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Mille giorni di Tap. La spinta dell’Azerbaigian e il ruolo dell’Italia

Il ministro dell’Energia azero, Parviz Shahbazov, a Formiche.net: “Il Tap rappresenta sempre un cuscino di sicurezza per i nostri partner europei e spero che siano consapevoli dell’importanza di intensificare gli sforzi per lo sviluppo di questo progetto”. Secondo focus sul peso specifico di Baku, sia inteso come apporto energetico dato al Vecchio continente (prima e soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina), sia come prospettiva di sviluppo “orizzontale”

Mille giorni di Tap sono un traguardo, tecnico ma soprattutto politico, che rappresenta una straordinaria occasione di riflessione: sia sulle motivazioni che hanno condotto alla creazione di un’infrastruttura oggi sempre più strategica, sia sul peso specifico di un Paese, l’Azerbaigian, che si conferma pivot nella macro area di appartenenza e, di riflesso, negli equilibri del vecchio continente. I numeri di questi tre anni di attività legata al gasdotto inducono ad una doppia consapevolezza: l’energia, sin da prima dei conflitti dell’ultimo decennio, è tema prioritario nei processi decisionali dei paesi e, a maggior ragione dopo il combinato disposto pandemia-invasione dell’Ucraina, quelli che sono stati gli sconvolgimenti mondiali non possono che essere decrittati con lo strumento dell’analisi energetica, al fine di stabilire nuove rotte per paesi e comunità (anche imprenditoriali). E il ministro azero dell’Energia, Parviz Shahbazov, parla a Formiche.net di Tap come di un cuscino di sicurezza. Secondo focus sul peso specifico di Baku, sia inteso come apporto energetico dato al vecchio continente sia come prospettiva di sviluppo ‘orizzontale’.

L’Europa e il Tap

Il Trans Adriatic Pipeline è parte del cosiddetto Corridoio Meridionale del Gas, che veicola il gas naturale dal giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan in Europa. Fino ad oggi sono stati trasportati in Europa circa 26 miliardi di metri cubi di gas. Connettendosi alla frontiera ellino turca con il Trans Anatolian Pipeline, il Tap si immette nel nord della Grecia, in Albania e quindi in Adriatico fino alle coste pugliesi, abbracciando una serie di paesi (e di players) che compongono il quadro d’insieme a cavallo tra Europa e Caucaso.

Di fatto il gasdotto, oltre ad avere un apporto oggettivo e fondamentale da un punto di vista tecnico, rappresenta un’infrastruttura politica che unisce gli interessi non solo di quei paesi che ospitano i tubi, ma di tutti quelli che ne colgono i benefici “allargati”. Inoltre all’interno del processo di transizione energetica il Tap è elemento che incarna un “tassello fondamentale per la sicurezza energetica dell’Italia e dell’Europa, il processo di espansione della capacità di Tap si inserisce in una dinamica articolata e in costante evoluzione, che vede da un lato la giusta necessità di favorire la transizione energetica verso la neutralità carbonica e, dall’altro, l’esigenza stringente di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, a prezzi competitivi”, come sottolineato all’Italian Energy Summit 2023 da Luca Schieppati, managing director Tap. Ovvero sicurezza e transizione energetica sono passaggi che, grazie al gasdotto in questione, possono procedere di pari passo.

Baku prima e dopo il Tap

Gas, idrogeno, biometano, elettrificazione delle centrali di compressione sono la fotografia istantanea del primo step, che fino a cinque anni fa non era affatto scontato considerata l’ampia stagione di contestazioni alla costruzione dell’opera, con oggettive intromissioni esterne. La premessa da fare, però, tocca l’aspetto geografico: la posizione dell’Azerbaigian è assolutamente peculiare nello scacchiere non solo euro-caucasico, ma mondiale, dal momento che si affaccia sul Mar Caspio, assieme a Russia, Iran, Kazakistan e Turkmenistan dove nei fondali è presente il 46 per cento delle riserve mondiali di gas.

Dunque lo status europeo di Progetto di Interesse Comune certifica che il Tap è stato ritenuto un corridoio energetico prioritario dall’Unione europea per il conseguimento degli obiettivi di politica energetica. Questo risultato, conseguito prima della guerra in Ucraina, dopo la crisi energetica sviluppatasi nel corso dell’ultimo anno e mezzo è stato ulteriormente valorizzato e oggi non solo il Tap è fondamentale, ma il ruolo energetico dell’Azerbaigian cresce esponenzialmente, offrendo al contempo a un paese come l’Italia la possibilità di accrescere in loco (e nella macro area caucasica) il proprio peso specifico e la propria rete di partnership.

Oltre il gas

Baku inoltre ha tutte le carte in regola per trasportare idrogeno lungo il Southern gas corridor (Sgc), il sistema di condotte costituito dai 3 rami (South Caucasus Pipeline, Trans-Anatolian Pipeline, e Tap), come osservato più volte dal direttore generale della società Sgc Cjsc Afgan Isayev. Il passo è interessante, non fosse altro perché spinge verso una transizione caratterizzata da tecnologie marcatamente green. La prospettiva ora si chiama raddoppio: lo scorso febbraio il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in occasione dell’incontro del Corridoio Meridionale del Gas a Baku ha manifestato il forte interesse del governo italiano al raddoppio del gasdotto, che potrebbe trasportare fino a 20 miliardi di metri cubi l’anno.

Parviz Shahbazov

“Tap è un progetto strategico che diversifica l’approvvigionamento energetico dell’Europa nei momenti più difficili, garantendo un approvvigionamento ininterrotto di gas naturale da una fonte affidabile – spiega a Formiche.net il ministro dell’Energia azero, Parviz Shahbazov – Lavorando a pieno regime in brevissimo tempo, lo scorso anno Tap ha aumentato la fornitura di gas all’Europa del 40% arrivando a 11,4 miliardi di metri cubi. Oltre l’84% di questo volume, ovvero 9,6 miliardi di metri cubi, è toccato solo all’Italia. Tap ha già dimostrato di essere un progetto che contribuisce alla disponibilità di energia e alla protezione dell’ambiente oltre a servire la sicurezza energetica. Tap ha la prospettiva di fornire gas azerbaigiano a più di 10 Paesi europei e lo sviluppo di questo progetto è necessario per la sicurezza energetica sostenibile. Il piano “REPowerEu”, così come il documento aggiornato di partenariato strategico tra l’Ue e l’Azerbaigian nel campo dell’energia, sottolinea il rafforzamento del ruolo di Tap, e oggi stiamo lavorando per aumentare la fornitura di gas naturale all’Europa. Tap rappresenta sempre un ‘cuscino di sicurezza’ per i nostri partner europei e spero che siano consapevoli dell’importanza di intensificare gli sforzi per lo sviluppo di questo progetto”, conclude.

(Qui il primo focus su Italia e Azerbaigian)

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