Dal Congresso astronautico di Milano ai rover su Marte, passando per le missioni della New space economy e il G7 a guida italiana sul futuro delle orbite, il 2024 si prospetta per il nostro Paese davvero come un anno spaziale. Airpress ne ha parlato con il direttore generale dell’Agenzia spaziale italiana, Luca Vincenzo Maria Salamone
Il 2024 è stato presentato come l’anno spaziale dell’Italia. Dalle missioni che vedranno la partecipazione del nostro Paese, a partire dalla missione Axiom 3 alle prospettive di esplorazione umana della Luna e Marte, passando per le missioni robotiche dei pianeti. Oltre alle iniziative oltre l’atmosfera, anche sulla superficie terrestre non mancano gli appuntamenti: a marzo ci sarà il primo incontro del G7 a guida italiana dedicato allo spazio, mentre a ottobre ci sarà il Congresso astronautico Iac a Milano, in attesa di una data per la bilaterale con gli Usa annunciata nel corso dell’ultima Giornata dello spazio. Airpress ne ha parlato con Luca Vincenzo Maria Salamone, direttore generale dell’Agenzia spaziale italiana dal 15 novembre 2023.
Direttore, che anno si prospetta per l’Italia stellare?
Certamente l’anno appena iniziato si presenta con un anno molto dinamico per l’Italia in ambito spaziale e vedrà l’Agenzia spaziale italiana particolarmente coinvolta a livello nazionale, europeo e internazionale. In tal senso, ci stiamo preparando per affrontarlo al meglio affinché possa dare al comparto spazio e al sistema-Paese grandi soddisfazioni.
L’Asi sarà fortemente concentrata a proseguire e portare al perfezionamento varie attività nazionali, tra le quali ritengo particolarmente importanti quelle relative al Pnrr. Sono progetti che, per loro natura, hanno obiettivi molto stringenti in termini di prestazioni e soprattutto di tempi di completamento. A livello europeo, l’Asi sarà attiva nel presidio dello sviluppo dei programmi dell’Esa, allo stesso tempo continueranno le attività volte a favorire la migliore e maggior partecipazione della comunità spaziale nazionale ai programmi della Ue (per esempio Galileo, Copernicus, Ssa, Govsatcom, Iris2, Horizon Europe).
L’anno si apre subito con il volo di una nuova missione umana nello spazio, Axiom mission 3 (Ax-3). Missione molto europea e tanto italiana con il colonnello dell’Aereonautica militare Walter Villadei che eseguirà a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss) diversi esperimenti dell’Asi. Aspettiamo il ritorno al volo di Vega C per giungere a ottobre con lo Iac2024 a Milano, il congresso mondiale di astronautica che vede l’Asi tra i propri organizzatori. Concluderemo con i sessant’anni dal lancio del primo satellite italiano, il San Marco, il 16 dicembre. Questo solo per citare le tappe principali che ci attendono.
Il ritorno sulla Luna, inoltre, vedrà già prima delle missioni Artemis l’invio di rover e sonde per lo studio della superficie del nostro satellite, indispensabile per la comprensione dell’ambiente lunare in ottica della realizzazione di una base permanente sulla sua superficie. L’Asi è all’avanguardia in questo campo, con la realizzazione a Torino di un Centro di Simulazione e Controllo Missioni Robotiche Lunari. Quali saranno i compiti del centro, e quali i suoi obiettivi strategici?
Per ogni missione lunare, robotica o con equipaggio, è essenziale fornire una serie di servizi e tecnologie trasversali che riducono i rischi, incrementano l’operatività e permettono alle diverse missioni nell’ambito del programma Artemis di usufruire di una infrastruttura comune. Questa è proprio la caratteristica del programma Artemis per ottenere sostenibilità e sinergie tra i vari Paesi partecipanti.
L’Italia – grazie all’esperienza e al ruolo ormai acquisito per l’Iss – mira a fornire al nuovo programma lunare diversi servizi mediante l’utilizzo anche di infrastrutture a terra e in orbita lunare. Tra queste, il centro di simulazione e test per le missioni lunari e gli sviluppi del Gps lunare previsto da Nasa e Esa. In tal senso, il centro torinese sarà fondamentale per verificare le varie componenti delle missioni sulla Luna in un ambiente peculiare e per ottimizzare le operazioni robotiche sulla base di scenari diversi nel corso degli anni. Ogni anno sulla Luna avremo servizi e infrastrutture diverse e ogni missione dovrà integrarsi contemporaneamente come utente di questi servizi e come contributore di operazioni e sviluppi in sito.
La Luna, poi, è solo il primo passo verso Marte. L’obiettivo di raggiungere il Pianeta rosso dipenderà ancora di più dalla sua esplorazione attraverso sonde e sistemi autonomi. Quali saranno le principali iniziative italiane all’interno dello sforzo verso Marte?
Nel programma Artemis è già previsto che ogni sviluppo sia in qualche modo orientato alla sperimentazione sulla Luna e al suo possibile riutilizzo su Marte. La Luna sarà anche una palestra per prepararsi alle missioni umane su Marte. Moon to Mars è ormai un vero requisito e non solo un motto per le missioni Artemis. Ed è anche il nome, non a caso, di una mostra itinerante dell’Asi.
Il nostro Paese vanta molte esperienze con Nasa ed Esa su tecnologia, payload e strumentazione di osservazione tramite sistemi radar e ottici. Ora il primo obiettivo è quello di ripartire con la missione Exomars, vittima dello stop imposto dal conflitto Russo-Ucraino. Ciò sarà possibile utilizzando un nuovo sistema di discesa (grazie a un accordo Nasa/Esa che ha nella parte europea la leadership italiana) che porterà il rover Rosalind Franklin sulla superficie del Pianeta rosso. Il rover avrà il compito di scavare, con un trapano realizzato in Italia, il suolo di Marte a due metri di profondità alla ricerca di tracce di vita passata o presente.
In generale, comunque, nel panorama su Marte, l’Asi è presente e finanzia una serie di ulteriori iniziative di carattere scientifico–tecnologico dedicate allo studio di Marte. Iniziative che ci vedono protagonisti nelle missioni internazionali avviate già a inizio millennio e in quelle future.