A un mese dalla sua sostituzione, l’ex-vertice militare ucraino viene designato come ambasciatore a Londra. E mentre alcuni vedono in questo incarico un allontanamento, altri non sono così pessimisti
Nuovo incarico, nuova vita. Il generale Valery Zaluzhny, ex-comandante in capo delle forze armate ucraine, è stato nominato come nuovo ambasciatore di Kyiv nel Regno Unito. Lo ha annunciato giovedì 7 marzo il presidente ucraino Volodymr Zelensky mentre stava tenendo un discorso rivolto alla nazione, sottolineando come “la nostra alleanza con la Gran Bretagna deve solo rafforzarsi”. A ridosso del discorso del presidente, il ministero degli Esteri ucraino ha specificato che Kyiv ha già inviato una richiesta formale per chiedere al governo britannico di approvare Zaluzhny.
L’attesa nomina di Zaluzhny arriva dopo che, all’inizio dello scorso febbraio, il presidente ucraino lo aveva rimosso dal suo incarico di comandante militare supremo del Paese, nominando al suo posto l’allora comandante delle forze di terra Oleksandr Syrskyi. Secondo quanto affermato dallo stesso Zelensky, la sua decisione di optare per un rimpasto dei vertici militari era dovuta ad una sentita necessità di una nuova strategia, con il Paese che entrava nel terzo anno del suo conflitto su larga scala con la Federazione Russa. Ma analisti e funzionari vicini tanto al presidente ucraino quanto all’esponente militare affermano che il vero motivo della sostituzione fosse un altro. Tra le due figure vi era infatti un conflitto che si protraeva da mesi, originatosi quando Zaluzhny aveva pubblicato il suo noto articolo sull’Economist senza chiedere prima alcun tipo di permesso a Zelensky. Vi era inoltre una questione di popolarità: il consenso di cui Zaluzhny godeva presso la popolazione ucraina faceva sì che il Comandante in Capo fosse potenzialmente l’unico vero concorrente di Zelensky in un eventuale confronto elettorale. Per questi motivi lo staff presidenziale, con il suo Capo Andrij Yermak in prima fila, aveva avviato una campagna atta ad allontanare Zaluzhny dal comando e dalla luce dei riflettori. Che con il suo nuovo incarico si allontana ancora di più da Kyiv.
Ma non tutti sono completamente d’accordo con l’ipotesi dell’ostracizzazione. Volodymyr Fesenko, analista politico ucraino, ha anzi affermato che sarebbe sbagliato vedere questo incarico come una forma di esilio politico per Zaluzhny. “È stato un buon compromesso per entrambe le parti. L’ufficio del presidente elimina la possibilità per qualsiasi attore politico in Ucraina di trascinare Zaluzhny in politica, e Zaluzhny ottiene una nuova preziosa esperienza diplomatica a cui è sempre stato interessato”, ha dichiarato Fesenko a Politico, aggiungendo che, sebbene l’ambasciatore sia una sorta di “battuta d’arresto per la carriera di Zaluhzny”, è anche un’opportunità per espandere i suoi orizzonti professionali e servire il suo Paese in un altro modo.
Inoltre, secondo la Costituzione ucraina, le elezioni presidenziali sono possibili solo dopo la fine della guerra. E un incarico di ambasciatore non chiuderà le prospettive di una futura carriera politica al cinquantenne Zaluhzny, che ha un master in relazioni internazionali e parla inglese, ha concluso l’analista ucraino.