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C’era vita su Marte? Così l’Italia aiuta a trovare una risposta. Parla Comparini

Riprende la ricerca di tracce di vita su Marte grazie a ExoMars. Prime contractor della missione è Thales Alenia Space Italia, che fornirà il modulo di ammartaggio, oltre al laboratorio del rover che dovrà analizzare i campioni (raccolti dalla trivella made in Leonardo) a caccia di tracce organiche. L’intervista di Airpress all’ad di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini

Dopo lo stop imposto alla missione ExoMars a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, con Mosca che forniva il razzo, il rover e il lander, l’Agenzia spaziale europea ha ripreso il percorso della missione, il cui obiettivo è cercare tracce di vita su Marte. Airpress ha intervistato l’amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini, la cui azienda è prime contractor industriale della missione.

Ingegnere, Thales Alenia Space Italia ha di recente sottoscritto un contratto con l’Esa per la realizzazione del Modulo di ingresso, discesa e atterraggio su Marte, l’Edlm. Come si configura questo nuovo modulo, e quali sono le sue caratteristiche principali?

Poche settimane fa abbiamo, appunto, firmato con l’Agenzia spaziale europea il contratto che ha avviato formalmente il restart della missione, dopo un periodo di studio architetturale di un anno. Nella nuova configurazione, infatti, sia il lanciatore – precedentemente in carico ai russi – sia i motori per l’ammartaggio saranno in carico agli Stati Uniti. Il modulo per l’ammartaggio, invece, sarà appunto l’Edlm (Entry, descent and landing module), una componente molto importante dal momento che dovrà assicurare un arrivo sulla superficie marziana sicuro e corretto per il rover. Si tratta di una struttura di circa quattro metri di diametro, per due tonnellate di massa. La struttura è equipaggiata con tecnologia ed elettronica tutta europea, così come sono europei anche i paracadute. L’intera struttura è poi dotata di scudo termico, necessario per assicurare una corretta inserzione nell’atmosfera di Marte e per garantire che il rover arrivi funzionante sul Pianeta.

Oltre al modulo per l’ammartaggio, Thales Alenia Space Italia ha anche realizzato una parte fondamentale per l’intera missione, il laboratorio in situ, l’Analytical laboratory drawer Ald, che si occuperà di analizzare i campioni di suolo marziano raccolti dalla trivella sviluppata, sempre in Italia, da Leonardo. Quali risultati ci si aspetta da questo laboratorio automatico?

Questa è forse la parte più importante della missione. Leonardo ha sviluppato una vera e propria trivella spaziale che consente di prelevare campioni di terreno marziano fino a due metri di profondità. Un dettaglio non secondario, dal momento che gli scienziati ritengono che queste profondità siano state sufficienti a schermare le eventuali tracce di sostanze organiche dall’intenso campo di radiazioni che invece investe la superficie del Pianeta rosso. L’Ald è dunque un laboratorio dotato di sistemi di ricognizione visiva dei campioni, ha uno spettrometro di massa e uno spettrometro Raman, attraverso i quali cercherà di comprendere la composizione dei campioni e, eventualmente, identificare potenziali tracce di molecole organiche, che potrebbero essere, diciamo, i blocchetti di base per forme di vita. L’intero sistema sarà quindi in grado di prelevare campioni a una profondità mai raggiunta prima, e noi abbiamo messo a disposizione questo laboratorio automatico, controllato da Terra, che potrà analizzare in situ questi campioni.

Thales Alenia Space, inoltre, è già in orbita attorno al Pianeta rosso, grazie al suo Trace gas orbiter (Tgo), protagonista della prima parte della missione ExoMars. Di cosa si sta occupando questa sonda orbitale marziana, e come aiuterà la seconda fase della missione?

Il Tgo è in orbita dal 2016 e, come dice anche il nome, aveva l’obiettivo di studiare la composizione chimica dell’atmosfera marziana, cosa che ha fatto e che sta facendo. Inoltre, il satellite aveva e ha il compito di rilanciare i segnali radio dai vari rover e sonde presenti su Marte verso la Terra, missione svolta anche per le apparecchiature della Nasa. L’ottimo stato di salute del satellite ha permesso di estenderne la missione, e quindi il Tgo continuerà a fungere da ponte radio anche in supporto della missione ExoMars 2028.

Al Pianeta rosso si guarda con interesse anche in vista di una missione umana. Prima di raggiungere Marte, però, un importante passaggio sarà quello sulla Luna, con le missioni Artemis. In questo senso, e in generale per l’avventura umana verso altri Pianeti, quali saranno i futuri contributi di Thales Alenia Space Italia?

Oggi la proiezione dell’esplorazione umana punta alla Luna e a Marte con una differenza: sulla prima contiamo di arrivarci già con la terza missione del programma Artemis, che dovrà riportare gli astronauti sulla superficie del satellite. Per questa missione Thales Alenia Space Italia sta già contribuendo con la costruzione di tre moduli, due come contributo dell’Esa, tramite naturalmente l’Agenzia spaziale italiana, e uno direttamente per la Nasa in collaborazione con Northrop Grumman. Si tratta dei tre moduli del Gateway, la prima stazione spaziale che sarà in orbita cislunare e che dovrà supportare le prossime missioni che raggiungeranno il satellite. Circa due mesi fa, inoltre, siamo partiti con lo studio da parte dell’Asi per la configurazione di un primo modulo di superficie lunare, chiamato Multipuropse habitat (Mph) che dovrà verificare, appunto, le tecnologie per la realizzazione di un habitat pressurizzato adatto alla permanenza sul suolo della Luna. Nei prossimi mesi, inoltre, ci sarà la selezione della gara dell’Esa, a cui abbiamo partecipato, per la realizzazione del primo lander europeo, Argonaut, che ha l’obiettivo di sviluppare un sistema in grado di trasportare un carico di circa due tonnellate verso la Luna. Le numerose missioni, circa un’ottantina previste per il 2035, richiederanno infatti molto materiale trasportato da Terra. La Luna, dunque, diventa un vero e proprio laboratorio per l’esplorazione umana oltre l’atmosfera. Sulla Luna impareremo ad avere una presenza continua di astronauti che dovranno operare in quel contesto, ostile e complesso, che ci insegnerà a utilizzare al meglio le risorse.

E questo in ottica, un domani, di Marte…

Tutto questo è fondamentale per Marte, anche se la prima proiezione prevedrà delle missioni robotiche, che anticiperanno l’arrivo dell’umanità sul Pianeta rosso. Queste missioni aumenteranno la nostra conoscenza dell’ambiente e ci darà la possibilità di immaginare come operare in funzione delle caratteristiche marziane. Si tratta quindi di un percorso di continuità, con le differenze del caso, nell’esplorazione planetaria della Luna e poi di Marte, come testimoniato anche dallo slogan della Nasa “Moon to Mars”.

In tutto questo, che ruolo gioca l’Italia?

In tutte queste missioni c’è molta tecnologia italiana, delle grandi imprese come Leonardo e Thales Alenia Space, così come del contributo importante di una filiera ricca di piccole e medie imprese nazionali. Effettivamente, sia il programma lunare, con la collaborazione con la Nasa, sia il nostro ruolo nell’ambito dell’Agenzia spaziale europea, testimonia l’importanza del patrimonio tecnologico dell’intero sistema industriale spaziale italiano, oltre – naturalmente – all’importante connessione con la comunità accademica e scientifica.



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