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Un luogo per il superamento della troppa divisività

Da molto tempo, e ancor più oggi, la “divisività” è una sorta di metastasi diffusa sia nella classe politica che in vari altri ambiti di questo Paese. Per superarla bisogna attingere al meglio della storia e della cultura politica, cercando di irrorare di questi aspetti la vita politica e culturale d’Italia. L’intervento di Luigi Tivelli, presidente della Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini

L’Academy Spadolini di cultura e di politica, per la quale non a caso nell’ultimo articolo da queste colonne si è evidenziata l’attualità per la società italiana di concetti quali quelli del riformismo immobile del “feudalesimo di ritorno”, individuati circa 40 anni fa da Guglielmo Negri, nell’ultima riunione del suo vertice allargato ha scelto di definirsi e di essere riconosciuta come: “l’Academy della Repubblica, per superare la divisività, il fazionismo e il populismo”.

L’Academy è nata, infatti in memoria di uno statista ed intellettuale che fu anche un grande storico e uomo di cultura come Giovanni Spadolini, per recuperare il senso della memoria storica e per contribuire a superare il divorzio fra cultura e politica.

E proprio da questi aspetti è emerso che da molto tempo, e ancor più oggi, la “divisività”, cioè il cercare le ragioni che dividono invece di quelle che uniscono, è una sorta di metastasi diffusa sia nella classe politica che in vari altri ambiti di questo Paese. E che per superarla bisogna attingere al meglio della storia e della cultura politica, cercando di irrorare di questi aspetti la vita politica e culturale del Paese. A questi fattori si aggiunge il populismo, che tra l’altro contribuisce a depistare l’attenzione di parti significative della classe politica e dell’opinione pubblica dai veri problemi del Paese.

Nelle ultime settimane, con l’emergere forte della questione israeliana e mediorientale, un quadro in cui c’è già l’altro fronte di crisi della guerra in Ucraina, c’è stata quasi una sorta di controprova. Mi sembra di poter dire infatti che per certi versi e per certi aspetti si è in parte attenuata la tradizionale divisività che segna il modo di far politica in Italia, cosi come improvvisamente si sono un po’ silenziate le sirene del populismo e il gioco delle troppe fazioni in campo. Non si sa però fino a quando. Visto che più o meno forzate contrapposizioni continuano sopra e sotto la cenere.

Proprio a segnare la ricerca, la tendenza a trovare le ragioni che uniscono invece che quelle che dividono, avendo come faro l’interesse superiore del Paese, l’Academy Spadolini coinvolge uno spettro largo di personalità e culture politiche, alcune delle quali si sono aggiunte nelle ultime settimane.

Per evidenziare in primo luogo il ruolo dei “grandi vecchi”, che compongono l’Academy, dall’ex premier Lamberto Dini, al presidente del Censis e grande sociologo di cultura cattolica Giuseppe De Rita, all’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, si sono aggiunte personalità come Joseph La Palombara, già per molti anni preside di Scienze politiche a Yale, Giuliano Urbani, già autorevole ministro e collega di Spadolini alla facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri di Firenze. Si è aggiunto poi con forte motivazione all’Academy una personalità cone Gianfranco Fini, già Vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e presidente della Camera, che volentieri convive anche con personalità della sinistra come Flavia Nardelli Piccoli, già presidente della Commissione Cultura per il Pd della Camera, con cui condivide sia un forte senso della memoria storica, sia una ricerca di contributi per superare i veri mali del Paese. Non meno significativa è la recente adesione di Giuseppe Pecoraro, già Prefetto di Roma e attualmente Commissario di governo per la lotta all’antisemitismo.

L’Academy è fondata soprattutto sul dialogo intergenerazionale, infatti a figure di “grandi vecchi” si aggiungono molti docenti, alti magistrati e professionisti dell’età di mezzo e soprattutto molti giovani qualificati under 35 attratti per non poca parte dall’impegno per recuperare il senso della memoria storica e per superare la divisività. In questo quadro della ricerca soprattutto di valori e fattori che uniscono, i prossimi impegni di qui a fine anno dell’Academy, saranno un evento sul “Piano Mattei per l’adozione e l’affido dei bambini africani”, l’avvio di docenze nelle maggiori facoltà della Sapienza, un evento insieme all’Istituto Dorso presieduto da Luigi Fiorentino (autorevole esponente dell’Academy) sul nodo delle classi dirigenti del Mezzogiorno e dell’attuazione del Pnrr, e un evento per il rilancio dell’esigenza di un “patto sociale”, inteso anche come tentativo di risposta alla troppa divisività e all’eccessivo gioco di fazioni.

Tutto questo sarà accompagnato, così come era proprio della figura di Giovanni Spadolini, ad un’azione di rilancio dei valori del merito e della concorrenza. È proprio sulla base del valore e del fattore del merito che sono selezionati larga parte dei componenti dell’Academy, a partire soprattutto dai giovani. Nel quadro di un panorama politico ed una sorta di cultura politica diffusa, con una impronta troppo divisiva, ci permettiamo di rilevare e di sottolineare l’importanza e la rilevanza di un soggetto che produce cultura e cultura politica cercando di diffondere i valori che uniscono rispetto a quelli che dividono.

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