La prossima settimana l’incontro tra i ministri dell’Economia, che precede il summit di Borgo Egnazia. In agenda, la monetizzazione dei beni sequestrati a Mosca e il primo pilastro della minimum tax. Ma non solo
Dopo l’ambiente e l’industria, ora tocca alla grande finanza confrontarsi sui temi globali. L’anno di presidenza italiana del G7 entrerà nel vivo la prossima settimana con il G7 finanziario in calendario a Stresa, dal 23 al 25 maggio, presieduto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Manager e imprenditori si sono già confrontati in occasione del B7 tenutosi presso Confindustria. Ora è il momento di chi è chiamato a tutelare i conti pubblici e imbastire la politica economica di un grande Paese.
Tra i temi in agenda, in alcuni casi da mettere a punto per il vertice dei capi di Stato e di governo di giugno a Borgo Egnazia, c’è per esempio quello del destino dei proventi straordinari degli asset finanziari russi congelati in Europa a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Nel corso della sessione dedicata al tema Ucraina, prevista per sabato con la partecipazione del ministro delle Finanze ucraino Sergii Marchenko, potrebbe essere valutata con favore la decisione dell’Unione europea di utilizzare gli utili di questi asset russi.
Il pressing in questa direzione, come noto, arriva soprattutto dagli Stati Uniti. Non è finita. Il tema dell’Intelligenza Artificiale, sarà altrettanto centrale, se non altro perché particolarmente caro alla presidenza italiana. Il ministro Giorgetti ha già anticipato che si guarderà all’impatto della AI sul settore pubblico e sulle variabili macroeconomiche e l’argomento sarà occasione di confronto anche con altri paesi ospiti al tavolo dei sette Grandi. E lo stesso ministro per le Imprese, Adolfo Urso, ha dichiarato in occasione del B7 poc’anzi citato come l’Intelligenza Artificiale sia “un pilastro strategico della sovranità industriale dei Paesi del G7. La crescita di questi Paesi in termini economici e nel livello di competitività è strettamente legato alle cosiddette tecnologie di frontiera”.
Ancora, sul dossier della Global minimum tax, eredità di numerosi G7 ormai, l’Italia sta cercando di trovare una mediazione ritenuta difficile per poter arrivare ad una conclusione positiva per il vertice di giugno. Promossa dall’Ocse, punta a tassare del 15% i proventi delle multinazionali. La misura si articola in due pilastri: il primo deve disciplinare la redistribuzione dei profitti delle multinazionali in base al luogo in cui i consumatori si trovano. Sul primo pilastro non c’è ancora accordo, mentre sul secondo, che è sulla tassazione delle multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni, in Europa è entrata in vigore proprio all’inizio di quest’anno.