Da un lato la volontà di presidiare assieme il mercato dell’aerospazio. Dall’altro la convinzione che il rafforzamento delle relazioni tra Roma e Ankara, suggellate dalla missione del ministro Urso, va di pari passo con le nuove sfide della geopolitica dove, accanto al peso specifico turco, si denota la sempre maggiore centralità del governo italiano nei dossier più rilevanti
Giorgia Meloni lo aveva osservato già in occasione di uno dei primissimi incontri con Recep Tayyip Erdogan: il ruolo incarnato dalla Turchia, al di qua e al di là del Mediterraneo, non può essere sottovalutato, anzi rappresenta esso stesso l’occasione per implementare le già ottime relazioni commerciali tra Roma e Ankara. Un assunto che ha trovato una nuova applicazione nella missione condotta a Istanbul dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso, protagonista sia del bilaterale con l’omologo Mehmet Fatih Kacır, sia di un evento strutturato con la comunità imprenditoriale italiana in Turchia. Sullo sfondo l’accordo Baycar con Piaggio Aerospace, che migliora le prospettive di ulteriori accordi di partnership tra due colossi come Leonardo e Baycar, oltre alla contingenza geopolitica su terreni importantissimi come Ucraina, Libia, Siria.
Qui Istanbul
Sul Bosforo l’Italia si è presentata, così come in altre occasioni, con una composizione cosiddetta “strutturata”. Assieme al ministro Urso c’erano il sottosegretario Fausta Bergamotto, il presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo, il presidente dell’Ice Matteo Zoppas e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Teodoro Valente. Italia e Turchia si trovano nello stesso continente euro-mediterraneo: per questa ragione Urso ha messo l’accento sul biennio trascorso che si è caratterizzato per il record dell’interscambio commerciale e anche di ricchezza degli investimenti italiani in Turchia. Il primo ha raggiunto 25,3 miliardi di euro nel 2024, registrando un aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni italiane verso la Turchia sono cresciute del 6,5%, raggiungendo i 13,8 miliardi di euro.
Il perché di un’alleanza
“Riteniamo che sia giunto il momento per rafforzare le nostre partnership tecnologiche e industriali anche ai fini della crescita degli stabilimenti italiani”. Il dato di fatto è rappresentato dalla crescita delle esportazioni italiane in Turchia che per l’Italia è un “grande risultato”. Il ragionamento di Urso poggia sulla convinzione che i maggiori coni di interesse italiani, come il mare nostrum e l’Africa, siano obiettivi da guardare nella consapevolezza che l’Italia e la Turchia “devono avere insieme un ruolo importante per svolgere, rafforzare, integrare la sponda sud del Mediterraneo nella crescita della nostra Europa”. Quindi l’obiettivo italiano è quello di migliorare ulteriormente la cooperazione industriale con particolare attenzione ai settori della difesa, dell’aerospazio, della farmaceutica e delle materie prime critiche.
I dossier in ballo
Due su tutti, il dossier Baykar-Piaggio Aerospace e il piano di riorganizzazione in Italia di Beko-Whirlpool. L’investimento in Piaggio Airspace secondo Urso ha la finalità di erigere assieme al partner una piattaforma produttiva in un settore di sviluppo chiave, come quello dei droni, che procederà di pari passo al classico core business di Piaggio, ovvero il settore aeronautico e della manutenzione di aerei. Sarà questo lo zoccolo duro dell’accordo, da cui verranno sviluppati nuovi progetti comuni nel breve-medio periodo. Primo fra tutti quello tra Baykar e Leonardo, “per rafforzare e rilanciare gli stabilimenti italiani e la partnership tra le due grandi aziende in Europa”. Il tutto a un mese dal vertice bilaterale tra Meloni ed Erdogan che si terrà a Roma. Ma non è tutto, perché la postura italiana verso Ankara e i suo raggio d’azione presenta una visione strategica che va al di là dei singoli progetti, bensì investe nel cosiddetto Mediterraneo globale.
Scenari
Il Piano Mattei è lo strumento italiano per dialogare meglio e in modo diverso con l’Africa, un continente dove proprio la Turchia da molti anni presenta delle connessioni precise e in cui ha effettuato operazioni di un certo peso, come ad esempio in Libia (senza dimenticare il cambio di regime in Siria, dove è anche Ankara a dare le carte). Inoltre la Turchia si è nelle ultimissime ore candidata per ospitare i colloqui diplomatici tra Mosca e Kyiv, in mesi geopoliticamente fondamentali che porteranno anche alla conferenza di Roma per la ricostruzione ucraina, prevista il prossimo luglio.
Per cui non c’è da parte del governo solo la volontà di presidiare assieme alla Turchia il mercato dell’aerospazio: il rafforzamento delle relazioni tra Roma e Ankara, suggellate dalla missione del ministro Urso, va di pari passo con le nuove sfide della geopolitica dove, accanto al peso specifico turco, si denota la sempre maggiore centralità di Roma nei dossier più rilevanti.