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L’U.S. Air Force rivela (per sbaglio) l’esistenza di un nuovo drone. Ecco quale

Il progetto Ultra è stato mantenuto segreto fino allo scorso maggio, quando i vertici di Washington ne hanno involontariamente rivelato l’esistenza. Esso rappresenta un punto di svolta per quel che riguarda l’uso dei droni per compiti di ricognizione

L’aeronautica militare statunitense sta già testando in missione il suo nuovo drone di ricognizione a basso costo in Medio Oriente. In realtà i test dell’Ultra Long-Endurance Tactical Reconnaissance Aircraft (Ultra) non sarebbero dovuti divenire di dominio pubblico, ma lo scorso maggio il Comando Centrale degli Stati Uniti ha inavvertitamente rivelato che il drone fosse già operativo Medio Oriente, diffondendo immagini dove si poteva vedere questa macchina nella base aerea di Al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti.

Sviluppato dall’azienda Dzyne Technologies in collaborazione con l’Air Force Research Laboratory, Ultra rappresenta l’apertura di un nuovo capitolo all’interno della dimensione dell’Intelligence, Recognition, Surveillance. Prima della diffusione delle foto, Dzyne ha mantenuto il silenzio sui suoi programmi perché stava lavorando direttamente con le forze armate in situazioni operative.

“L’attività è stata portata avanti lavorando davvero con gli utenti finali. Ci hanno portato in ambienti solitamente sicuri e riservati, ci hanno parlato di un’esigenza che non potevano ottenere dall’industria e noi abbiamo messo insieme un programma per loro e li abbiamo aiutati a risolvere un problema”, ha detto a DefenseOne Matt McCue, ceo di Dzyne.

L’Air Force ha ufficialmente richiesto l’acquisizione di Ultra nella richiesta di bilancio per il 2025, dove si vede la richiesta di acquisto di quattro di questi droni per una spesa di 35 milioni di dollari. Il programma è stato sviluppato a partire da un altro programma della Dzyne, ovvero il Long Endurance Aircraft Program (Leap). Ultra può rimanere in volo per ottanta ore senza rifornimento o atterraggio, e può trasportare carichi utili fino a 400 libbre. Secondo l’azienda produttrice, il costo di Ultra costa è pari a una frazione del prezzo di un velivolo di sorveglianza tradizionale, come l’MQ-9 Reaper di General Atomics, che costa circa trenta milioni di dollari al pezzo.

“Questo è un esempio di soluzione che abbiamo portato ai nostri clienti per un’esigenza urgente, quando non potevano permettersi il prezzo di General Atomics o Northrop Grumman per alcune delle loro tecnologie più sofisticate”, ha detto McCue.

Lo sviluppo dell’Ultra è finalizzato a colmare alcune delle lacune dell’Usaf in materia di capacità unmanned Isr. L’MQ-9, utilizzato con questi scopi in Medio Oriente da quando è diventato operativo nel 2008, è ora considerato dall’Air Force troppo costoso e vulnerabile. Nell’ultimo anno diversi MQ-9 sono stati abbattuti in Medio Oriente, rafforzando la tesi dei critici secondo cui non è sostenibile far volare un velivolo così costoso in un ambiente conteso.

“Avendo a disposizione aerei più economici o meno costosi di un ordine di grandezza, ma comunque molto capaci e con una maggiore resistenza e capacità, il governo ha ottenuto una forte proposta di valore per non dover utilizzare lo status quo e continuare a pagare i prezzi che ha” ha commentato McCue.

La richiesta di maggiore sorveglianza in Medio Oriente è aumentata da quando la guerra tra Israele e Hamas ha scatenato una crisi regionale lo scorso autunno. E in Africa, gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato che le loro truppe stanno lasciando il Niger, che era utilizzato come base fondamentale per le operazioni di sorveglianza nella regione. Inoltre, anche nell’Indo-Pacifico la grande autonomia di questo drone risulterebbe molto utile al sistema difensivo che il Pentagono sta sviluppando. Potendo addirittura venire integrato all’interno dell’ambizioso progetto Replicator.



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