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Auto elettriche, tutte le stime e le previsioni del nuovo report Iea

Secondo l’agenzia, sono previste 17 milioni di vendite nel 2024: numeri importanti nonostante le incertezze sulla domanda (e l’offerta low-cost) trainata dalla Cina. Persiste la differenza regionale con Usa e Ue, anche sulla filiera delle batterie…

L’International Energy Agency (IEA) ha pubblicato l’annuale resoconto sull’industria globale dei veicoli elettrici (EV), con un rialzo di circa sei volte rispetto alle stime precedenti sulla domanda globale di petrolio dovuto al boom delle vendite di veicoli elettrici, citando il crescente impulso politico nei mercati chiave, soprattutto quello cinese.

I nuovi standard di emissione adottati negli Stati Uniti con l’Environmental Protection Agency (EPA), nell’Unione Europea con i requisiti al 2035 e in Canada nell’ultimo anno comporterebbero che l’offset della domanda di petrolio, con la progressiva penetrazione dei veicoli elettrici (EV), potrebbe ammontare a 6 milioni di barili al giorno (b/d) entro il 2030 e a 11 milioni entro il 2035 sulla base delle politiche attuali.

Se i Paesi rispetteranno tutti gli impegni annunciati in materia di energia e clima, la quantità di petrolio sostituita dai veicoli elettrici salirà fino a 12 milioni di b/d, ha dichiarato l’IEA citando il più ottimistico scenario (APS) tra quelli modellati. Nella sua precedente previsione sui veicoli elettrici, pubblicata nell’aprile del 2023, l’Agenzia con sede a Parigi aveva stimato che la domanda di petrolio si sarebbe spostata di oltre 5 milioni di b/d a livello globale entro il 2030, secondo il suo scenario di base.

“I nostri dati mostrano chiaramente il continuo slancio delle auto elettriche, sebbene sia più forte in alcuni mercati rispetto ad altri”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol. “Piuttosto che affievolirsi, la rivoluzione globale dei veicoli elettrici sembra avviarsi verso una nuova fase di crescita”. Sostenute da incentivi pubblici e dal calo dei costi delle batterie al litio, le vendite di veicoli elettrici stanno crescendo rapidamente da una quota piuttosto bassa a livello globale: l’Agenzia ha ribadito la sua previsione per il picco della domanda di petrolio da parte dei trasporti stradali potrebbe arrivare già nel 2025.

Con le vendite di veicoli elettrici in continua crescita, la domanda globale di elettricità per ricaricarli potrebbe raggiungere quasi 2.200 TWh nello scenario base, secondo l’IEA. Negli scenari APS, la domanda potrebbe essere più elevata, attestandosi a circa 2.700 TWh nel 2035, ovvero oltre il 20% in più rispetto allo scenario base. Nel solo 2023, la flotta globale di veicoli elettrici (che si aggira sui 45 milioni di unità) ha consumato circa 130 TWh di elettricità. Secondo le stime dell’IEA, entro il 2035 la domanda di elettricità dei veicoli elettrici rappresenterà meno del 10% del consumo finale globale di elettricità, considerando che secondo le previsioni si arriverà a circa 525 milioni di auto elettriche. In base alle attuali politiche, metà delle auto vendute a livello globale entro il 2035 sarà elettrica, una cifra che salirebbe al 66% se i Paesi rispettassero tutti gli impegni annunciati in materia di energia e clima.

Secondo le stime dell’Agenzia, nel 2024 le vendite di auto, furgoni, camion, autobus e veicoli a due e tre ruote elettrici dovrebbero raggiungere i 17 milioni a livello globale, rispetto ai quasi 14 milioni del 2023, grazie alla forte crescita in Cina, Stati Uniti e UE. Una crescita di circa del 21%, in discreto calo rispetto al 35% registrato l’anno scorso rispetto al 2022. Nel primo quarto di quest’anno, le vendite di EV sono aumentate del 25%: un trend simile rispetto a quello registrato nello stesso periodo l’anno scorso, con numeri che equivalgono le vendite totali del 2020.

Tuttavia, nonostante i numeri ottimistici l’attuale contesto suggerisce cautela. Infatti, il rapporto giunge mentre i produttori e i fornitori di automobili sono alle prese con una crisi globale che ha portato a fallimenti, cancellazioni di offerte pubbliche iniziali e riduzione della produzione. I rapidi investimenti nella capacità produttiva lungo la supply chain e i progressi tecnologici che hanno caratterizzato lo sviluppo di batterie meno costose (come quelle al litio-ferro-fosfato – LFP prodotte da CATL e Byd) hanno superato l’attuale domanda di veicoli elettrici, spingendo le aziende da un lato a ridurre le spese e dall’altro a concepire nuove strategie commerciali (spesso in collaborazione con le industrie cinesi). “Le case automobilistiche europee e statunitensi”, evidenzia l’IEA, “sono sottoposte a una crescente pressione a causa dell’inizio dell’esportazione su larga scala da parte delle case automobilistiche cinesi e stanno adeguando di conseguenza la strategia aziendale”.

Questo mese, Tesla (che proprio sulle batterie LFP ha annunciato una partnership con CATL, in compliance con l’IRA) ha dichiarato di voler ridurre la sua forza lavoro globale di oltre il 10% a causa del calo delle vendite e dell’aumento della concorrenza sul mercato, specialmente dai brand cinesi. L’azienda texana ha infatti perso lo scettro di maggior venditore di veicoli elettrici al mondo a favore della BYD nel quarto trimestre del 2023 (i due contano per circa il 35% dello share di mercato), nonostante abbia registrato vendite trimestrali record.

La Cina mantiene la sua leadership di mercato per le auto elettriche (con il 60%) e si prevede che le vendite quest’anno raggiungeranno circa 10 milioni, pari a circa il 45% di tutte le vendite di auto nel Paese ha dichiarato l’IEA nel suo report. Già a marzo di quest’anno, il Paese ha stabilito un nuovo record, con il 60.4% delle vendite NEV (“New Energy Vehicle) e una crescita del 10% su base annuale. Negli Stati Uniti, si prevede che circa un’auto su nove sarà elettrica, stimolata in parte dall’Inflation Reduction Act (IRA) mentre in Europa, nonostante le prospettive generalmente deboli per le vendite di autovetture, le auto elettriche sarebbero ancora sulla buona strada per rappresentare circa un’auto su quattro venduta, ha aggiunto l’Agenzia. Rimane tuttavia molto incerto il quadro regolatorio e di policy, con le elezioni europee (ed americane) incombenti e il possibile cambio di leadership alla Commissione europea.

A livello industriale, più di metà di tutti i veicoli elettrici sono stati prodotti da case automobilistiche cinesi nel 2023, rispetto ad appena il 10% delle auto con motore a combustione. Dati che parlano sulla strategia di Pechino. La Cina è stata il più grande esportatore di auto nel 2023, vendendo circa 4 milioni di unità all’estero. Di queste, 1,2 milioni erano veicoli a batteria. Le aziende cinesi, come BYD, sono le maggiori vincitrici del crescente mercato dei veicoli elettrici, grazie alle loro grandi capacità produttive e ai sussidi governativi che hanno permesso loro di abbassare i prezzi e di consolidarsi in alcuni mercati (come quelli emergenti, tra cui Vietnam, Thailandia e altri paesi del sud-est asiatico).

Dati che suscitano preoccupazioni tra i governi occidentali (specialmente negli Usa) sulla sovracapacità di batterie e veicoli di cui disporrebbe Pechino, pronta ad inondare i mercati laddove possibile. Su entrambe le sponde dell’Atlantico la prospettiva di una possibile invasione di auto a buon prezzo dalla Cina ha portato Washington e Bruxelles a correre ai ripari, rispettivamente escludendo dall’industria delle batterie nordamericana i fornitori cinesi, indagando i possibili rischi sulla sicurezza nazionale e valutando potenziali contromisure anti-dumping nei confronti della Cina (che ha, secondo le prime evidenze, fortemente sussidiato l’industria nazionale EV).

È proprio la prospettiva di auto elettriche a prezzi accessibili (quest’anno il focus dell’outlook è proprio sull’”affordability”) a poter rappresentare il vero punto di svolta per l’industria e il mercato, sia globale che regionale. L’IEA ritiene che la produzione di batterie (in GWh) sarà “più che sufficiente” per raggiungere gli obiettivi delle auto elettriche. A fine 2023, secondo i dati della società di market intelligence CRU Group, il 76% della capacità produttiva è localizzata in Cina, su un totale di 1.017 GWh a livello globale. Ed è qui che i vantaggi di scala stanno realizzando una significativa riduzione dei costi (contando che il pacco batteria rappresenta circa il 40% del costo per EV). Senza contare le innovazioni possibili, tra cui le batterie al sodio o allo stato-solido che tuttavia sembrano ancora lontane dal rimpiazzare totalmente quelle dominanti al litio. Il prezzo finale, dunque, rimane un fattore determinante – ma non esclusivo – per stabilire una correlazione diretta con l’adozione di massa delle auto elettriche.

Una tendenza che ha già preso velocità in Cina, dove in sei casi su dieci la versione elettrica è già più economica dell’equivalente auto a combustione interna (ICE). In Occidente, invece, questi veicoli – per lo più auto di grandi dimensioni o sportive, il che fa lievitare il loro prezzo medio – sono ancora tra il 10% e il 50% più costosi delle loro controparti a benzina, anche se sono già significativamente più economici nel loro intero ciclo di vita: secondo i calcoli dell’Agenzia, l’elettricità è e sarà molto più economica del carburante nella maggior parte dei mercati. Per una vera e propria equivalenza dei prezzi al di fuori della Cina, secondo l’IEA, bisognerà aspettare comunque almeno il 2030.

Proprio in questa prospettiva, un altro aspetto interessante evidenziato dal rapporto è la differenza dei costi di produzione delle batterie tra la Cina, da un lato, che ha giganti dell’industria come Catl, e gli Stati Uniti e l’Europa, dall’altro che invece non hanno veri e propri campioni nazionali (con l’eccezione di Northvolt, start-up svedese): le case automobilistiche europee devono spesso ricorrere a joint venture con produttori asiatici (le cinesi o le coreane LG Energy Solution e Samsung SDI). Secondo lo studio, produrre una batteria negli Stati Uniti può essere più costoso del 20% rispetto alla Cina, anche ipotizzando che i costi dei materiali siano gli stessi in entrambi i paesi. In realtà, i produttori cinesi beneficiano di prezzi preferenziali da parte dei produttori locali di materiali e componenti, contando su un’industria profondamente integrata e partecipando attivamente lungo la catena di fornitura dalle batterie alle miniere. Un aspetto, spesso sottovaluto, che potrebbe significare che “il divario dei costi di produzione sia ancora più grande”, si legge nell’outlook.

Ma, come detto, non si tratta solo di veicoli e batterie. Secondo l’Agenzia, l’aumento degli investimenti nelle infrastrutture per i veicoli elettrici, insieme al continuo sostegno delle politiche rivolte ad incentivare la domanda, saranno similmente determinanti in futuro. L’IEA ha stimato che la disponibilità di punti di ricarica pubblici dovrà tenere il passo con le vendite di EV affinché la crescita continui: il numero di punti di ricarica installati in tutto il mondo è aumentato del 40% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Secondo l’analisi, le reti di ricarica dovranno crescere di sei volte entro il 2035 per supportare la penetrazione dei veicoli elettrici a cui si ispirano gli scenari di decarbonizzazione più stringenti.

“Le auto elettriche continuano a fare progressi per diventare un prodotto di massa in un numero maggiore di Paesi. I margini ridotti, la volatilità dei prezzi del metallo delle batterie, l’inflazione elevata e l’eliminazione graduale degli incentivi all’acquisto in alcuni Paesi hanno suscitato preoccupazioni sul ritmo di crescita del settore, ma i dati di vendita a livello globale rimangono forti”, si legge. Le discrepanze a livello regionale – in termini di share di mercato e di policy oltre che di capacità di penetrazione per la presenza di modelli BEV più accessibili – rimangono infatti un neo importante e che potrà impattare considerevolmente le cifre mondiali e la divaricazione del network geografico della produzione.


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