Exclave russa incastrata tra la Polonia e la Lituania con accesso diretto al mar Baltico, di cui è uno dei maggiori porti, Kaliningrad, che fino al 1946 si chiama Königsberg, è oggi un territorio al centro dello scacchiere geopolitico nordeuropeo
Kaliningrad è una città russa di circa cinquecentomila persone situata nell’omonimo oblast, ed è un’exclave, ovvero una porzione di territorio russo nel pieno dell’Europa, tra Polonia e Lituania con accesso al mar Baltico. È stato il cuore della storica provincia della Prussia Orientale e diede i natali al filosofo Immanuel Kant. Ma partiamo dalla fondazione della città.
LA FONDAZIONE
La città crebbe intorno al castello fatto erigere nel 1255 da Ottocaro II re di Boemia per i cavalieri dell’Ordine teutonico, in onore del quale assunse il nome Königsberg, che significa “la montagna del re”. Il primo sito dove sorse la città era vicino al villaggio di pescatori di Steindamm, ma, dopo la sua distruzione da parte dei prussiani nel 1263, fu ricostruita sul luogo attuale con la fusione dei sei borghi di Juditten, Kosse, Tragheim, Sackheim, Laak e Ponarth.
LA LEGA ANSEATICA
Nel 1340 Königsberg entrò a far parte della Lega Anseatica grazie al fatto che il suo porto era, ed è tuttora, uno dei pochissimi nella zona libero dai ghiacci tutto l’anno, e per questo divenne ben presto una delle più ricche e importanti città del nord Europa.
IL DUCATO DI PRUSSIA
Nel 1457 Königsberg divenne la sede ufficiale dell’Ordine Teutonico e nel 1525 Alberto di Prussia, ultimo gran maestro teutonico, secolarizzò i beni e i territori dell’Ordine proclamando la nascita del Ducato di Prussia con Königsberg capitale. Su iniziativa di Alberto venne poi aperta, nel 1544, l’Università di Königsberg, detta appunto Albertina, che divenne ben presto un grandissimo centro culturale.
CENTRO CULTURALE
Königsberg, infatti, è stata anche un polo formativo di eccellenza ed è famosa per essere stata il luogo in cui nacque e visse il filosofo Immanuel Kant; ma lo fu anche per moltissimi altri intellettuali celebri, come il filosofo e teologo Johann Gottfried Herder, il matematico e astronomo Friedrich Wilhelm Bessel, il filosofo e pedagogista Johann Friedrich Herbart, lo scrittore e compositore Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e la filosofa Hannah Arendt.
ANIMA COSMOPOLITA
All’inizio del XVIII secolo, come tutta la Prussia, Königsberg fu duramente colpita da alcune epidemie, e per ripopolare le ampie zone rimaste disabitate il nuovo re, Federico Guglielmo I di Prussia, incoraggiò l’immigrazione di lituani, polacchi e russi che nel corso degli anni diedero alla città un’anima cosmopolita.
LA BATTAGLIA DI FRIEDLAND
Durante le guerre napoleoniche nell’area di Königsberg si svolse, il 14 giugno 1807, la battaglia di Friedland tra la Grande Armata francese e l’esercito russo guidato dal generale Levin August von Bennigsen, e fu una delle maggiori vittorie di Napoleone Bonaparte. La battaglia ebbe conseguenze decisive e concluse, con la vittoria francese, la guerra della quarta coalizione iniziata con la disfatta prussiana a Jena e continuata con la dura campagna in Polonia contro i russi dell’autunno-inverno 1806-1807. Successivamente, nel 1813, Königsbrg fu il centro della ribellione che portò alla vittoriosa rivolta della Prussia contro Napoleone.
LA FERROVIA
Nel 1860 la compagnia ferroviaria Preußische Ostbahn costruì la stazione e collegò Königsberg con le altre località circostanti e soprattutto con la Russia, e ciò diede un nuovo impulso al commercio della città, rendendola soprattutto lo sbocco principale per i prodotti cerealicoli russi di base come grano, semi, lino e canapa.
L’UNIFICAZIONE TEDESCA
In seguito al processo di unificazione della Germania, Königsberg fu integrata nel nuovo stato e divenne, dopo Kiel, la principale base navale sul Mar Baltico e un punto chiave per la difesa della frontiera orientale; le sue moderne fortificazioni furono iniziate nel 1843 e completate nel 1905.
IL CORRIDOIO DI DANZICA
Al termine della Prima Guerra mondiale, dopo un assedio da parte della Russia, Königsberg con tutta la Prussia Orientale fu separata dal resto dell’Impero Tedesco dal cosiddetto “Corridoio di Danzica”, una striscia di territorio ceduto alla Polonia per garantirle uno sbocco sul Mar Baltico. Questo corridoio divenne una delle principali rivendicazioni del regime nazista e fu occupato dalle truppe tedesche nel settembre 1939 quando fu invasa la Polonia.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Durante la Seconda Guerra Mondiale la città fu pesantemente bombardata prima dalla Royal Air Force britannica nell’agosto 1944 e successivamente dai sovietici nella battaglia di Königsberg. Le forze tedesche presenti in città, dopo accanita resistenza, si arresero all’Armata Rossa il 9 aprile 1945.
IL MISTERO DELLA CAMERA D’AMBRA DEL PALAZZO DI CATERINA
A Königsberg è poi legato il mistero della Camera d’ambra del palazzo di Caterina. La camera d’ambra era una stanza di circa 55 metri quadrati le cui pareti erano completamente rivestite da pannelli decorati con ben sei tonnellate d’ambra, oltre a foglie d’oro, specchi pregiati e innumerevoli gemme, creata originariamente in Prussia e donata poi agli zar russi che la esibirono al palazzo di Caterina a Carskoe Selo vicino San Pietroburgo.
Nel settembre 1941 il palazzo di Caterina fu confiscato dalle truppe tedesche e la Camera d’ambra fu smontata e spedita a Königsberg, dove fu ricostruita ed esibita nel castello finché gli attacchi aerei alleati cominciarono a devastare la città nel 1944. La Camera d’ambra fu vista per l’ultima volta nell’estate di quell’anno e nessuno sa che cosa ne fu dopo che venne imballata nella cantina di un ristorante del castello, mentre Königsberg crollava sotto le bombe alleate. Quando i soldati dell’Armata rossa presero la città, nell’aprile 1945, non trovarono neanche l’ombra della stanza tra le rovine del castello ed è divenuto uno dei grandi misteri della storia.
IL CAMBIO DEL NOME
Alla conferenza di Potsdam dell’estate 1945, la prima grande conferenza internazionale che cominciò a esaminare la pace dopo il secondo conflitto mondiale, la città venne assegnata all’Unione Sovietica che l’anno dopo le cambiò nome, dal prussiano Königsberg a Kaliningrad, in onore del presidente dell’Urss, Michail Kalinin, morto il 3 giugno di quello stesso anno. I circa 150mila tedeschi ancora presenti nella città furono “trasferiti” in altre parti della Germania occupata, e la ribattezzata Kaliningrad fu ripopolata con persone russe e bielorusse.
LA DAMNATIO MEMORIAE
La città non fu ricostruita dai sovietici com’era prima, alcuni edifici storici superstiti, tra i più importanti il castello dell’ordine teutonico, pesantemente danneggiati, rimasero in rovina per alcuni decenni dopo la fine della guerra, per poi essere demoliti nel 1968, secondo la volontà di Leonid Brežnev, in una sorta di damnatio memoriae di tutto ciò che era tedesco. Solo dopo la caduta del muro di Berlino, l’ex cattedrale, con la tomba di Immanuel Kant, precedentemente in rovina, fu restaurata e costituisce ora uno dei pochissimi edifici storici della città.
LA GUERRA FREDDA
Durante la Guerra Fredda Kaliningrad ebbe un’importanza strategica enorme per Mosca perché vi installò la sede della flotta sovietica del mar Baltico, ovvero una parte della flotta della Marina Russa dedicata esclusivamente al Mar Baltico. Non solo, L’URSS trasformò l’’oblast in una grande base dove furono stanziati più di centomila soldati e dove vennero schierati anche missili a testa nucleare. Per questa ragione Kaliningrad è rimasta fino al 1991, anno della cessazione dell’Unione Sovietica, chiusa ai visitatori stranieri a cui per decenni fu vietato l’accesso.
L’EXCLAVE
Ai tempi dell’Unione Sovietica Kaliningrad era un’exclave de iure perché de facto Polonia e Lituania erano parte della sfera d’influenza sovietica, ma con il crollo dell’URSS è divenuta un’exclave a tutti glie effetti separata dal resto della Russia. Con l’allargamento della NATO e dell’Unione Europea, negli anni duemila l’isolamento di Kaliningrad è diventato ancora più marcato e tutti i collegamenti civili e militari via terra con la “Grande Madre Russia” sono stati resi possibili soltanto attraverso il passaggio in territori NATO e dell’Unione europea.
LA HONG KONG DEL BALTICO
Dopo la Guerra Fredda, Kaliningrad divenne una zona economica speciale, una sorta di “Hong Kong del Baltico”, soggetta a bassa tassazione e quasi nessun dazio al fine di attirare investimenti. Tali condizioni sono state molto allettanti per le imprese e per i capitali stranieri che hanno investito nell’exclave tanto da generare un boom economico inaudito per la regione, con il tasso di crescita annuale del PIL a Kaliningrad che superava il 10% contro il tasso di crescita del PIL russo al 4-7%.
LE SANZIONI INTERNAZIONALI
Le sanzioni internazionali emanate dopo l’annessione della penisola di Crimea generarono una prima recessione dell’’oblast, ma il vero colpo per Kaliningrad è arrivato dopo l’invasione russa dell’Ucraina: l’inflazione è salita di oltre il 15 per cento e vengono consegnate venti volte meno merci che prima del febbraio 2022. Come riportato dal quotidiano La Stampa, nei negozi, sugli scaffali dei supermercati, scarseggiano prodotti di consumo primario, dalle verdure al dentifricio, articoli che spesso devono essere razionati. Questo perché il trasporto marittimo di container con Polonia e Germania costituiva l’elemento principale dello spostamento merci, in un’area che adesso può invece contare solo su camion che si muovono lungo una rete viaria, via Lituania, ridotta e in cattive condizioni.
LA FORTEZZA KALININGRAD
Kaliningrad oggi assomiglia più ad una fortezza militare che ad una regione. Qui i russi hanno realizzato quella che in gergo militare si chiama bolla di interdizione Anti Access/Area Denial (A2/AD), ovvero un’area a tenuta stagna da eventuali attacchi della NATO, caratterizzata dalla presenza contemporanea di sistemi missilistici antinave, antiaerei/antibalistici, antisom nonché sistemi EW, radar OTH e assetti navali, subacquei e aerei.
IL SUWALKI GAP
Dall’invasione russa dell’Ucraina, Kaliningrad è ritornata ad essere un’osservata speciale tanto più considerata la prossimità con un altro snodo geografico cruciale: il Suwalki gap, il Corridoio di Suwalki, una striscia di terra di poco più di cento chilometri corrispondente al confine tra Polonia e Lituania ma che allo stesso tempo divide l’exclave di Kaliningrad dalla Bielorussia. Secondo alcuni analisti questo sarebbe il vero tallone d’Achille della NATO perché in caso di conflitto le forze russe di Kaliningrad si ricongiungerebbero a quelle della Bielorussia isolando di fatto l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, cosicché “la Russia potrebbe prendere il controllo dei Paesi Baltici più rapidamente di quanto potremmo difenderli”, come ha sempre temuto il generale Ben Hodges, ex comandante delle truppe Usa in Europa.
MARE NATUM
Con l’ingresso della Finlandia nella NATO, insieme a quello sempre più imminente della Svezia, nella NATO il mar Baltico è diventato oramai assimilabile ad un vero e proprio “Mare Natum”, con la quasi totalità della linea costiera baltica appartenente a paesi-membri (o quasi) della NATO, e questo nuovo scenario apre a prospettive geostrategiche nuove per l’exclave di Kaliningrad che si ritroverà ancora più isolata dalla Russia.