Nel suo discorso ad un evento della Ndia la vice-segretaria della Difesa porta buone nuove sullo sviluppo del programma unmanned e sulle best practices del Pentagono. E lancia una stoccata al Congresso
Il progetto Replicator registra progressi. E mentre alcune unità militari statunitensi hanno completato l’addestramento sui droni a basso costo prodotti nell’ambito del progetto stesso, il Pentagono ha anche iniziato a sperimentare i droni in potenziali scenari di combattimento, inclusi scontri contro nemici altamente tecnologici con difese aeree avanzate. A fornire queste informazioni è stata la vice-segretaria alla Difesa Kathleen Hicks, intervenendo mercoledì 7 agosto ad un evento della National Defense Industrial Association sul ruolo delle tecnologie emergenti nel settore della difesa. “Abbiamo utilizzato i sistemi autonomi di Replicator in condizioni realistiche in diverse regioni del mondo. Abbiamo imparato lezioni preziose su come utilizzare questi droni contro i sistemi Anti-Access/Area Denial che all’inizio non avevamo nemmeno considerato” ha riferito la vice-segretaria.
A quasi un anno dal lancio del progetto atto a costituire un complesso sistema di droni per fronteggiare (principalmente) la minaccia rappresentata dalla Repubblica Popolare Cinese nel teatro indo-pacifico, e nonostante qualche inciampo, il programma sembra ora essere sulla buona strada per consegnare “diverse migliaia di esemplari in diversi settori… entro la fine di agosto del 2025”. Hicks ha aggiunto che i sistemi Replicator saranno formalmente inclusi nella proposta di bilancio per l’anno fiscale 2026, attualmente in fase di elaborazione. Al momento, la spesa prevista per Replicator dal Dipartimento della Difesa nel bilancio degli anni fiscali 2024 e 2025 ammonta a cinquecento milioni di dollari.
Hicks ha anche sottolineato come le varie branche del servizio stiano lavorando per includere la miriade di nuovi sistemi nel loro modo di fare la guerra. “L’Esercito ha accelerato il passo verso un programma formale di registrazione. La Marina sta sviluppando un processo standardizzato per sistemi senza equipaggio che possono svolgere ogni tipo di missione. E l’Aeronautica sta costruendo il proprio programma di registrazione a partire da una collaborazione con la Defense Innovation Unit”.
Nell’intervento dell’esponente dell’amministrazione è stato sottolineato anche come il Pentagono si stia sforzando, nell’ambito del progetto Replicator e non solo, per trasformare il suo processo di procurement, facendo un maggiore uso delle Other Transaction Authorities e cercando di ridurre i vincoli burocratici. “Dal gennaio 2021, abbiamo impegnato 44 miliardi di dollari con le Ota, il 61% in più rispetto allo stesso periodo dell’ultima amministrazione. La quota della produzione di questo totale è cresciuta di oltre 12 volte rispetto a quattro anni fa”.
Oltre ai vincoli burocratici, in chiusura Hicks ha toccato anche la questione dei “vincoli politici”, esortando il Congresso affinché smetta di essere così scettico nei confronti dell’iniziativa. “Ora, non potremmo andare avanti senza il Congresso. Siamo grati per il loro sostegno bipartisan e bicamerale, sia a livello di autorizzazioni che di stanziamenti […] Ma, se questo Paese vuole trasformare la sua capacità di difesa alla velocità e alla scala di cui abbiamo bisogno, la fiducia del Congresso dovrà espandersi in modo sostanziale […] Abbiamo tenuto quasi quaranta incontri con il Congresso dallo scorso ottobre, con una media di circa uno a settimana. Questo per un’iniziativa che rappresenta lo 0,059 % del bilancio del Dipartimento della Difesa”.