Scontato l’esito delle presidenziali in un Paese che è player sempre più strategico dell’intera area che connette idealmente Oriente e Occidente. Ma non c’è solo l’energia a rappresentare il fil rouge con l’Europa, bensì anche il partenariato tra imprese e la finestra ideale su un istmo che connette Mar Nero, il Mare d’Azov e il Mar Caspio, lì dove l’Europa è congiunta all’Asia
Il vero quesito circa le elezioni in Azerbaigian previste per domani, 7 febbraio, non è chi le vincerà ma con quale margine Aliyev supererà il suo record dell’89% di voti ottenuto nel 2008. Inizialmente programmate per il 2025, le urne sono state anticipate di un anno anche per togliere un argomento ai suoi detrattori: in questo modo, ad esempio, non si potrà accusare Baku di partecipare al dialogo con Yerevan in una posizione di debolezza o con un governo in scadenza. Sullo sfondo il ruolo sempre più peculiare di Baku, pivot nella macro area e soggetto in grado di sviluppare partnership multilaterali strategiche.
Al voto
Sette i candidati alla carica di presidente: Ilham Aliyev, candidato presidenziale del partito al governo Yeni Azerbaigian; Zahid Oruj; Razi Nurullayev, del Partito del Fronte Nazionale; Fazil Mustafa, candidato pdel GrandEstablishment Party; Elshad Musayev, del Partito Grande Azerbaigian; Gudrat Hasanguliyev, del Fronte Popolare Pan-Azerbaigiano; Fuad Aliyev, autocandidato. Da segnalare una primizia alla voce partecipazione democratica: si terranno infatti per la prima volta elezioni su tutto il territorio azero con più di sei milioni di aventi diritto. Per l’occasione sono giunti nel Paese 65.000 osservatori di 19 partiti politici e 512 osservatori internazionali provenienti da 70 Paesi e 49 organizzazioni internazionali.
Il ventennio di Aliyev
Il presidente uscente, giunto al ventesimo anno al potere, punta a celebrare questo traguardo con una vittoria che sarebbe la prima nella nuova era in Garabagh. La sua popolarità ha toccato il record del 75% anche in virtù di una serie di riforme che hanno modernizzato il Paese: il risultato è in una serie di politiche equilibrate, di alleanze mirate e di cooperazione in settori chiave come difesa, energia, transizione, scambi commerciali.
Nella striscia oggetto di decenni di contrapposizione, culminati nella sentenza dello scorso autunno con cui la Corte Internazionale di Giustizia ha riconfermato l’integrità territoriale azera sul Garabagh, spicca l’attivismo del governo di Baku che ha posato più di 130 km di cavi in fibra ottica: l’obiettivo è espandere la rete AzStateNet creata dal Servizio statale per le comunicazioni speciali e la sicurezza delle informazioni. Lo scorso 15 ottobre Aliyev ha dichiarato di aver realizzato un “sogno azero” lungo decenni, riconquistando il Nagorno-Karabakh dai separatisti di etnia armena.
Scenari
Anche l’Italia è spettatrice interessata alle urne. Il Paese è strategico: ha la popolazione più alta nella regione del Caucaso meridionale; ha l’economia in più rapida crescita al mondo; Roma è il primo partner commerciale di Baku in Europa; con il Tap, l’Azerbaigian è diventato soggetto cardine per l’approvvigionamento europeo di gas, grazie alla pipeline che sbocca sulle coste del Salento e che sono interessate da un progetto di raddoppio.
Ma non c’è solo l’energia a rappresentare il fil rouge con l’Europa, bensì anche il partenariato tra imprese, la finestra ideale su un istmo che connette Mar Nero, il Mare d’Azov e il Mar Caspio e dove l’Europa è congiunta all’Asia. Baku inoltre vede l’Italia come alleato ideale per sviluppare un partenariato strategico poggiato su logistica, infrastrutture, cultura.
Un passaggio sottolineato su queste colonne dall’ambasciatore azero in Italia, Rashad Aslanov, quando spiegò che le visite frequenti di altissimo livello dei membri del governo e del Parlamento di entrambi i Paesi contribuiscono molto ai rapporti bilaterali in vari campi.
Da ricordare il progetto per l’Università Italia-Azerbaigian, ovvero un centro di trasferimento di ricerca, tecnologia, competenze, e innovazione tra i due Paesi che coinvolge Luiss “Guido Carli”, Sapienza, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Politecnico di Torino e Politecnico di Milano; il contratto tra Ansaldo Energia e Azerenerji per quattro turbine a gas; la fornitura di Leonardo per il C-27J alla Forza Aerea dell’Azerbaigian, all’interno di un più ampio programma di ammodernamento delle Forza armate azere.