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Ecco la grande ascesa della Borsa indiana

Dopo aver sorpassato la Cina per numero di abitanti, il Paese degli elefanti si prende un altro scettro, quello delle Borse. Dal private equity ai fondi pensione, la finanza occidentale è ormai intenzionata a investire sui listini indiani, relegando la Cina al ruolo di seconda

Le avvisaglie, a dire il vero, già c’erano. Era l’inverno del 2024 quando il mondo cominciava ad assistere a un movimento, piuttosto ampio, di capitali verso l’India. Quattro mesi dopo, nei giorni in cui Narendra Modi si prepara a guidare il Paese sull’onda di un terzo mandato, la musica non è cambiata. Anzi, chi aveva saggiato l’economia indiana settimane fa, ora si è convinto a fare il grande salto e puntare dritto alla Borsa di Mumbai, ormai il nuovo cuore finanziario asiatico (alla fine del 2023, l’India è risultato il quarto mercato borsistico più capitalizzato, con un valore complessivo di 3.800 miliardi di dollari). E questo a discapito della Cina.

Ci sono delle motivazioni ben precise se la grande finanza occidentale, soprattutto quella che risponde al nome di Wall Street, guarda con sempre maggiore interesse alla città portuale con 26 milioni di abitanti e il più alto numero di miliardari in Asia. Primo, l’India cresce, come nessun altro grande Paese nel mondo, a ritmi vorticosi. Il Pil segna regolarmente un + 7-8 % all’anno, con il risultato che l’economia è ormai la quinta al mondo, al pari della Gran Bretagna. E il premier Modi promette di portarla ancora più in alto.

Secondo aspetto, all’inizio di quest’anno, l’India ha battuto anche un altro record: con 1,4 miliardi di abitanti, la sua popolazione ha superato quella della Cina, che per più di tre secoli aveva detenuto il primato demografico di Paese più popoloso al mondo. Così, in una fase in cui la crescita economica e le ambizioni geopolitiche della fabbrica del mondo si apprestano a fare i conti con il declino e il rapido invecchiamento dei cittadini (l’età media in Cina è di 38,4 anni), complici le fallimentari politiche economiche messe fin qui a terra, per almeno mezzo secolo ancora l’India, con un’età media di 28,4 anni, potrà approfittare di un dividendo demografico impareggiabile.

Entro il 2030 la popolazione indiana in età da lavoro si espanderà di oltre 100 milioni di unità, portandola a superare il miliardo, mentre quella cinese si contrarrà di 40 milioni, portandola sotto ai 950 milioni. Tutto questo vuol dire una sola cosa: maggiori consumi, dunque maggiore ricchezza. Miele per gli investitori. I quali, in queste settimane, stanno compiendo veri e propri viaggi del business, proprio alla Borsa di Mumbai, per portare i loro capitali in India. Ci sono, per esempio, i giganteschi fondi pensione americani, che da soli muovono interi pezzi dell’economia statunitense. Oppure le grandi banche giapponesi, che già da tempo guardano al Paese, insieme all’universo del private equity e a battitori liberi, come miliardari o imprenditori.

A monte di tale entusiasmo c’è la consapevolezza che l’India dispone di punti di forza che attualmente mancano ad altre grandi economie emergenti. I clienti stranieri, ha detto un dirigente di banca indiano, “gravitano verso l’India perché sta mostrando una crescita affidabile, la sua valuta è stabile, sta mostrando disciplina fiscale”. E se l’India appare migliore agli occhi degli investitori globali, Cina e Russia appaiono ammaccate o quanto meno meno attraenti dell’India. Il miracoloso motore di crescita della Cina si è ormai inceppato, dopo tre decenni a tutto gas. Anche perché c’è il fattore sanzioni.

Come raccontato da Formiche.net, infatti, gli Stati Uniti hanno ormai messo nel mirino molte banche e finanziarie cinesi che fungono tra crocevia per i pagamenti della Russia verso la Cina. Il timore si è diffuso, tanto che diversi istituti del Dragone hanno fermato i motori e messo in stand by i rapporti con Mosca. Tensioni che non sono certo una calamita per gli investitori, preoccupati a loro volta di portare i loro soldi in un Paese accusato dall’Occidente di sostenere la guerra della Russia in Ucraina.

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