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L’Africa torna nel mirino della Cina. Ecco come

Anni di prestiti a dir poco vessatori non sono serviti a redimere Pechino, che ora lancia un piano da 50 miliardi in nuovi investimenti. Dalla cooperazione militare alle ferrovie, ecco il nuovo assalto cinese

La Cina torna ad azzannare l’Africa, dopo averne devastato le economie a suon di prestiti dalla natura solo apparentemente innocua. Sono ormai dieci lunghi anni che il Dragone colonizza l’Africa, nascondendo dietro i generosi finanziamenti per la realizzazione di strade e ferrovie, il suo vero volto, quello di un predone pronto a mettere le mani al primo cenno di insolvenza sulle infrastrutture realizzati con soldi cinesi ma manodopera africana. Ma il presidente Xi Jinping non ne ha abbastanza, evidentemente.

Tanto che, mentre il piano Mattei battente bandiera italiana prova a prendere definitivamente corpo e forma, il leader cinese ha promesso oltre 50 miliardi di dollari in finanziamenti per l’Africa nei prossimi tre anni, contribuendo a creare un milione di posti di lavoro nel continente. “Nei prossimi anni, il governo cinese è disposto a fornire un sostegno finanziario pari a 360 miliardi di yuan” pari a 50,7 miliardi di dollari, ha detto Xi ai leader africani nel corso della cerimonia di apertura del forum per la cooperazione Cina-Africa nella Grande sala del popolo a Pechino.

Proprio ieri Pechino ha firmato un accordo per rinnovare la ferrovia Tazara, una linea ferroviaria di 1.860 chilometri che collega le miniere di rame dello Zambia con il principale porto oceanico della Tanzania, sulla costa orientale dell’Africa. L’accordo, siglato durante il medesimo è visto come il più grande progetto di ammodernamento di questa infrastruttura dagli anni Settanta, quando la linea fu costruita, a quell’epoca con il contributo del governo cinese di Mao Zedong.

“Tenendo a mente la sua futura crescita, propongo che le relazioni bilaterali tra la Cina e tutti i paesi africani che hanno relazioni diplomatiche con la Cina siano elevate al livello di relazioni strategiche. Grazie a quasi 70 anni di sforzi instancabili da entrambe le parti, le relazioni Cina-Africa sono ora al loro apice storico”, ha continuato il leader cinese. Ora, Dei 360 miliardi di yuan di finanziamenti, 210 miliardi saranno sotto forma di prestiti, mentre il resto sarà fornito tramite varie forme di assistenza, tra cui 70 miliardi di yuan per promuovere gli investimenti delle imprese cinesi in Africa. I prestiti corrispondono a una media di circa 10 miliardi di dollari all`anno per i prossimi tre anni, simile agli impegni annuali promessi attraverso l’Iniziativa Belt and Road circa un decennio fa.

Xi ha tra l’altro anche proposto un rafforzamento della cooperazione militare, annunciando uno stanziamento di 1 miliardo di yuan (127 milioni di euro) che sarà utilizzato per l’addestramento di 6 mila militari e mille agenti di polizia e ufficiali delle forze dell’ordine dei Paesi africani, nell’ambito dell’iniziativa di sicurezza globale, lanciata dalla Repubblica popolare.

Il presidente cinese ha anche annunciato che la Cina aprirà “volontariamente il proprio mercato” alle merci africane e ha concederà ai paesi meno sviluppati, che intrattengono relazioni diplomatiche con la Cina (e quindi non con Taiwan), inclusi 33 paesi africani, “un trattamento a zero dazi su tutte le linee tariffarie”. La Cina sarà quindi il primo grande paese in via di sviluppo a fare un tale passo, che, secondo Xi, trasformerà il grande mercato cinese in una “grande opportunità per l’Africa”. Già, ma quale i prezzo per gli africani di tutto questo?

 

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