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Ecco il piano del governo per prevenire la diffusione del fentanyl

Dopo l’allerta del ministero della Salute, la droga sintetica, 80 volte più potente della morfina, arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri con un’informativa e una stretta sul controllo del commercio dei precursori. Intanto, forze di polizia e intelligence rafforzano l’impegno

Il fentanyl, droga sintetica 80 volte più potente della morfina, non rappresenta in Italia un’emergenza come in altri Paesi. Negli Stati Uniti, per esempio, miete quasi 200 vittime al giorno. E in Messico è stato messo il bando perfino in Costituzione. Nel nostro Paese la circolazione di questo oppiaceo sintetico, utilizzato in medicina come analgesico, in ambito extra sanitario viene ritenuta contenuta. “Siamo ancora a livello di prevenzione”, ha spiegato nei giorni scorsi Sabina Strano Rossi, tossicologa forense dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, intervistata da Formiche.net.

All’attenzione delle autorità

Il fentanyl rappresenta, dunque, un elemento di forte preoccupazione per le autorità italiane. È al centro di una sempre maggiore attenzione da parte delle forze di polizia e dei servizi di intelligence, che monitorano anche il dark web. Un mese fa una nota partita dalla Direzione generale prevenzione del ministero della Salute ha elevato il livello di allerta a 3, quello massimo. Inoltre, lo stesso ministero e l’Istituto superiore della Sanità hanno deciso di attenzionare anche l’uso improprio delle prescrizioni farmaceutiche. Anche perché ne bastano due milligrammi per uccidere una persona.

Il dossier sul tavolo del governo

Così, il fentanyl è arrivato anche sul tavolo del Consiglio dei ministri. Durante la riunione odierna c’è stata un’informativa del sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha anche le deleghe all’intelligence e alle politiche antidroga, sul Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici. Inoltre, un decreto legislativo prevede una stretta sul controllo del commercio dei cosiddetti “precursori”, ovvero le sostanze chimiche con cui si possono produrre le droghe sintetiche. Il decreto legislativo prevede multe salate e reclusione per violazioni di registrazione legate all’immissione in commercio di queste sostanze, alla loro importazione e all’esportazione senza rispettare gli obblighi di notifica. Inoltre, è prevista la sospensione dell’attività degli operatori autorizzati a trattare queste sostanze in caso di violazione. Domani il piano verrà presentato in conferenza stampa dal sottosegretario Mantovano assieme ai ministri Orazio Schillaci (Salute) e Giuseppe Valditara (Istruzione e merito), con un intervento della professoressa Strano Rossi.

La cooperazione internazionale

Ma il contrasto al fentanyl è soprattutto un fatto di cooperazione tra Stati, anche alla luce del ruolo della criminalità organizzata trasnazionale per gli aspetti legati al narcotraffico e al riciclaggio di denaro (anche tramite bitcoin). In particolare, serve condivisione di informazioni e collaborazione tra i governi. Basti pensare che è uno dei pochi dossier caldi su cui gli Stati Uniti e la Cina hanno avviato un dialogo. Dopo l’incontro di novembre tra il presidente Joe Biden e il leader Xi Jinping, le due superpotenze hanno messo in piedi, nelle scorse settimane, un gruppo di lavoro. Washington che ha a lungo accusato Pechino di non voler collaborare, anzi di facilitare la vendita di precursori chimici al fine di destabilizzare il contesto sociale statunitense. Inoltre, come evidenziato da Anne Milgram, capo della Drug Enforcement Administration statunitense, durante un’audizione al Senato di alcuni mesi fa, i cartelli e le organizzazioni criminali che trafficano fentanyl e altre droghe sintetiche si appoggiano a gruppi cinesi per il riciclaggio di denaro, “in tutto il mondo per facilitare il riciclaggio dei proventi della droga”.

Il ruolo dell’Italia

In Italia le droghe sintetiche arrivano prevalentemente dal Belgio e dai Paesi Bassi. “Ancorché le stime non possano essere accurate, il fenomeno sembra non evidenziare ancora caratteri di criticità”, si legge sul sito della Direzione centrale dei servizi antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Il governo ha deciso di aderire alla Coalizione globale contro la minaccia delle droghe sintetiche, lanciata dal segretario di Stato americano Antony Blinken a luglio. “Dobbiamo seguire i flussi di denaro”, ha spiegato in quella sede Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

Il caso di “Karl”

La vicenda di Giancarlo Miserotti, arrestato dalla Guardia di Finanza a novembre, fotografa la complessità del contrasto al traffico di fentanyl. Da Piacenza, l’uomo già noto alle cronache perché stampava soldi falsi, era un intermediario tra America e Cina per la compravendita della sostanza. Come raccontato su Formiche.net, la droga arrivava a Piacenza dalla Cina, dove veniva prodotta, in pacchi che apparentemente contenevano prodotti elettronici o libri. Questi poi venivano dirottati negli Stati Uniti, anche nelle carceri americane, attraverso una triangolazione pensata per evitare l’attenzione delle forze dell’ordine americane. Inoltre, gli inquirenti hanno anche scoperto che la banda coniava monete false da 2 e 5 franchi svizzeri in una zecca clandestina nello scantinato della villa di Miserotti nel Piacentino, poi li trasformava in bitcoin e infine in euro veri utilizzando delle macchinette cambiavalute automatiche in Svizzera.

(Nella foto: sulla punta di una matita, due milligrammi di fentanyl, una dose in grado di uccidere una persona – Drug Enforcement Administration)



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