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Per difendersi dai russi, gli ucraini hanno comprato un satellite. E i risultati si vedono

Una campagna di crowdfunding organizzata immediatamente dopo l’inizio dell’invasione russa ha permesso a Kyiv di acquistare da una società finlandese un satellite ad alta tecnologia. Migliorando esponenzialmente le sue capacità di Intelligence, surveillance and recognition

Nel conflitto in corso da più di due anni che vede l’Ucraina difendersi dall’invasione Russa, il fronte interno ha mantenuto un ruolo costantemente attivo. Pur non prendendo in mano un fucile o un qualsiasi altro tipo di arma, gli sforzi della società civile ucraina hanno permesso al proprio Paese di resistere all’attacco mosso da un avversario che gode(va) di una forte superiorità in molteplici dimensioni, legate o meno all’aspetto militare. Dando una forma plastica a quell’approccio di “guerra totale” teorizzato da alcuni degli esperti di Kyiv.

Una di queste iniziative di sostegno popolare riguarda lo Spazio. Un progetto di raccolta fondi tra la popolazione ucraina ha infatti permesso di finanziare il lancio e il mantenimento in orbita di un micro-satellite, acquistato dalla società finlandese Iceye, che viene utilizzato dal Hur (l’intelligence militare ucraina) per spiare le truppe russe, osservarne i movimenti ed acquisire bersagli da colpire con altre tipologie di armamenti. Con risultati che la stessa Hur definisce come “semplicemente straordinari”.

In una dichiarazione rilasciata a Politico il presentatore televisivo e attore ucraino Serhiy Prytula, a capo di una fondazione che ha contribuito alla raccolta dei fondi per il satellite, ha affermato che “grazie al satellite del popolo, i nostri militari sono riusciti a distruggere migliaia di obiettivi militari, tra cui il sottomarino Rostov-on-Don e la grande nave da sbarco Minsk, per citarne alcuni. Si è ripagato decine di volte”.

La Fondazione di Prytula opera già dai primi giorni dell’invasione russa, durante i quali ha contribuito ad organizzare le donazioni volontarie offerte dalla popolazione per comprare le armi necessarie ad armare i propri soldati, e a permettergli di respingere l’assalto delle truppe di Mosca. Con i circa 20 milioni di dollari raccolti con il crowd funding la fondazione avrebbe voluto acquistare tre droni di manifattura turca Bayraktar Tb-2, diventati un simbolo del conflitto (e della propaganda) durante le prime settimane di guerra per la loro efficacia. Ma il produttore turco Baykar Defense ha deciso di regalare i droni al Paese invaso. A quel punto i vertici della fondazione si sono consultati con i militari, decidendo di dirottare i fondi rimasti disponibili per acquistare da Iceye sia il satellite che l’accesso al database della società. “Non ricordo nessun caso in cui la società civile abbia acquistato un satellite per l’intelligence della difesa del proprio Paese. E sono stati gli ucraini a farlo. La gente ha sentito il potere di realizzare progetti così grandi per le proprie forze di difesa” ha commentato calorosamente Prytula.

La guerra in Ucraina è stata un punto di rottura per quel che riguarda l’impiego di strutture satellitari senza distinzione tra dimensione civile e dimensione militare in un contesto di conflitto. Dall’attacco a Viasat registrato durante le primissime ore dell’invasione, fino alle questioni relative all’uso del sistema di proprietà di Elon Musk Starlink (i cui servizi sono stati messi a disposizione delle forze ucraine dal magnate naturalizzato statunitense) che sarebbe stato (illegalmente) utilizzato anche dalle forze di Mosca, i satelliti sono una di quelle tecnologie dual-use che hanno stravolto la vecchia concezione bellica.

Nello specifico i satelliti Iceye sfruttano la cosiddetta tecnologia Sar (Synthetic Aperture Radar) che raccoglie ventiquattro ore su ventiquattro immagini dettagliate attraverso le nuvole, il fogliame e la notte (ma anche lo smog e la polvere) riflettendo le onde radio sulla superficie terrestre. Questo rende più difficile al nemico nascondere carri armati o truppe, e permette di conseguenza ai militari ucraini di pianificare meglio le operazioni e di colpire l’avversario in modo più efficace.

Secondo quanto riportato dall’intelligence militare di Kyiv, l’uso del satellite acquistato con fondi popolari (combinato con l’accesso al database Iceye) ha permesso agli specialisti dell’Hur di scattare più di 4.700 foto di oggetti militari russi, tra cui 370 campi d’aviazione, 238 postazioni di difesa aerea e di intelligence radiotecnica, 153 depositi di petrolio e di carburante, 147 depositi di missili, armi e munizioni per l’aviazione e 17 basi navali. Circa il 38% dei dati così ottenuti è stato poi utilizzato per preparare attacchi contro il nemico.


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