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Dopo Tunisi e Il Cairo, l’Italia guarda a Rabat. Ecco come

Il Corridoio verde italo-marocchino travalica il settore energetico e si intreccia con il Piano Mattei, sia per la rilevanza di Rabat come partner geopolitico e alla voce migranti, sia come nuovo attore nella regione mediterranea. La capacità di intrecciare nuove interlocuzioni tra i vertici dell’Ue, i Paesi maggiormente interessati all’area mediterranea e i singoli Stati si è materializzata grazie al Team Europe

Obiettivo Marocco. Giorgia Meloni immagina l’area mediterranea come un’arena geopolitica da presidiare in maniera strategica e costante: l’Italia sostiene il progetto del corridoio verde dell’idrogeno, che non solo rappresenta un sostanziale passo avanti nel campo dell’energia sostenibile per Roma ma anche un’opportunità concreta per rafforzare in maniera lungimirante i legami commerciali con il Marocco (anche) in chiave Piano Mattei. La presidenza italiana del G7 e la possibilità di chiudere il “triangolo” del Team Europe dopo Tunisi e Il Cairo è concreta proprio grazie alla nuova posizione di Rabat.

Corridoio verde

Palazzo Chigi ha dato il nulla osta allo studio di fattibilità del Corridoio Verde, il progetto che intende razionalizzare il trasporto dell’idrogeno verde dal Marocco al porto di Trieste, che potrebbe diventare in questo modo un hub per la distribuzione di materie prime energetiche in tutta l’Europa centrale e orientale attraverso il gasdotto transalpino. Così il Corridoio Verde verrà connesso al più ampio progetto dell’Hydrogen Valley dell’Alto Adriatico e si pone come una nuova frontiera nel trasporto europeo dell’idrogeno, rivoluzionando l’intero panorama energetico.

Il progetto in sé, è evidente, travalica il settore energetico e si intreccia con il Piano Mattei, con la rilevanza del Marocco come partner geopolitico e alla voce migranti, oltre che come nuovo attore nella regione mediterranea. In occasione della conferenza Italia-Africa del gennaio scorso, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva incontrato il capo del governo del Regno del Marocco, Aziz Akhannouch, a quasi vent’anni di distanza dall’ultimo incontro a livello Capi di Governo tra le due Nazioni. Nell’occasione i due hanno manifestato la volontà di approfondire la collaborazione in ambito economico ed energetico, anche attraverso l’organizzazione di un business forum da tenersi in Marocco.

Piano Mattei & Team Europe

La capacità di intrecciare nuove interlocuzioni tra i vertici dell’Ue, i Paesi maggiormente interessati all’area mediterranea e i singoli Stati si è materializzata con l’interventismo del cosiddetto Team Europe. Lo si è visto in occasione degli accordi siglati lo scorso luglio con il governo tunisino, alla presenza di Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen e Martk Rutte, replicato domenica scorsa al Cairo con il presidente Al-Sisi, quello olandese, quello greco, sotto la regia di Bruxelles e Roma. La bontà dell’accordo Ue-Tunisia è stata confermata dal calo degli arrivi, come sostenuto dall’ultimo report Frontex: meno 60% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Per cui dopo la Tunisia e l’Egitto lo sguardo del governo italiano si è fisiologicamente spostato sul Marocco. Il governo di Rabat può assolvere ad una doppia funzione: da un lato diventare partner ancora più strutturato nella lotta all’immigrazione clandestina attraverso un dialogo costante con il Team Europe e dall’altro essere foriero per l’Italia e il Piano Mattei di policies ad hoc.

Qui Rabat

Il Paese sta attraversando una fase interessante, come dimostra il progresso di tre punti nell’indice di sviluppo umano (IDH) delle Nazioni Unite, a causa di politiche pubbliche e di diversi programmi sociali attuati dal governo, in linea con le alte direttive del re Mohammed VI. Secondo l’ultimo Rapporto sullo sviluppo umano 2023/2024 pubblicato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, il Marocco è passato dal 123° al 120° posto. Il rapporto sullo sviluppo umano ha inoltre evidenziato gli sforzi in corso del Regno per affrontare le disparità di genere, sottolineando l’imperativo di continuare a facilitare l’accesso delle donne all’istruzione, alle cure sanitarie e alle opportunità di integrazione economica.

Tra le iniziative strutturali marocchine spiccano quelle alla voce difesa: il Dipartimento di Stato americano ha deciso di approvare la vendita di missili Javelin e relative attrezzature per un costo stimato di 260 milioni di dollari. La richiesta marocchina era di 612 missili Javelin FGM-148F (inclusi 12 missili fly-to-buy) e200 unità di lancio di comando leggero Javelin (LWCLU). Per l’occasione è stata creata la joint venture tra Lockheed Martin ad Orlando in Florida, e RTX Corporation a Tucson in Arizona. L’obiettivo è quello di migliorare la capacità di difesa a lungo termine del Marocco per difendere la sua sovranità e integrità territoriale.

Accordo con l’Ue

Pochi giorni fa si è espressa l’avvocatura generale della Corte di giustizia dell’Unione europea (CG UE ) che ha confermato la validità dell’Accordo agricolo e di pesca in corso tra le parti. Anche se è un’analisi preliminare, non vincolante, offre indirizzi precisi sulle future deliberazioni e in sostanza confermano legalmente l’impianto e la validità dell’Accordo agricolo, pur esprimendo la necessità di un’evoluzione del partenariato nel settore della pesca. La sentenza definitiva è prevista nella seconda metà dell’anno.



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