Decine di progetti guidati da un cappello chiamato middle corridor: non solo la possibilità di connettere più aree divenute ormai strategiche, ma creare opportunità per le imprese europee e italiane. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina si è reso necessario recepire rotte alternative tra l’Europa e l’Asia
Non solo Africa, ma anche Asia: i 10 miliardi di euro annunciati in occasione dell’Investors Forum rappresentano il primo tassello di quel Global Gateway che punta ad allacciare Vecchio continente e bacino asiatico, nella consapevolezza che le mutate condizioni economiche e geopolitiche a quelle (e a queste) latitudini non possono rimanere senza una contromossa politica. In questo senso il Trans Caspian Transport Corridor che collega Europa e Asia centrale è parte strategica di una nuova era, con l’Italia molto interessata.
Premessa
La premessa da cui il Forum degli investitori è partito è che, in base ad un paper del giugno 2023 in cui si analizzavano i collegamenti di trasporto sostenibili tra Europa e Asia centrale, guidato da Bers e Commissione europea, è emersa un’esigenza di 33 progetti infrastrutturali e 7 azioni chiave, tramite cui migliorare le reti di trasporto trans-caspiane. Su questa strategia progettuale si è concentrato, tra le altre cose, anche il secondo forum economico Ue-Asia centrale, che si è svolto nel maggio scorso in Kazakhistan.
Middle Corridor
Decine di progetti, dunque, guidati da un cappello chiamato middle corridor: non solo la possibilità di connettere più aree divenute ormai strategiche, ma creare numerose opportunità per le imprese europee ed italiane. Appare evidente che, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, si è reso necessario recepire rotte alternative tra l’Europa e l’Asia che non presentino punti di contatto con Mosca. In questo senso l’integrazione regionale di aree che, progressivamente, hanno accresciuto specialmente nell’ultimo decennio il proprio speso specifico, con una innovativa connettività dei trasporti rappresenta l’optimum.
Global Gateway intende così ridurre la disparità di investimento a livello mondiale e promuovere connessioni intelligenti, mobilitando fino a 300 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati fino 2027. La prospettiva è quella di volumi di interscambio commerciale lungo il middle corridor che potranno essere triplicati da qui a sei o sette anni.
I fondi
Sono stati siglati dal vicepresidente della Bei, Teresa Czerwińska, alcuni protocolli d’intesa per un totale di 1,47 miliardi di euro con i governi di Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan, e con la Banca di sviluppo del Kazakistan. Da un lato le garanzie necessarie saranno fornite dalla Commissione europea, dall’altro la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) ha dato vita ad un memorandum ad hoc con il Kazakistan da 1,5 miliardi di euro con progetti già in preparazione per lo sviluppo complessivo della connettività dei trasporti nella regione dell’Asia centrale. Significa che la fase operativa del progetto è avviata e certifica il ruolo che il Kazakistan può recitare.
Il ruolo del Kazakistan
Punto nevralgico di questa sorta di rivoluzione infrastrutturale lungo l’asse Europa-Asia è il Kazakhstan, un Paese che sta costantemente vedendo aumentare la propria centralità in un’area dove coabitano interessi e potenzialità diversificate come l’energia, le terre rare, la diplomazia, ragion per cui l’Italia punta a rafforzare una cooperazione che si sta facendo sempre più multilaterale. La recente visita a Palazzo Chigi del Presidente della Repubblica del Kazakhistan, Kassym-Jomart Tokayev, dimostra il grande interesse dei due paesi a moltiplicare i propri rapporti dal momento che lo stato asiatico estende la propria rilevanza dal Mar Caspio fino al confine con Cina e Russia, per questa ragione è molto attenzionato.
Da poco inoltre è stato aperto il primo Istituto Italiano di Cultura in Asia, a suggellare una relazione che sta progressivamente crescendo e che presenta ulteriori potenzialità. Non solo l’Italia è il primo acquirente di greggio kazako, con quasi il 28% del totale esportato, ma il Kazakhstan è sotto la lente di ingrandimento del governo italiano anche perché ha mutato la consistenza delle proprie alleanze, essendo venuto meno il principale riferimento, la Russia. L’interscambio record del 2022 tra Roma e Astana da 4,5 miliardi lo dimostra.