L’approvazione della legge delega da parte del Consiglio dei ministri sul nucleare sostenibile rappresenta “un momento di portata storica per il Paese”. Non solo per le garanzie che le nuovi centrali daranno in termini di approvvigionamento energetico all’Italia ma perché “in questo modo diamo risposta ai tanti italiani che si sono espressi a favore del nucleare”. Il decreto sulle bollette è un aiuto concreto a famiglie e pmi. Le critiche? “Solo ideologia”. Colloquio con il deputato forzista Luca Squeri
Il ritorno dell’energia atomica è più vicino. L’approvazione della legge delega da parte del Consiglio dei ministri sul nucleare sostenibile rappresenta “un momento di portata storica per il Paese”. Non solo per le garanzie che le nuovi centrali daranno in termini di approvvigionamento energetico all’Italia ma perché “in questo modo diamo risposta ai tanti italiani che si sono espressi a favore del nucleare”. A parlare sulle colonne di Formiche.net è Luca Squeri, deputato e responsabile del dipartimento Energia di Forza Italia che si inserisce nel solco tracciato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Squeri, questo è un primo passo per la reintroduzione degli impianti in Italia. La legge delega di quali contenuti sarà corredata?
Il passo compiuto dall’esecutivo segna una svolta epocale, dopo quarant’anni dalla dismissione del nucleare in questo Paese. Adesso comincia l’iter ed entro dodici mesi la delega sarà riempita di contenuti legati al programma nucleare, alla costruzione delle nuove centrali, alle norme sul combustibile.
Alcuni sostengono che ci vorranno tempi lunghi per la realizzazione degli impianti. Avete una stima sotto questo profilo?
Contiamo che fra sei o sette anni al massimo le nuove centrali nucleari saranno attive sul territorio nazionale. Le critiche legate alle tempistiche sono del tutto fuori luogo e denunciano una visione ideologica da parte delle opposizioni.
Perché ideologica?
Questo esecutivo si è prefissato degli obiettivi a lungo termine, per dare risposte strutturali al Paese. Risposte che, al contrario, l’opposizione non è mai stata in grado di dare perché si è sempre opposta a una forma di approvvigionamento energetico che invece rappresenta una grande risorsa.
Su quali pilastri si basa la vostra visione?
Sono essenzialmente tre: la risoluzione della problematica legata alla sicurezza energetica del Paese, la “sostenibilità” in termini di costi delle forniture energetiche e il “mix” energetico. Il piano sul nucleare sarà affiancato dalle energie rinnovabili. In questo modo, l’obiettivo della decarbonizzazione, sarà decisamente più alla portata.
Quali immagina possano essere i partner strategici per portare avanti la strategia sul nucleare?
Alcuni soggetti sono già stati individuati: Enel, Ansaldo e Leonardo hanno fondato una società per realizzare uno studio di fattibilità legato alle nuove centrali nucleari. Edison, così come un altro ricco parterre di aziende private interessate a intraprendere questo percorso. Del resto, in Italia abbiamo un formidabile know-how spendibile su questa frontiera energetica. Ed è anche per questo che non si spiegano alcune chiusure aprioristiche registrate a seguito dell’approvazione della legge delega. La produzione di energia mediante le centrali nucleari ritengo possa essere l’unico modo efficace anche per rispondere al fabbisogno di cui necessitano i data center per l’Intelligenza Artificiale.
L’esecutivo ieri ha varato un decreto da tre miliardi per aiuti a famiglie e imprese: un modo per rispondere all’impennata dei prezzi del gas. Anche su questo, si è provocata una frattura con le forze di minoranza.
Un’altra contrapposizione che francamente è spiegabile solamente con una volontà di mettere in cattiva luce l’operato del governo. A maggior ragione perché di questi tre miliardi, 1,6 saranno destinati alle famiglie economicamente più fragili (con Isee fino a 25 mila euro) e i restanti 1,4 per rispondere alle necessità del nostro tessuto produttivo composto per lo più da piccole e medie imprese. In qualche misura questo provvedimento fa il paio con la delega sul nucleare: da una parte una risposta a un’urgenza, auspicabilmente momentanea. Dall’altra, un provvedimento per un piano strutturale a garanzia degli approvvigionamenti energetici in futuro.