di rafforzare la rete di relazioni con il cosiddetto fronte sud, proprio al fine di trovare soluzioni concrete a problemi epocali come migranti ed energia.

Qui Atene

Dopo la presenza a Caivano, il presidente del Consiglio è volato ad Atene ospite a cena del premier greco Kyriakos Mitsotakis, con cui le affinità, politiche e strategiche, si ritrovano sull’energia: la cooperazione energetica infatti si lega al gas, al porto di Alexandroupolis, e alle interconnessioni, come il cavo sottomarino Ionian, che collega Crotone con Preveza, al fine di migliorare la connettività internazionale della Grecia, posizionando il paese come hub regionale delle telecomunicazioni.

Entrambi hanno concordato la convocazione in Italia del Consiglio supremo di cooperazione tra Grecia e Italia nella prima metà del 2024 accanto all’espansione delle già forti relazioni Grecia-Italia, con Roma che è partner principale dell’Egeo anche grazie al lavoro svolto dalla Camera di commercio Ellenico-Italiana di Atene, fondata nel 1952, e alla presenza di solide realtà italiane in terra ellenica, come Snam, Italgas, Fs, Finmeccanica. 

Sulla questione della migrazione entrambi i leader hanno confermato una linea comune: solo una politica migratoria europea integrata può rappresentare la risposta utile ad una sfida epocale e ciò comporta una rigida sorveglianza delle frontiere e un’altrettanto rigida lotta contro le reti di trafficanti. In parallelo è emersa l’esigenza che le nuove regole fiscali europee escludano dal computo dei deficit degli Stati membri i costi della difesa, altro versante su cui Italia e Grecia possono fare di più.

Qui Bruxelles

Appare evidente che, al di là di temi legati alla contingenza come migranti, energia e guerra in Ucraina, vi sia da affrontare il dossier legato alle elezioni europee e alla ratio con cui comporre la nuova Commissione europea. La questione ufficialmente non è stata affrontata ad Atene, ma è noto da tempo che uno dei Paesi più determinanti all’interno dei nuovi meccanismi del Ppe è la Grecia, non fosse altro perché esprime il segretario generale del partito, Thanasis Bakolas, e perché il partito al governo di Nea Dimokratia vanta una solida relazione personale con Manfred Weber.

Ciò per dire che le interlocuzioni che vogliono una possibile alleanza tra popolari del Ppe e conservatori di Ecr è in discussione da tempo, ma al contempo si ragiona sulla possibilità di far rimanere sotto traccia tali dinamiche al fine di valutare quali saranno i risultati elettorali delle urne europee. Solo a quel punto sarà possibile, numeri alla mano, verificare direzioni e indirizzi. Ad oggi la certezza è rappresentata dal fatto che il Ppe, anche grazie alla presenza al vertice del governo italiano del presidente di Ecr, può aspirare a guidare una commissione europea non più di larghe intese ma politica, nata sull’alleanza di centrodestra.

Scenari

Che le politiche da attuare siano condivise tra i leader lo dimostra, una volta di più, la posizione espressa dal numero uno del Partito popolare europeo Manfred Weber sul Mediterraneo: due giorni fa è tornato sul punto, sottolineando che l’Ue dovrebbe ripensare il suo approccio al fronte sud dopo aver effettuato una visita di due giorni in Tunisia, passaggio questo più volte citato sia da Meloni che da Mitsotakis, con il premier italiano che si è speso in prima persona per corroborare su Tunisi una strategia unitaria e davvero europea, come dimostrano le visite strutturate nel Paese.

Temi che, tra l’altro, saranno discussi in questo fine settimana al meeting di Ecr organizzato a Reggio Calabria dal titolo “Quando cresce il Sud, cresce l’Italia, cresce l’Europa”, alla presenza di Antonio Giordano, segretario generale dell’Ecr Party e di esponenti del governo e di FdI come Raffaele Fitto, Francesco Lollobrigida, Nello Musumeci e Maria Elvira Calderone, Andrea Delmastro, Wanda Ferro, Patrizio Giacomo La Pietra, Nicola Procaccini, Carlo Fidanza, Chiara Colosimo, Giovanni Donzelli, Denis Nesci.



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