Skip to main content

Come sarà l’architettura finanziaria per supportare l’attuazione del Piano Mattei

Non risorse già stanziate, ma una vera e propria architrave finanziaria. Tecnicamente il GRAf si somma al Plafond Africa, previsto dal D.L. 89/2024 del 29 giugno scorso, che consente a Cassa depositi e prestiti di elargire finanziamenti, per un massimo di 500 milioni di euro, a valere sulle risorse proprie, a sostegno di imprese che operano in Africa per supportare i progetti promossi nell’ambito del Piano Mattei

È pronta l’architettura finanziaria per supportare l’attuazione del Piano Mattei per l’Africa, con la possibilità di cementare la partnership strategica con la Banca Africana di Sviluppo. Da Cdp e Afdb ecco il fondo da 400 milioni di euro in cinque anni per la crescita del settore privato africano, attraverso la piattaforma Growth and Resilience platform for Africa (GRAf). Uno strumento che permetterà la concretizzazione di una serie iniziative mirate, al fine di stimolare lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti presenti sul territorio e, così facendo, gettare le basi per creare nuove opportunità di investimento congiunte.

La ratio del fondo

Cassa depositi e prestiti e African Development Bank (Afdb) immetteranno fino a 400 milioni di euro nel prossimo lustro per affiancare la crescita del settore privato: tramite la nuova forma di collaborazione, infatti, Cdp e la Banca Africana di Sviluppo effettueranno uno step in avanti alla voce organizzazione finanziaria e progettazione operativa. Nello specifico la nuova piattaforma sarà l’unica “porta” di accesso per le opportunità di investimento nel continente.

I fondi verranno immessi nel comparto economico africano con il macro obiettivo di creare un ulteriore movimento: ovvero mobilitare altri 350 milioni di euro, per arrivare a un totale di 750 milioni. In questo modo i futuri investitori che aderiranno all’iniziativa avranno una sorta di corsia preferenziale per acquisire nuove conoscenze sul settore privato africano. Di conseguenza, potranno condividere le altre opportunità di investimento in fondi che gravitano sull’Africa, creando così opportunità e sistema. Alle firme erano presenti l’Ad di Cassa depositi e prestiti, Dario Scannapieco e il Presidente della Banca Africana di Sviluppo, Akinwumi Adesina.

Gli ambiti di intervento

Sicurezza alimentare, crescita delle pmi locali e infrastrutture sostenibili: questi i tre settori in cui l’investimento si concentrerà, nella consapevolezza che rappresentano la spina dorsale del Piano Mattei per la strategicità degli ambiti interessati e per il relativo peso specifico se rapportati alle esigenze locali nel medio-lungo periodo. Il settore privato, dunque, manifesta il proprio interesse per l’iniziativa del governo presentata da Giorgia Meloni al recente vertice G7 di Borgo Egnazia, che potrà generare benefici sull’economia reale in termini di creazione di posti di lavoro e miglioramento di prodotti e servizi essenziali in Africa.

Tecnicamente il GRAf si somma al Plafond Africa, previsto dal D.L. 89/2024 del 29 giugno scorso, che consente a Cassa depositi e prestiti di elargire finanziamenti, per un massimo di 500 milioni di euro, a valere sulle risorse proprie, a sostegno di imprese che operano in Africa per supportare i progetti promossi nell’ambito del Piano Mattei.

Il percorso

Il percorso del Piano, dunque, procede spedito, oltre ai circa 5 miliardi già annunciati dal premier al vertice Italia-Africa e che interessano diversi stati come Egitto, Tunisia, Kenya e Ruanda sulle sei linee direttrici, a cui si sommano iniziative come la tutela del Bacino del Congo e la “Misura Africa”, a partire da 200 milioni, per investimenti a sostegno dei processi di transizione digitale ed ecologica e per il rafforzamento patrimoniale, all’acquisto di beni e macchinari da parte della Farnesina.

In occasione dell’audizione delle Commissioni riunite Esteri Camera ed Esteri e Difesa Senato nell’ambito dell’esame dello Schema di decreto di adozione del Piano strategico Italia-Africa, l’ambasciatore Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della presidente del Consiglio, ha specificato che il piano è in primis “un piano del sistema Italia in tutte le sue articolazioni, un piano dell’Italia, un piano di interesse nazionale ma ancor di più credo un metodo, un approccio che in breve tempo ha già coinvolto oltre all’intero continente africano, gli Stati Uniti l’Europa e l’Unione europea alcune nazioni del Golfo e molti altri paesi che quotidianamente ci chiedono di come poter essere coinvolti”.



×

Iscriviti alla newsletter