In Sardegna il centrodestra è unito (come dappertutto), mentre il centrosinistra ha come unico collante la volontà di mandarci all’opposizione. Alle europee le due leader si devono candidare. L’Autonomia differenziata può essere un’opportunità. E su Navalny nessun tentennamento. Conversazione con il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi
Oggi pomeriggio lui ci sarà, in piazza del Campidoglio. Perché di fronte a “un esempio di coraggio e determinazione” che diventa “un monito fondamentale per l’Occidente” non si può “stare in silenzio”. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati appoggia appieno l’iniziativa “dell’amico Calenda” per Navalny.
Lupi, nessun tentennamento dunque?
Certo che no. Questa iniziativa organizzata dagli amici di Azione ha raccolto un’adesione molto diffusa. D’altra parte l’esempio di Navalny deve essere per tutto l’Occidente, torno a ribadire, un monito ben preciso. Il suo impegno contro il regime autoritario di Putin incarna i valori democratici in cui noi crediamo fermamente. A maggior ragione in un contesto nel quale – a quasi due anni dall’invasione russa dell’Ucraina – ci si sta quasi “abituando” a questa situazione. Circostanza, quest’ultima, inaccettabile ai nostri occhi.
Domenica si vota in Sardegna. Oggi Conte rilancia la possibilità dell’alleanza con Schlein, mentre tutti i leader del centrodestra saranno mercoledì a sostenere Paolo Truzzu, mercoledì. Una ritrovata intesa di entrambi gli schieramenti dopo le frizioni iniziali?
Per il centrodestra l’unità è una questione dirimente. Un senso di responsabilità che si traduce nel buongoverno. Questa è, in fondo, la più importante eredità politica di Silvio Berlusconi. Semmai il problema è per il centrosinistra.
In che senso?
Tutti gli esperimenti di campo largo del centrosinistra, uniti dall’unico collante di sconfiggere il centrodestra, si sono rivelati fallimentari. Basti pensare all’esperienza dell’Ulivo. Purtroppo in molti all’opposizione non hanno capito che l’obiettivo deve essere quello di elaborare una proposta alternativa di governo, non contrastare aprioristicamente l’avversario politico.
In Sardegna Noi Moderati sarà presente con una lista autonoma.
Sì, la lista Sardegna al Centro, che sosterrà il candidato di centrodestra. In questo senso crediamo che l’elettorato premierà il buongoverno del centrodestra e noi avremo uno spazio politico importante per portare avanti i temi che più ci stanno a cuore.
A proposito di temi divisivi, dal sondaggio pubblicato questa mattina da Repubblica, pare che l’autonomia differenziata piaccia sempre meno e che riscuota gradimento solo nel Nord Est. Lei come la vede?
Faccio un discorso più generale, per arrivare al tema. La politica è fatta prima di tutto di coraggio. Decisioni, che talvolta possono apparire impopolari, ma volte al miglioramento del Paese in ossequio ai tempi che viviamo. Ecco, l’autonomia differenziata è una sfida in questo senso: un modo per innovare la struttura dello Stato. Un po’ come la riforma del premierato. È giusto che si perseguano questi obiettivi ambiziosi e riformisti in un Paese in cui vige da sempre una pericolosa tendenza conservativa.
Tante sono le preoccupazioni che arrivano dal Sud.
Bisognerebbe porre una domanda a tutti coloro che avanzano queste perplessità: in questi anni, il Sud è stato valorizzato? Ebbene, se la risposta è negativa, sarebbe utile uscire dalla logica dell’opposizione pregiudiziale e intendere l’autonomia differenziata come un’opportunità. Peraltro, da parte del governatore campano De Luca, abbiamo assistito a toni vergognosi e inaccettabili contro la premier.
Un passaggio sulle europee. Al momento le leader dei due principali partiti – Giorgia Meloni ed Elly Schlein – non hanno ancora sciolto la riserva. Secondo lei dovrebbero candidarsi?
Penso che un impegno diretto di Meloni e Schlein contribuirebbe a far percepire le elezioni europee meno lontane di quanto le sentano gli elettori. Assumerebbero, in qualche misura, una rilevanza maggiore con le candidature del premier e della segretaria dem. Parlo per il centrodestra: a Meloni, personalmente, glie l’ho già suggerito.
In un dibattito così polarizzato, c’è spazio per una forza politica come la vostra?
C’è uno spazio enorme. Soprattutto per chi governa che, puntualmente, si rende conto di avere la necessità di una forza moderata e centrista. L’obiettivo di queste elezioni europee, per noi, è rafforzare il Ppe. Il voto a Noi Moderati è una risposta in questo senso.