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Droni contro la centrale di Zaporizhia. Qual è la situazione

Zaporizhzhia centrale nucleare

Nella giornata di domenica sono stati portati avanti tre diversi attacchi contro la centrale di Enerhodar, per i quali la Russia accusa l’Ucraina e i suoi droni. Mentre l’Iaea torna a sottolineare i rischi

“Invito ad astenersi da azioni che contraddicono i cinque principi dell’Iaea e mettono a rischio la sicurezza nucleare”. A mandare questo messaggio è stato Rafael Grossi, presidente dell’International Atomic Energy Agency (sul cui profilo X è stata rilanciata la dichiarazione dell’esponente di spicco), dopo che domenica 7 aprile la Federazione Russa ha dichiarato che l’infrastruttura della centrale nucleare di Enerhodar, sita nell’oblast di Zaporizhia e militarmente occupata dalla forze armate russe, è stata colpita in tre diversi attacchi da quelli che si presumono essere droni ucraini. Le forze ucraine hanno negato le accuse rivolte loro: “L’Ucraina non è stata coinvolta in alcuna provocazione armata sul territorio della Znpp (Zaporizhizhia Nuclear Power Plant), che è illegalmente occupata dalla Russia”, ha detto all’Ukrainska Pravda Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence militare ucraina, il quale ha anche invitato le truppe russe a ritirarsi dal luogo. I tre attacchi, avvenuti in momenti cronologicamente diversi, avrebbero colpito prima la mensa della centrale nucleare, poi un’area di deposito logistico, e infine una delle cupole della centrale.

Secondo i funzionari dell’impianto, in seguito all’impatto i livelli di radiazione registrati sono rimasti normali, e i danni riportati dalla struttura non sono stati girati. Ma l’agenzia nucleare statale russa Rosatom, responsabile della gestione dell’impianto sin dalla sua occupazione nelle prime settimane successive all’inizio dell’invasione, ha dichiarato che tre persone sono rimaste ferite nell’azione.

“Sebbene il team non abbia finora osservato alcun danno strutturale a sistemi, strutture e componenti importanti per la sicurezza nucleare o la protezione dell’impianto, ha riferito di aver osservato lievi bruciature superficiali alla sommità del tetto della cupola del reattore dell’Unità 6 e l’incisione di una lastra di cemento che sostiene i serbatoi di stoccaggio dell’acqua primaria di reintegro”, si può leggere nel report rilasciato dall’Iaea dopo che un team di esperti aveva visitato il sito.

La centrale di Enerhodar dispone in totale di sei reattori Vver-1000 V-320 di progettazione sovietica, raffreddati e moderati ad acqua e contenenti uranio-235. I reattori numero uno, due, cinque e sei sono in arresto a freddo, mentre il reattore numero tre è fermo per riparazioni e il numero quattro è in cosiddetto “arresto a caldo”, secondo quanto affermato dall’amministrazione dell’impianto. In esso è presente anche combustibile nucleare esaurito. La relativa vicinanza di queste strutture alla linea del fronte ha portato più volte, negli ultimi ventisei mesi, a correre il rischio di disastro nucleare.

Sia per i proiettili (tanto colpi di artiglieria quanto loitering munitions) direttamente rivolti contro la centrale stessa, che per motivazioni “indirette”. Come ad esempio nel caso della rottura della diga di Kakhovka, avvenuta nel giugno del 2023, dal cui bacino affluiva alla centrale l’acqua necessaria per il processo di manutenzione dei reattori.



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