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Verso un’IA a misura d’uomo. Meloni porta per la prima volta un papa al G7

Con un videomessaggio, la presidente del Consiglio ha dato la notizia: Bergoglio prenderà parte al vertice di giugno e interverrà per parlare dell’uso etico e responsabile della tecnologia. L’obiettivo è porre l’uomo al centro della “più grande sfida di quest’epoca”

Mai un papa aveva preso parte a un G7. Francesco lo farà in occasione dell’incontro dei leader – di scena a Borgno Egnazia, in Puglia dal 13 al 15 giugno – per parlare di Intelligenza Artificiale. Lo ha annunciato Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. “Ringrazio di cuore il Santo Padre per aver accettato l’invito dell’Italia. La sua presenza dà lustro alla nostra nazione e all’intero G7”. Il pontefice interverrà molto probabilmente da remoto “nella sessione outreach, quella aperte anche ai Paesi invitati e non solo ai membri del G7. Sono convinta che la presenza di Sua Santità darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’intelligenza artificiale”.

Proprio l’apporto del Vaticano è stato molto importante ai fini di questo discorso. “Penso ad esempio”, ha osservato Meloni, “al cammino avviato nel 2022 con la Rome Call for AI Ethics, un percorso che porta a dare applicazione concreta al concetto di algoretica, ovvero dare un’etica agli algoritmi”. A coniare il termine è stato padre Paolo Benanti, scelto dal governo per guidare la Commissione AI per l’informazione, secondo il quale uno sviluppo sostenibile ed etico può avvenire solo ed esclusivamente se l’uomo viene messo al centro dei discorsi – e quindi bilanciando rischi e benefici che la tecnologia può avere su di lui. Tale percorso, che rientra in un approccio molto più ampio, verrà presentato ai leader del gruppo, per cercare di trovare una comunione di intenti.

Nel suo videomessaggio, la presidente del Consiglio ha sottolineato che sull’IA – su cui è fitto il dialogo con l’amministrazione Biden come dimostra la recente visita a Roma di Gina Raimondo, segretaria al Commercio degli Stati Uniti – “si misurerà ancora una volta la nostra capacità, quella della comunità internazionale di fare ciò che il 2 ottobre del 1979 un altro Papa. San Giovanni Paolo II ricordava nel suo celebre discorso alle Nazioni Unite: ‘L’attività politica, nazionale e internazionale viene dall’uomo, si esercita mediante l’uomo ed è per l’uomo’. Quello sarà sempre il nostro impegno e il nostro cammino”, ha chiosa.

Pertanto, l’obiettivo richiesto “non a torto da molti” è che l’IA sia “la più grande sfida antropologica di quest’epoca, una tecnologia che può generare grandi opportunità ma porta con sé anche grandi rischi, oltre a incidere inevitabilmente sugli equilibri globali”. Una sfida che, ha aggiunto Meloni, “nessuno di noi può pensare di affrontare da solo”.

Neanche l’Italia ovviamente, sebbene pioniera in questo campo. Il disegno di legge sull’IA portato in Consiglio dei ministri e presentato agli italiani è un primo passo importante, di certo incoraggiante, ma ancora incompleto. Servirà delineare meglio alcuni dettagli e, soprattutto, servirà giocare di sponda con gli alleati europei. Con l’approvazione dell’AI Act europeo, da Bruxelles è arrivato un chiaro messaggio: la tecnologia è utile, ma servono dei paletti entro cui lasciarla esprimere altrimenti i pericoli superano di gran lunga il resto.

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