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Asimmetrie Navali. Ecco come l’Ucraina ha rovesciato le sorti della guerra nel Mar Nero

Nonostante i (relativamente) pochi fondi e la scarsa esperienza specifica, Kyiv è riuscita a mettere in atto una campagna navale asimmetrica che ha costretto Mosca ad una battuta d’arresto. E le grandi potenze prendono appunti

Di necessità virtù. Questo potrebbe essere il motto della marina ucraina, che negli ultimi anni ha dovuto adattarsi all’evolversi del contesto politico, strategico, ed economico, ristrutturandosi completamente e rendendosi capace di affrontare con successo una flotta russa nettamente superiore, almeno sulla carta.

In seguito all’annessione della Crimea nel 2014, Kyiv ha perso simultaneamente il suo quartier generale navale sito a Sebastopoli e buona parte della sua flotta. Il danno era stato così importante che nel febbraio 2022, al momento dell’inizio dell’invasione su larga scala, la marina ucraina era virtualmente inesistente. Pochi pattugliatori, totalmente inadeguati a combattere contro la soverchiante potenza militare navale di Mosca.

Ma fin da subito, le forze ucraine hanno iniziato ad impiegare missili e droni nella conduzione delle loro operazioni marittime, aprendo una nuova stagione nella guerra asimmetrica sul mare. Orde di Uncrewed Sea Vehicles (Usv) e Unmanned Aerial Vehicles (Uav), spesso impiegati in concomitanza con sistemi missilistici per scopi di saturazione, sono stati lanciati contro navi della flotta russa, oltre che contro bersagli logistici e sistemi militari di vario genere, inficiando nettamente la capacità operativa della Černomorskij Flot.

Nonostante l’importanza dell’affondamento nell’aprile del 2022 dell’incrociatore Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, l’episodio simbolo del cambio di passo per l’Ucraina è avvenuto pochi mesi dopo, nell’ottobre del 2022, quando sette Usv e nove Uav hanno attaccato la base navale di Sebastopoli, danneggiando (secondo quanto riferito) la fregata classe Admiral Grigorovič “Admiral Makarov” e il dragamine “Ivan Golubets”. Seppure nessuna delle due imbarcazioni sia stata completamente distrutta, l’operazione ha dimostrato come l’Ucraina possa utilizzare simili sistemi per realizzare attacchi con un altissimo tasso di cost-effectiveness.

Nei mesi successivi simili attacchi sono divenuti sempre più frequenti, e sebbene la Russia abbia lavorato per migliorare le proprie difese in funzione anti-drone, alcune navi della Flotta del Mar Nero sono comunque state affondate, come la nave da sbarco “Caesar Kunikov”, la motovedetta “Sergey Kotov”, la corvetta “Ivanovets” e altre ancora. Ad inizio 2024 l’Ucraina ha stimato che di aver messo fuori uso circa un terzo delle navi della Flotta del Mar Nero attraverso queste operazioni. A queste perdite si aggiungono i già menzionati danneggiamenti delle infrastrutture, incluso il ponte di Kerch, tramite il quale la penisola id Crimea si collega alla terraferma russa.

Come conseguenza di questo nuovo approccio, Mosca è stata costretta a spostare verso Est il baricentro delle sue operazioni navali, riducendo così la capacità operativa nelle acque più vicine alle coste dell’Ucraina, che ha potuto ricominciare ad utilizzarle anche per fini di esportazione.

Gli strateghi di tutto il mondo stanno studiando le dinamiche in atto nel Mar Nero per adattare le proprie strutture militari. La stessa Russia sta sperimentando i propri Usv che potrebbero essere utilizzati per individuare e neutralizzare quelli ucraini. E gli analisti della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese hanno mostrato pubblicamente il loro forte interesse verso la strategia asimmetrica di Kyiv. Mentre gli Stati Uniti stanno progettando di costituire uno sciame di droni per contrastare la potenza marittima di Pechino nell’area indo-pacifica. E non vi è dubbio che, nei calcoli delle grandi potenze, l’esempio dei droni ucraini nel Mar Nero viene tenuto a mente.

 



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