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Primo maggio, sul lavoro è il momento di osare di più. Il commento di Bonanni

primo maggio

I sindacati e le imprese, insieme, devono offrire una proposta all’altezza delle sfide di questa epoca. Dovrà essere una proposta  per unire i migliori che sono presenti in ogni forza politica. Il Paese ha bisogno di recuperare le sue forze migliori e usarle per cause nobili, di grande interesse sociale e di prospettive strategiche per l’Italia inserita pienamente in una nuova Unione europea

Questo primo maggio capita in un tempo straordinario e le organizzazioni del lavoro, lavoratori o imprese che siano, devono tenerne conto e intraprendere nuovi cammini.

Imprese e lavoratori dovranno evitare divisioni e concordare proposte uniche se vogliono uscire dalla marginalità in cui si trovano e ridare senso alla loro straordinaria importanza per gli interessi e storia che rappresentano.

Hanno sperimentato sulla loro pelle i danni gravi che procura la loro mancanza di coesione e collaborazione e lo scollamento con le istituzioni di cui soffrono. Il debito continua a essere ingrossato da una politica che conosce solo bonus ed assistenza per aumentare un effimero consenso. Se dovessimo sommare il costo dei bonus erogati dai governi, il reddito di cittadinanza e i superbonus per le abitazioni, verrebbe alla luce una somma che supererebbe gli investimenti previsti del Pnrr. Una condizione penosa che toglie ossigeno all’Italia.

Il governo ha incontrato lunedì i sindacati per annunciare alcuni provvedimenti per il lavoro dipendente ed imprese: un bonus tredicesima di un centinaio di euro che si incasserebbe a gennaio per chi non supera i 28 mila euro e ha almeno coniuge e un figlio a carico; si confermerebbero dopo qualche incertezza tasse al 5% per le somme percepite fino a 3 mila euro per l’incremento della produttività; benefici fiscali e contributivi per le imprese che assumono giovani donne con contratti a tempo indeterminato, che nel periodo precedente hanno incrementato assunzioni; aumenti importanti di budget per i fondi di coesione e penalizzazioni per coloro che non li utilizzano o li usano male.

Nel giudicare questi provvedimenti con il metro usato con quelli fatti da altri governi, si potrebbe dire che sono persino più definiti. Ma il tema è quello di concepire un qualcosa che susciti la cooperazione di tutti e osare molto di più per un piano che rilanci il Paese in una visione di insieme sulle tasse, sullo sviluppo che si vuole ottenere, sui rami da tagliare, sulla education che ci serve, sulla necessaria pacificazione del Paese.

Per questa ragione i sindacati e le imprese, insieme, devono offrire una proposta all’altezza delle sfide di questa epoca. Dovrà essere una proposta non per promuovere divisioni ma per unire i migliori che sono presenti in ogni forza politica. Questo serve al Paese che con la turbolenza geopolitica, il debito assai oneroso, i ritardi storici, e una divisione profonda ma non seria nel Paese, ha bisogno di recuperare le sue forze migliori e usarle per cause nobili e di grande interesse sociale e di prospettive strategiche per l’Italia inserita pienamente in una nuova Unione europea.

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