Piano Mattei e G7 sono intimamente legati dalla spinta che il governo italiano ha inteso dedicare al tema africano, sia nell’evento di Borgo Egnazia sia in occasione del Vertice Italia-Africa dello sorso gennaio a Roma. È chiaro che se istruzione e formazione, due punti fondamentali del Piano Mattei, riusciranno a dare i frutti sperati per i giovani africani, anche il contesto europeo ne sarà influenzato
Il 60 per cento delle terre arabili si trovano in Africa, così come le terre rare e tutti i minerali più importanti legati allo sviluppo dell’uomo, anche per questa ragione non si può ignorare un continente che di fatto rappresenta il futuro economico del mondo, così come immaginato dal Piano Mattei per l’Africa. Un punto analitico su come procede l’iniziativa del governo è stato fatto all’Evento G7 di Alto livello alla Reggia di Caserta, dove si sono confrontati esponenti istituzionali come i ministri Eugenia Roccella, Francesco Lollobrigida, Orazio Schillaci e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (che ha presieduto), il vice presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, Alberico Gambino, la presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, Paola Severino, i rappresentanti dell’Unione Africana e di Paesi africani, dei membri G7, di organizzazioni internazionali al fine di dare una cornice il quanto più possibile esauriente sulla traccia immaginata dal governo e sui progressi costanti che si stanno registrando.
Energia e formazione
Punto di partenza, l’importanza di una strategia che valorizzi l’Africa, sommando le sue peculiarità alla voce energia con l’elemento umano, che si traduce in un maggior sforzo sulla formazione. Il tema è stato sottolineato da viceministro agli Affari esteri con delega per la cooperazione allo sviluppo, Edmondo Cirielli, secondo cui “l’elemento dell’istruzione rappresenta un elemento centrale”, in un bacino come l’Africa dove il modello da perseguire non è quello delle borse di studio per giovani africani, ma “rafforzare anche le amministrazioni africane con questi giovani adeguatamente formati”. In questa direzione si muoverà Ciheam, un’organizzazione intergovernativa nata da una idea di Italia e Francia al fine di promuovere la cooperazione tra i Paesi mediterranei europei nel settore dell’agricoltura, grazie alla formazione postuniversitaria e alla ricerca scientifica applicata.
“L’istruzione, la formazione professionale e la valorizzazione del capitale umano come volano di crescita e sviluppo sono centrali nella nostra azione di cooperazione allo sviluppo e una priorità per il Governo italiano”, ha osservato. Sul punto è emerso che lo scorso anno la Farnesina ha raddoppiato le borse di studio per formare in Italia i giovani talenti africani.
Secondo Cirielli il rafforzamento di sistemi educativi di qualità, sicuri e inclusivi “è cruciale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e per affrontare la maggior parte delle sfide dello sviluppo: dalla salute ai cambiamenti climatici, dalla sicurezza alimentare alla parità di genere”. La vera sfida è quella di creare un ceto medio in Africa puntando su un’istruzione di qualità, “e ciò sconvolgerà positivamente la vita di quel Continente”.
Il ruolo dell’Italia in ambito G7
Piano Mattei e G7 sono intimamente legati dalla spinta che il governo italiano ha inteso dedicare al tema africano, sia nell’evento di Borgo Egnazia sia in occasione del Vertice Italia-Africa dello sorso gennaio a Roma. Inoltre l’Italia punta ad offrire il proprio contributo all’Anno dell’Istruzione proclamato dall’Unione Africana per il 2024, sia per valorizzare il ruolo dell’educazione, in particolare dell’istruzione primaria, come volano di crescita e occupazione, sia per ampliare la discussione sul tema africano in vista dell’evento “Istruzione e Sviluppo” del G7 Sviluppo in programma il prossimo 22 ottobre a Pescara. Il paniere di temi africani coinvolge due ambiti strategici come energia e migrazioni.
Ponti e opportunità
Un ponte, quello con i Paesi africani, che ha registrato oggi un assist da parte di Ahmed Mohina, primo sottosegretario del ministero dell’Elettricità egiziana che in occasione della Cairo Sustainable Energy Week in corso nella capitale del paese ha osservato che con Italia e con l’Europa “siamo felici di discutere e di essere parte di qualsiasi piano, come ad esempio il Piano Mattei, perché l’Egitto si trova una posizione ideale tra Africa ed Europa e può essere un corridoio per esportare energia in Europa. Siamo pronti a discutere con Italia e Grecia non solo però per esportare energia, ma anche per accogliere progetti e imprese in Egitto che lavorino su elettrolizzatori, nel fotovoltaico e nell’eolico. Siamo al lavoro per coinvolgere imprese e società a investire al Cairo e in Egitto. Ci sono molte opportunità”.
Infine le migrazioni: è chiaro che se istruzione e formazione, due punti fondamentali del Piano Mattei, riusciranno a dare i frutti sperati per i giovani africani, anche il contesto europeo ne sarà influenzato. Il pensiero corre ai flussi migratori e all’immigrazione clandestina, che secondo Cirielli “fa tanti morti e alimenta lo sfruttamento delle persone”. Per cui investire nell’apprendimento permanente per la creazione di posti di lavoro è basilare sia per dare un futuro all’Africa, sia per usare quel dialogo come clava geopolitica che risolva problematiche e prevenga nuove emergenze.