Il ministro della Crosetto ha dichiarato che l’Italia necessita di una forza armata cyber per rispondere alle minacce alla sicurezza nazionale. L’avvocato Mele: “Oggi è più che mai importante definire standard di sicurezza e resilienza per le aziende che operano all’interno della catena di approvvigionamento della Difesa”
Serve una nuova legge che rafforzare l’attività della Difesa contro le minacce cyber “dirette e indirette alla sicurezza nazionale” ma anche una forza armata cyber, “civile e militare, numericamente adeguata che sia operativa e continuamente capace di intervenire, che abbia tutte le adeguate tutele funzionali”. È quanto ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa, intervenendo in commissione Difesa alla Camera, in occasione dell’audizione che ha concluso il ciclo di convocazioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica.
La situazione attuale e lo scenario futuro
Sulla difesa cyber “l’Italia ha fatto molto ma non basta”, ha avvertito il ministro. La Difesa “sta lavorando per evolvere verso una organizzazione più efficace. Serve una forza competente e consistente, un presidio di livello e massa che si raggiunge solo investendo in gestione e difesa che coinvolga anche il settore privato”, ha continuato. Nella previsione di legge immaginata dal ministro, si dovrebbero inoltre “legittimare le forze armate all’uso di strumenti cibernetici sia in risposta alle crisi in capo alla Difesa, sia nelle operazioni promosse in concorso con le autorità civili, allineare il ruolo del ministero a quello del comparto intelligence nel caso di adozione di misure di intelligence e contrasto cibernetico”. Per farlo servirebbe, come indicato dal ministro, estendere le garanzie funzionali previste dalla legge che ha riordinato l’intelligence (124 del 2007) al personale delle forze armate impiegato nelle operazioni militari nel dominio cyber in territorio nazionale e all’estero, “anche quando opera con il personale dei servizi di sicurezza”. Per Crosetto, sono essenziali oltre alla suddetta forza armata cyber, “identificare lo spazio cyber di interesse nazionale per la difesa e la sicurezza dello Stato, un campo di operazioni in cui la Difesa operi senza soluzione di continuità per adempiere ai propri compiti, un centro per il contrasto alla guerra ibrida. Il tempo per cambiare, innovare, affrontare le sfide di oggi è oggi”, ha aggiunto.
Le parole del presidente Minardo
“La sfida della difesa cibernetica richiede di mettere in campo la migliore squadra possibile, per questo mi sembra utile che oggi sia emersa la possibilità di creare una forza competente da schierare accanto a quelle tradizionali aperta alla collaborazione con i privati e con risorse economiche adeguate”, ha dichiarato Nino Minardo, presidente della commissione Difesa della Camera, al termine dell’audizione del ministro. “Il dibattito è aperto”, ha aggiunto. Durante le audizioni è “emersa chiaramente l’urgenza, ampiamente condivisa da tutte le forze politiche, di creare una cornice legislativa agile che definisca competenze, garanzie, risorse e ruoli e abiliti ad agire nel campo della cyber difesa”, ha dichiarato ancora, sottolineando la necessità di una legge che “abiliti le azioni e le capacità della Difesa alla mitigazione e al contrasto delle minacce cyber dirette e indirette alla sicurezza nazionale è una scelta irrinunciabile se vogliamo realizzare una vera cyber difesa”.
Il commento dell’avvocato Mele
“Oggi è più che mai importante, come ha evidenziato il ministro, definire standard di sicurezza e resilienza per le aziende che operano all’interno della catena di approvvigionamento della Difesa”, commenta l’avvocato Stefano Mele, responsabile cybersecurity dello studio Gianni & Origoni, facendo riferimento a una delle proposte di Crosetto. “Agire in questa direzione permette di colmare un’esigenza urgente e concreta, che ci renderebbe più sicuri ma anche più competitivi sul piano europeo e internazionale, evitando anche il rischio che altre nazioni possano ‘guardare’ dentro i nostri prodotti innovativi”, aggiunge. C’è un altro punto che l’esperto definisce “centrale e urgente”: quello di finalizzare un percorso normativo per consentire e abilitare la Difesa a proteggere il Paese e i cittadini anche nel cyberspazio, così come avviene per gli altri domini. Collegato a questo c’è un aspetto “imprescindibile”, già approfondito sulle pagine di Formiche: la creazione della forza armata cyber, militare e civile. Una forza che, “anche grazie alle adeguate tutele funzionali per il personale incaricato, possa essere operativamente e continuamente capace di intervenire su tutto lo spettro delle minacce”, dichiara Mele.