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La Cina provoca, le Filippine rispondono con nuove armi ed esercitazioni (con gli Usa)

c130j30 super hercules

Le crescenti provocazioni cinesi nei suoi confronti hanno spinto Manila a prendere provvedimenti. Mentre si rivede il piano d’acquisizione di sistemi bellici, aumentano i ritmi delle esercitazioni congiunte

Nel Mar Cinese Meridionale, Manila non intende assumere un ruolo passivo di fronte alle crescenti provocazioni di Pechino. La Repubblica Popolare Cinese non si limita infatti a commettere atti di carattere aggressivo nei confronti dell’isola di Taiwan, ma anche verso altri stati che si affacciano su questo quadrante marittimo. Come il Vietnam, la Malesia, il Brunei o, appunto, le Filippine.

In particolare, ad animare le ostilità tra i due paesi asiatici è il Second Thomas Shoal (noto in cinese come Renai Reef, e come Ayungin in filippino), un atollo dell’arcipelago delle Spratly sotto il controllo di Manila (è infatti sito all’interno della sua Zona Economica Esclusiva) su cui Pechino vorrebbe mettere le mani. Motivo per cui più di vent’anni fa le Filippine hanno deciso di far arenare sulla striscia di terra una nave da guerra.

Una decisione che però non si è rivelata sufficiente a deterrere la Cina dal compiere azioni molto provocatorie, come l’ostacolare l’afflusso di rifornimenti alla postazione militare speronando le navi che battono bandiera filippina, come acacaduto la scorsa domenica o come successo poche settimane fa nelle vicinanze dell’atollo di Scarborough, altro lembo di terra filippina che Pechino reclama come sua. In questo incidente sono state riportate anche alcune vittime.

In risposta all’accrescersi di atti ostili, il governo delle Filippine ha deciso rafforzare le sue capacità militari, ridando slancio al programma di ammodernamento delle sue forze armate e conducendo esercitazioni congiunte con gli alleati nella regione.

L’ammodernamento militare

Il quindicennale programma di riarmo delle forze armate filippine è giunto alla sua terza fase, ufficialmente nota come “Horizon 3”, che si estenderà cronologicamente dal 2023 al 2028. Le fasi precedenti hanno avuto risultati limitati a causa delle contrazioni al budget (“Horizon 1” ha raggiunto solo il 10% degli obiettivi prefissati tra il 2013 e il 2018, mentre per “Horizon 2” la percentuale si attesta al 53% tra il 2018 e il 2022). Ma l’accrescersi della minaccia cinese ha spinto il governo di Manila – che nel frattempo ha cambiato colore e tono nei confronti di Pechino – a cercare di moltiplicare gli sforzi per potenziare il proprio apparato militare.

“Dobbiamo riorganizzare la strategia […] perché i vecchi paradigmi potrebbero non essere più validi” ha dichiarato al riguardo il segretario alla Difesa Gilberto Teodoro.

Numerosi i tipi di sistemi d’arma che si prevede di fornire alle forze armate di Manila grazie ad Horizon 3: dai jet da combattimento multiruolo ai radar, dai sistemi missilistici agli elicotteri, e la prima flotta di sottomarini del Paese. fino a due fregate aggiuntive della classe “Jose Rizal” e alla una flottiglia di sottomarini, la prima nella storia delle Filippine. A questa lista già sostanziale si aggiungono una serie di acquisizioni estere: tre C-130J-30 Super Hercules sono stati ordinati e saranno consegnati nel 2026, secondo un comunicato stampa di Lockheed Martin, mentre a dicembre l’esercito filippino dovrebbe ricevere dall’India due unità missilistiche BrahMos. E ancora, altre cannoniere classe “Acero” dovrebbero essere consegnate l’anno prossimo nell’ambito di un accordo con Israele, mentre nello stesso periodo due nuove piattaforme portuali da sbarco dovrebbero arrivare dall’Indonesia. E dalla Corea del Sud due corvette tra il 2025 e il 2026, e sei navi da pattugliamento offshore nel 2028.

Manila sta accelerando i suoi piani di acquisizione, con la legislatura che ha stanziato 45 miliardi di pesos (793 milioni di dollari) in spese per la difesa per il 2024. I senatori hanno espresso il loro sostegno all’approvazione di bilanci supplementari per l’intelligence e per l’acquisizione di materiale legato alle operazioni nel Mar Cinese Meridionale. Nella sua forma attuale, Horizon 3 necessita di 500 miliardi di pesos distribuiti nei prossimi sei anni, ma non è chiaro come il governo intenda finanziare il programma.

Accanto al programma di acquisizione, anche le esercitazioni militari congiunte sono state oggetto di attenzioni da parte dell’apparato militare filippino. Dopo che nella primavera di quest’anno si è tenuta la più grande manovra di sempre con gli Stati Uniti (nota come “Balikatan”), pochi giorni fa si è svolta invece l’edizione annuale di “Sama Sama”, giunta alla sua settima edizione: la particolarità di questa simulazione è che si focalizza su minacce “non tradizionali”. Degno di nota, il fatto che Sama Sama sia avvenuta quasi in contemporanea con “Blue Sword-2023”, l’esercitazione congiunta che ha visto le flotte di Araba Saudita e Repubblica Popolare incrociare insieme nei pressi delle coste della mainland cinese.



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