Il fentanyl, farmaco cruciale per la terapia del dolore, è al centro del dibattito tra esigenze terapeutiche e uso illecito. La prevenzione del secondo non deve però ostacolare l’accesso alle cure. Formiche ne ha parlato oggi a Terrazza Civita con esperti e istituzioni
Negli ultimi anni, il fentanyl è diventato un nome familiare non solo negli ambienti medici, ma anche nei titoli dei giornali. Si tratta di uno degli oppioidi sintetici più potenti e versatili, fondamentale nella gestione del dolore severo e cronico, specie in ambito chirurgico, oncologico e nelle cure palliative. Tuttavia, il suo utilizzo illecito, particolarmente diffuso oltreoceano, ha contribuito a creare un alone di allarme e preoccupazione intorno a questa sostanza. In Italia, il recente Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl, riflette l’urgenza di affrontare il problema dell’uso improprio. Ma al di là delle paure, resta il fatto che, nel contesto appropriato e controllato, il fentanyl è uno strumento terapeutico cruciale per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Si è parlato di questo all’incontro “Fentanyl, fra sicurezza e salute: oltre l’emergenza” organizzato oggi da Formiche ed Healthcare Policy con il contributo non condizionante di Istituto Gentili, che ha visto la partecipazione di esperti ed esponenti del mondo istituzionale.
GLI USI CLINICI
“Il dolore nel paziente oncologico è un’esperienza trasversale e non coinvolge solo la fase terminale. E in questi casi l’accesso al fentanyl così come agli altri oppiodi sintetici diventa fondamentale”. Ha esordito così Antonio Cuomo, direttore della struttura complessa di Anestesia, rianimazione e terapia antalgica presso l’Istituto nazionale tumori Irccs Pascale di Napoli e responsabile Siaarti delle buone pratiche cliniche per area dolore. “Ci sono – ha proseguito – due tipologie di dolore: acuto e cronico. Quello cronico assume i connotati di una vera e propria malattia del sistema nervoso centrale e, in questo caso, gli analgesici comuni non sono indicati. Tra l’altro gli oppioidi non provocano danno d’organo, non hanno effetti su reni, cuore e fegato, il che permette un uso prolungato, garantendo al contempo aderenza alle terapie oncologiche”. Non solo. Il fentanyl può essere usato per la gestione del breakthrough cancer pain, una manifestazione dolorosa transitoria e intensa, che colpisce più di due pazienti oncologici su tre.
PREVENIRE…
In Italia, la situazione legata all’uso illecito del fentanyl è ancora sotto controllo, ma le autorità non abbassano la guardia. “Non c’è un’emergenza in atto come avviene ed è avvenuto in altri Paesi,” ha spiegato Ugo Taucer, prefetto e consigliere del sottosegretario di Stato con delega al Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, sottolineando l’importanza del Piano di prevenzione nazionale, che “non vuole demonizzare o interferire con la filiera legale, ma monitorare e verificare i potenziali usi distorti o l’ampliamento di un mercato illegale.” A tal fine, l’Italia ha rafforzato il sistema di allerta precoce per individuare e monitorare le sostanze emergenti, incluso il fentanyl, così da prevenire eventuali crisi come quelle avvenute negli Stati Uniti. Un tassello fondamentale nella prevenzione dell’uso illecito del fentanyl è la comunicazione, sia verso il pubblico sia all’interno delle istituzioni. “È importante fare comunicazione sul fentanyl, i suoi benefici per i malati oncologici e i rischi legati all’assunzione impropria”, ha sottolineato Elena Murelli membro della commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato.
…PER GARANTIRE LE CURE
Taucer ha inoltre evidenziato come siano in corso aggiornamenti normativi per aumentare i controlli e ridurre il rischio di uso improprio, “mantenendo la filiera legale salda nei propri confini”. “Il fentanyl – ha aggiunto Luciano Ciocchetti, vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera – è fondamentale per la terapia del dolore. Senza dolore ci si può curare meglio, non solo per i pazienti oncologici ma per tutte le malattie croniche. Abbiamo un dato di invecchiamento molto importante nel nostro Paese e garantire una cultura del ‘senza dolore’ è importante”. Ricordando la legge 38/2010, il vicepresidente ha sottolineato: “Sulle cure palliative c’è disomogeneità a livello regionale e non riusciamo a dare una risposta complessiva in alcuni territori. Come commissione stiamo definendo una spinta di indirizzo nei confronti del ministero della Salute e delle Regioni per garantire un’efficace applicazione della normativa”.
COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE
La lotta contro l’uso illecito del fentanyl non si ferma ai confini nazionali. “Il monitoraggio dei trasferimenti illegali e la cooperazione internazionale sono fondamentali”, ha commentato Marta Schifone, membro della commissione Affari sociali della Camera, sottolineando l’impegno dell’Italia nel collaborare con altri Stati e nel partecipare a vertici internazionali. Il riferimento è anche alla Coalizione globale per affrontare le minacce delle droghe sintetiche, incontro che ha visto la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invitata dal presidente Usa, Joe Biden. La facilità di trasporto e maneggio del fentanyl lo rende una minaccia globale, richiedendo una stretta collaborazione tra le forze di polizia e i servizi di intelligence. “L’Italia vuole essere un esempio a livello internazionale”, ha aggiunto Schifone, facendo eco alle parole di Taucer e Murelli, che hanno ricordato l’importanza di non farsi trovare impreparati. In questo contesto, la senatrice ha sottolineato l’urgenza di monitorare il dark web e le criptovalute, strumenti che facilitano il traffico illecito.
CONTROLLARE NON VIETARE
“I provvedimenti puntano a mettere sotto controllo, e non a vietare, sostanze che possono generare dei problemi”, specifica Francesco Saverio Mennini, a capo del dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn presso il ministero della Salute. “Il vantaggio economico-sociale della terapia del dolore – ha continuato – è enorme. Le evidenze hanno sempre dimostrato dal punto di vista farmacologico e clinico quanto sia importante, ma non bisogna ignorare l’aspetto economico-sociale: per la riduzione di costi sia a carico del Ssn, che del sistema previdenziale e delle famiglie”. “L’obiettivo principale del contrasto all’uso illecito è quello di garantire l’accesso appropriato di questi farmaci ai cittadini che ne hanno veramente bisogno”, ha concluso.