L’impiego dei sistemi difensivi occidentali da parte delle forze armate ucraine per difendersi dai sistemi russi più innovativi permette al loro algoritmo di raccogliere dati e di migliorare la loro efficacia. Incrementando le capacità di difesa complessive di tutti i Paesi utilizzatori
I sistemi di difesa aerea sono il tipo di equipaggiamento che l’Ucraina sta chiedendo con maggiore insistenza ai suoi alleati occidentali. I motivi sono semplici da capire: questi sistemi solo fondamentali non solo per contrastare le campagne terroristiche russe, portate avanti con missili e loitering munitions, che bersagliano infrastrutture energetiche e centri abitati, ma anche per ridurre l’impatto delle forze aeree e missilistiche nemiche lungo la linea del fronte. Gli avanzati sistemi occidentali si sono rivelati capaci di abbattere ogni tipo di minaccia, anche quelle considerate più ostiche, come il famigerato missile Kinzhal.
Il Kh-47M2 Kinzhal (S-24 Killjoy nella nomenclatura Nato) è uno dei sistemi d’arma considerati più all’avanguardia dell’arsenale russo. Esso viene definito come missile “ipersonico”, anche se esso non dispone delle caratteristiche tipiche di questa innovativa categoria: pur essendo capace di raggiungere una velocità di Mach-10, il Kinzhal non è infatti in grado di seguire una traiettoria di volo discontinua e di eseguire capacità di manovra evasive mantenendo questa velocità. Alcuni analisti lo definiscono “un missile balistico air-launched con una limitata capacità di correzione di rotta, piuttosto che un’arma realmente ipersonica”.
Anche se non dispone delle capacità menzionate, il “Pugnale” (questa la traduzione letterale del lemma russo Kinzhal) non deve essere comunque sottovalutato: esso rimane comunque una delle armi nell’arsenale missilistico russo più difficile da intercettare. Soltanto i più avanzati sistemi occidentali forniti a Kyiv, come gli Iris-T, i Nasams o i Patriot sono in grado di contrastare questo missile.
Con un’efficacia crescente. Dalla data della prima intercettazione realizzata con successo da un sistema Patriot nel maggio del 2023, gli abbattimenti di sistemi Kinzhal sono divenuti sempre più frequenti. Stando a quanto riportato da fonti ucraine, i sistemi Patriot sono stati capaci di abbattere tutti e dieci i Kinzhal lanciati dalle forze russe contro bersagli ucraini all’interno di un’operazione di bombardamento su larga scala che ha visto l’utilizzo di ben centotrenta tra missili e “droni kamikaze”.
Ma l’Ucraina non è la sola a beneficiare dell’impiego dei Patriot per contrastare i Kinzhal. Il perché lo spiega perfettamente Jan Kallberg, senior fellow del Transatlantic Defense and Security Program presso il Center for European Policy Analysis ed ex-professore di West Point, in un suo post su X. “Ogni abbattimento ucraino di Kinzhal con i missili Patriot migliorerà l’algoritmo di intercettazione dei missili Patriot – e aumenterà l’accuratezza di tutti i sistemi Patriot, un vantaggio per gli Stati Uniti, il resto della Nato e gli altri utenti di questo sistema. Lo stesso vale per qualsiasi aereo russo abbattuto. La qualità dei dati è elevata perché sono testati dal vivo; non si tratta di un lavoro a tavolino o di un calcolo teorico, ma di dati provenienti da un’intercettazione riuscita. Il valore dei dati è davvero alto, perché possono portare il tasso di successo nel lungo periodo dall’85% al 99% contro un tipo di bersaglio specifico” spiega Kallberg, che fornisce anche l’idea di uno scenario concreto “Se in caso di guerra la Russia lanciasse venti testate nucleari tattiche usando il 47M2 Kinzhal contro obiettivi Nato, con i dati migliorati probabilmente nessun missile arriverebbe al bersaglio. Senza i dati raccolti sul campo, tre testate avrebbero superato i sistemi di difesa aera e sarebbero esplosi sul bersaglio. Pertanto, fornire all’Ucraina i missili Patriot è un investimento nelle proprie capacità di difesa” da parte di qualsiasi Paese che decida di fornire a Kyiv tali sistemi.
La stessa logica applicata alla diade Patriot-Kinzhal può essere anche vista in maniera più ampia. Lo stesso miglioramento dell’algoritmo avviene infatti anche nel caso dell’intercettazione di loitering munitions come i sistemi Shahed-136 sviluppati dall’Iran, che la Federazione Russa sta integrando strutturalmente nel suo arsenale militare, al punto di aver avviato una linea di produzione domestica di questo drone. E si potrebbe pensare che questi stessi dati possano migliorare anche le capacità di intercettazioni di altri sistemi missilistici simili che però non sono mai stati impiegati in combattimento, e contro cui non c’è stato modo di testare le capacità di difesa dei sistemi Patriot. Una variabile di particolare interesse per gli attori impegnati nel teatro dell’Indo-Pacifico, dove le capacità ipersoniche della Repubblica Popolare Cinese potrebbero avere un peso tutt’altro che trascurabile.