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Italia e Usa, alleati (anche) contro il fentanyl

Si rinnova la collaborazione transatlantica per il contrasto al fentanyl: il sottosegretario Alfredo Mantovano ha consegnato il Piano nazionale contro l’uso improprio del farmaco ad Antony Blinken. Che ha ringraziato l’Italia per l’impegno profuso

La collaborazione fra Italia e Stati Uniti nel contrasto alla diffusione del fentanyl non si ferma. Anzi, si rafforza ulteriormente con la consegna del Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici recentemente approvato e presentato dal governo nelle mani di Antony Blinken, segretario di Stato Usa.

G7, SPAZIO AL DOSSIER FENTANYL

La strategia è stata recapitata oggi dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Alfredo Mantovano a Vienna, che ha contestualmente comunicato l’intenzione di inserire il tema del contrasto alle droghe nel quadro di attività della presidenza italiana del G7. Del resto, la volontà di inserire il dossier all’interno dei focus G7 si evince già dalla lettura del Piano, che lo inserisce fra le tematiche della riunione G7 del Roma-Lione Group, che si terrà ad aprile a Roma, ma anche di quella prevista a ottobre. Inoltre, si legge sul documento, sarà anche “nel filone ministri degli Esteri del G7” a presidenza italiana.

MANTOVANO: COLLABORAZIONE PRIORITARIA

“L’incontro con il segretario Blinken e con gli altri interlocutori tenuti a Vienna hanno grande importanza”, ha dichiarato il Sottosegretario Mantovano, “poiché il contrasto alle droghe non può essere condotto soltanto a livello nazionale, avendo il narcotraffico una dimensione pericolosamente globale”.

BLINKEN: NESSUN PAESE PUÒ VINCERE DA SOLO

Stessa opinione quella espressa da Anthony Blinken, che già ad agosto dello scorso anno interveniva sul giornale Usa Today per ricordare che “che nessun Paese può risolvere da solo” la questione Fentanyl, e che anzi “le organizzazioni criminali che trafficano droga sono estremamente efficaci nel trovate e sfruttare lacune nel nostro mondo interconnesso”. E che ha colto l’occasione, oggi, per ringraziare l’Italia non solo per l’impegno nella prevenzione dell’abuso di fentanyl ma anche nel G7.

ASSE ITALIA-USA

Collaborazione, quella fra Roma e Washington, già ampiamente avviata in occasione della visita del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dello scorso luglio, quando ha incontrato la Deputy attorney general degli Usa, Lisa Monaco. Nel corso del colloquio bilaterale, infatti, fra i temi di discussione vi era proprio il contrato al terrorismo internazionale, alla criminalità organizzata e al traffico di droga, con particolare riferimento agli scambi investigativi tra le rispettive Forze di polizia e al preoccupante fenomeno della diffusione del Fentanyl negli Usa.

IL RUOLO DI PECHINO

Ma il ruolo cruciale della cooperazione sul dossier è così chiaro da aver avvicinato persino Stati Uniti e Cina. Dopo un primo periodo in cui gli Usa avevano accusato la Cina di non voler collaborare nel contrasto al fentanyl – i precursori chimici per la sua produzione arrivano prevalentemente da Pechino – a novembre è stato siglato un accordo fra le due superpotenze, che ha portato alla realizzazione di un gruppo di lavoro congiunto.

COMMISSIONE STUPEFACENTI

L’incontro di oggi è avvenuto nella seconda giornata della 67esima sessione della Commissione stupefacenti (Cns) dell’Ufficio delle Nazioni unite sulla droga e il crimine (Unodc). Il sottosegretario ha poi incontrato il ministro dell’Interno dell’Albania Taulant Balla e Barrye Price, Eric Siervo e Ronald S. Rochon del Cadca, la Comunità delle coalizioni antidroga d’America, la principale organizzazione per la prevenzione dell’abuso di sostanze negli Stati Uniti.



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