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Sulle pensioni omologare pubblico e privato, ma occhio agli equilibri di bilancio. Parla Sacconi

Per il governo le pensioni rappresentano una ragione di equilibrio di finanza pubblica soprattutto nel lungo periodo e nel breve il modo migliore per controllare la spesa è favorire il rinvio della pensione per chi può rimanere al lavoro. Avrebbe senso parlare anche di statali molti dei quali vorrebbero rimanere al lavoro. Almeno su base volontaria si potrebbero omologare le età tra pubblico e privato. Colloquio con l’ex ministro Maurizio Sacconi

Previdenza e pensioni restano fronti caldi. A maggior ragione quando un esecutivo – ancor di più di centrodestra – si trova alle prese con la costruzione di una Manovra che, per evidenti ragioni, non avrà maglie larghissime. In tutto questo, come ha ottimamente scritto  Andrea Cangini su queste colonne, condito da un mix propagandistico in salsa leghista non propriamente funzionale all’individuazione di scelte efficaci. E probabilmente non è un caso che il primo screzio si sia consumato proprio tra la Ragioneria dello Stato e il sottosegretario del Carroccio, Claudio Durigon. Forza Italia mantiene una posizione cara al fondatore: aumentare le minime fino a mille euro. Insomma, la situazione è complessa e per cercare di capire quali potranno essere gli sviluppi su un tema che riguarda – anche per ragioni demografiche – sempre più italiani, Formiche.net ha chiesto un’opinione all’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

Ministro, l’ipotesi di un allungamento delle finestre pensionistiche sta provocando una lite tra la ragioneria dello Stato e la politica, cosa prevede che possa accadere?

Normale dialettica tra desideri e compatibilità di bilancio. Le finestre ci sono sempre state e variamente modulate. Non ho la sfera ma penso non sia difficile la soluzione.

Che rilievo avrà il tema delle pensioni nella prossima manovra e quale dovrà essere l’approccio del governo secondo lei?

Non mi pare le pensioni rappresentino una componente rilevante della manovra. Ne sono piuttosto un tema sensibile. Per il governo rappresentano una ragione di equilibrio di finanza pubblica soprattutto nel lungo periodo e nel breve il modo migliore per controllare la spesa è favorire il rinvio della pensione per chi può rimanere al lavoro.

Sotto il profilo previdenziale e pensionistico quali sono le categorie di lavoratori che hanno urgente bisogno di un intervento?

Avrebbe senso parlare anche di statali molti dei quali vorrebbero rimanere al lavoro. Almeno su base volontaria si potrebbero omologare le età tra pubblico e privato. Che senso ha costringere a pensione un giovane questore di 62 anni? Solo favorire chi gli può succedere.

Quale prevede potrà essere l’atteggiamento dei sindacati a fronte delle proposte che verranno avanzate in finanziaria?

Ci sono quelli contrari a priori e quelli disponibili a entrare nel merito. Con questi il governo potrà trovare un accordo.

È un’ipotesi percorribile secondo lei l’aumento delle minime a mille euro come chiede Forza italia a fronte dei nuovi vincoli di bilancio posti dall’Unione Europea?

Difficile anche se ha senso. Si tratta di scegliere come spendere entro i vincoli di bilancio.

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