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Pechino si esercita contro i droni nell’Indo-Pacifico. Ecco come

Le forze armate cinesi hanno condotto un addestramento per valutare e migliorare le proprie capacità di difesa in caso di un attacco condotto con sciami di droni. E i risultati non sono stati eccellenti. Ma l’esercitazione è un segnale importante

La People’s Liberation Army sta conducendo esercitazioni atte a migliorare le proprie capacità di difesa contro attacchi condotti con sciami di droni, esercitazioni che sembrano aver avuto risultati tutt’altro che positivi. A riferirlo è la stessa emittente statale cinese Cctv, che parla di riferisce di una recente manovra d’addestramento della Pla in cui le truppe coinvolte sono state attaccate da uno sciame di droni, riuscendo a neutralizzarne solo il 40%.

Duan Xiaolong, membro del 77°Gruppo d’armate della Pla che ha preso parte all’esercitazione in questione, ha affermato che “sparare contro gli sciami di droni era ancora piuttosto impegnativo a causa della loro velocità e delle loro dimensioni ridotte, nonché della loro capacità di cambiare traiettoria di volo – rendendo facile per gli artiglieri perdere i bersagli”. Mentre Cui Yang, un maggiore dello stesso reggimento di Duan, ha riferito che l’ultima esercitazione di difesa aerea del Pla è stata organizzata per testare le capacità di difesa con i droni a diverse distanze e per identificare i problemi da affrontare nelle esercitazioni future.

L’interesse da parte degli attori internazionali verso gli Unmanned Aerial Systems (Uas) è aumentato in modo esponenziale durante gli ultimi anni, alla luce del ruolo crescente che questi velivoli hanno costantemente assunto nei combattimenti moderni. L’uso crescente degli Uas nella guerra moderna è stato evidenziato da conflitti più convenzionali come quello in Ucraina, ma anche in quello di Gaza, dove i droni sono diventati un elemento chiave della guerra asimmetrica.

La stessa Repubblica Popolare è tra i primi produttori mondiali di droni, sia militari che civili, e negli ultimi anni ha aumentato gli investimenti nel settore per sviluppare versioni più intelligenti e veloci. Anche gli Stati Uniti, il principale rivale geopolitico della Cina, hanno accelerato la fornitura di droni alle proprie forze armate e stanno lavorando a strategie di difesa contro le crescenti capacità di difesa cinesi incentrate proprio su tali capacità, tra cui spicca il progetto Replicator.

Gli sciami di droni capaci di operare in modo sincronizzato (anche grazie all’intelligenza artificiale) rappresentano una sfida particolare per gli apparati militari di tutto il mondo. I ricercatori cinesi hanno fatto progressi innovativi in questo settore, tra cui la costruzione di droni che si separano in più veicoli a mezz’aria per confondere i sistemi di difesa aerea. Tuttavia, anche se Pechino ha compiuto progressi significativi nello sviluppo delle sue capacità con i droni, l’esercitazione potrebbe indicare che deve raddoppiare lo sviluppo di nuove tecnologie e tattiche per rafforzare le sue capacità anti-drone.

A rendere ancora più importante l’acquisizione di simili capacità da parte della Pla è la rilevanza che i droni sembrano avere all’interno della struttura difensiva di Taiwan. Sulla base delle lezioni apprese dal conflitto ucraino, il governo di Taipei ha infatti sviluppato un piano nazionale che coinvolge tanto il settore pubblico quanto quello privato nello sviluppo e nella produzione di sistemi unmanned. Inoltre, anche gli Stati Uniti hanno affermato di voler costituire una rete di droni (nota come progetto Hellscape) destinata ad operare nello stretto di Taiwan per inficiare le capacità di Pechino di realizzare con successo un’operazione anfibia sulla fu isola di Formosa.

 



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