Arriva dal governo il disegno di legge che istituisce l’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee, il cui obiettivo è regolare le attività sotto la superfice del mare e assicurare la tutela di un dominio sempre più strategico per lo sviluppo economico e la sicurezza nazionale. La decisione fa dell’Italia uno dei primi Paesi in Europa a dotarsi di una legislazione specifica sul tema
Risorse energetiche, minerali, alimentari e persino digitali, con il 98% del transito globale di informazioni che passa sott’acqua. La dimensione sottomarina è ormai riconosciuta quale ambiente strategico per il benessere delle società e per lo sviluppo economico del Paese. In questo settore “l’Italia intende giocare un ruolo di primo piano”, come ha sottolineato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo in videomessaggio al forum Risorsa Mare. l’evento, fortemente voluto dal ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci, a Palermo. Dal capoluogo siciliano, la premier aveva anche anticipato come la materia sarebbe stata disciplinata dal governo.
Neanche ventiquattrore dopo, lo stesso ministro Musumeci ha illustrato il disegno di legge discusso in Consiglio dei ministri che stabilisce, tra le altre cose, l’attivazione dell’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee (l’Asas) collocata alle dipendenze della presidenza del Consiglio. Come illustrato dal ministro, il domino underwater sta ricevendo “l’attenzione del mondo militare per rilevanza per la sicurezza nazionale e internazionale”. Il Piano del mare del luglio 2023, del resto, già riservava particolare rilevanza al nuovo dominio “uno spazio enorme, per l’80% sconosciuto, che rappresenta una fonte di risorse e opportunità e costituisce un nuovo luogo di competizione internazionale”.
La nuova legge, che passerà ora all’analisi del Parlamento, intende dunque regolare “l’antropizzazione” del mondo sottomarino, rendendo l’Italia uno dei primissimi Paesi membri dell’Unione europea a dotarsi di simili previsioni. Attualmente, infatti, la regolamentazione delle attività si ferma a quaranta metri di profondità dalla superficie del mare. L’avanzamento tecnologico che ste permettendo sempre più una presenza in profondità, richiede invece in aggiornamento che raggiunga davvero i fondali marini, dove tra l’altro si trovano condotte e cavi dati, l’infrastruttura più preziosa e vulnerabile del nuovo domino.
La nuova Agenzia viene dunque collocata all’interno della presidenza del Consiglio, una scelta che ripete quella fatta anche per lo spazio e che sottolinea l’attenzione del governo per queste due dimensioni strategiche per il futuro del Paese. Sarà guidata da un direttore generale scelto sulla scorta di comprovate competenze ed esperienze nel mondo subacqueo, proposto dal ministero della Difesa e nominato dal presidente del Consiglio.
I compiti dell’agenzia spazieranno nell’intero arco di attività possibili sotto la superficie del mare, a partire dalla situational awarness. Uno dei principali problemi dell’underwater è la difficoltà di conoscere chi si sta muovendo sotto il mare, dove si trova e, soprattutto, quali sono le sue intenzioni. Regolare il “traffico” sottomarino sarà quindi il primo passaggio della nuova Agenzia, compreso quello militare, con nuove regole relative al passaggio inoffensivo di sommergibili in immersione nelle acque territoriali italiane.
L’Agenzia si occuperà inoltre di redigere gli standard minimi di sicurezza per l’azione nel dominio sottomarino, sia in termini di sicurezza del territorio, dei fondali e dell’equilibrio internazionale, sia degli operatori che intendono avventurarsi sott’acqua. Una misura che certamente muove dalla tragica esperienza del Titan, il batiscafo imploso nell’Atlantico nel giugno del 2023 con cinque persone a bordo, immersosi senza avere le dovute certificazioni di sicurezza. L’Agenzia regolerà, tra l’altro, anche il comando e la conduzione dei mezzi subacquei, così come avviene per ogni altro natante in Italia. Nel malaugurato caso qualcosa andasse storto, il nuovo ente promuoverà anche nuove misure per il potenziamento delle capacità di soccorso ed estrazione da mezzi sottomarini in difficoltà o bloccati sotto la superficie, capacità che ricadrà, presumibilmente, al corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera.
Ma la nuova realtà non si limiterà alla pur fondamentale attività regolatoria del settore, ambendo al tempo stesso a indicare le linee guida per lo sviluppo tecnologico di piattaforme e sistemi destinati ad operare sotto la superficie del mare, promuovendo al contempo la ricerca tecnica e scientifica nell’underwater. L’80% dei fondali marini sono infatti inesplorati, quota che sale a 98% se si considerano solo le profondità oceaniche. Come spesso ripetuto anche dal capo di Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Enrico Credendino, conosciamo meglio la superficie di Marte che le profondità marine. Per le sue opportunità, e anche per la sua dimensione strategica per la sicurezza globale, essere presenti nell’underwater è una priorità per il governo che, nelle parole di Musumeci, intende presentarsi “puntuale all’appuntamento e con tutte le credibilità necessarie”.