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Uno spezzatino per Tim. L’affondo di Merlyn che spariglia le carte

​A poche settimane dall’assemblea chiamata a decidere sulla vendita della rete a Kkr, il fondo di Alessandro Barnaba ribalta la sua posizione e auspica una cessione immediata dell’asset, insieme al ramo brasiliano e alla divisione consumer, facendo di fatto a pezzi l’ex Telecom. Ora palla agli azionisti, con gli occhi su Vivendi. Intanto il titolo si riaccende in Borsa

A poche settimane dall’assemblea che potrebbe rimettere in discussione la vendita della rete primaria e secondaria, fortemente voluta dal ceo Pietro Labriola (Vivendi è il socio di riferimento ed è contrario all’operazione, tanto da aver avviato le vie legali per contestare la scelta del board), il fondo Merlyn creato da Alessandro Barnaba, prova a sparigliare le carte. Tanto per cominciare comunicando al mercato di essere salito allo 0,5% del mercato, mettendosi nelle condizioni di poter presentare una lista per il board, riaccendendo il titolo in Borsa dopo giorni difficili. Ma poi, alzando il velo sulla propria strategia per l’ex Telecom.

La quale dovrebbe vendere Netco a Kkr il prima possibile, solo pochi mesi fa il fondo non era tanto convinto della bontà dell’operazione ma ora sembra aver cambiato idea, per abbattere il debito e liberarsi al contempo degli asset brasiliani contenuti in Tim Brasil. E pensare che a ottobre scorso Merlyn aveva presentato un piano alternativo alla vendita di Netco a Kkr considerandola una non soluzione e invece ora cambia le carte in tavola pure sottolineando che l’operazione “non basta a eliminare qualsiasi rischio finanziario e ad avere le risorse da investire nel business dedicato a imprese e pubblica amministrazione, dove Tim ha un vantaggio competitivo e può diventare leader europeo”.

Per motivare il ribaltone il fondo sottolinea che “diversamente da quanto comunicato inizialmente e dopo che sono emersi ulteriori dettagli sull’accordo tra Tim e Kkr, è ora chiaro che Tim si è impegnata a vendere a Kkr solo la sua rete di accesso fisso dell’ultimo miglio, ad alta intensità di investimenti, piuttosto che l’intera rete di telecomunicazioni”. Quello che ha in mente Merlyn nel suo piano per Telecom ha tutta l’aria di uno spezzatino, visto che in un sol colpo o quasi se ne andrebbero le attività consumer, la rete e il ramo brasiliano.

“Il business brasiliano non è core e verrà ceduto entro il 2024 per ridurre tempestivamente il peso del debito a un livello sostenibile e per sostenere gli investimenti e l’occupazione in Italia. La vendita immediata di Tim Brasil rappresenta anche una copertura in caso di ritardi regolatori nella vendita di NetCo “che riteniamo sarà, nel peggiore dei casi, completata entro la fine del 2024”, ha fatto sapere il fondo lussemburghese. La strategia, prevede che siano “avviate subito le conversazioni per vendere il mercato retail e regolamentato italiano di Tim con l’obiettivo di chiudere nel 2025 la vendita di Tim Consumer, un business in cui Tim, nonostante continui a godere il valore di un grande marchio, ha perso completamente ogni vantaggio competitivo”.

A questo punto l’affondo di Merlyn crea di fatto una potenziale testa di ponte alle istanze di Vivendi, che potrebbe appoggiare e sostenere la lista alternativa di candidati che il fondo potrebbe predisporre nei prossimi giorni. La media company francese è il principale azionista di Tim con il 24% del capitale ed è da sempre contraria alla cessione della rete a Kkr poiché metterebbe in serio dubbio la sostenibilità delle attività rimanenti. Ora palla ai soci.

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