Nel settore spaziale, la domanda di satelliti è in costante crescita e la produzione deve adattarsi a questa nuova esigenza. Space Industries, con un modello industriale innovativo, punta a portare la produzione a un satellite al giorno entro il 2030 attraverso processi produttivi ottimizzati e una strategia che guarda all’internazionalizzazione e alle partnership strategiche
I satelliti sono sempre più un oggetto necessario alla vita quotidiana. Un settore in forte crescita che necessiterà nei prossimi anni di volumi sempre più significativi. Aumentare la produzione diventa, quindi, strategico e, soprattutto, un investimento. È questa l’idea alla base di Space Industries, nuova realtà che arricchisce il panorama industriale dell’Italia, specializzata nell’assemblaggio, integrazione e testing di satelliti fino a cinquecento chili. Presentata ufficialmente a Torino, dove avrà la sua sede legale, l’iniziativa nasce dalla volontà della famiglia Micelli, proprietaria del gruppo Comat – socio di maggioranza – e di Giuseppe Santangelo, che ne assume il ruolo di amministratore delegato. Ceo di Teoresi fino al 2013, fondatore nel 2014 della statunitense Skypersonic (quotata al Nasdaq nel 2020), e managing director di Tyvak International fino a gennaio 2025, Santangelo è ora rientrato in Italia pronto a guidare Space Industries con un obiettivo chiaro: rivoluzionare la produzione satellitare.
“Space Industries si colloca in uno spazio di mercato ancora poco presidiato – ha spiegato Santangelo – offrendo alle aziende la possibilità di integrare i propri prodotti in modo veloce, economico ed efficiente. Non vogliamo essere un altro attore verticale, ma specializzarci in produzione, assemblaggio e test, trasformando un processo tradizionalmente artigianale in una filiera industriale moderna e competitiva”. L’anima operativa di Space Industries sorgerà a Settimo Torinese, dove si svilupperà un’area produttiva da seimila metri quadrati, con una camera bianca modulare di tremila metri quadri, tra le più grandi in Europa. Un’infrastruttura all’avanguardia che permetterà di ottimizzare i processi produttivi per i satelliti e ridurre i costi fino al 30%.
L’ambizione? Arrivare, entro il 2030, a una capacità produttiva di quaranta satelliti in parallelo, con un tempo medio di realizzazione di cento giorni per satellite e un obiettivo di oltre duecento satelliti all’anno, ovvero uno per ogni giorno lavorativo. Un traguardo che punta a trasformare la produzione di satelliti da un processo artigianale a un modello serializzato, più efficiente e scalabile. Per questo, l’azienda ha previsto un piano di investimenti da quindici milioni di euro e la creazione di circa trecento posti di lavoro diretti nei prossimi cinque anni, oltre a un indotto stimato di cinquecento professionisti.
Oltre alla produzione, Space Industries vuole essere un catalizzatore di opportunità per l’intero comparto spaziale, collaborando con aziende e startup che non dispongono di proprie strutture produttive. L’approccio è creare valore attraverso un modello di partnership strategiche e una rete commerciale già presente in Italia, Stati Uniti, Norvegia, Emirati Arabi, Turchia e India, con ulteriori espansioni previste dal 2026. L’ambizione è diventare un player di riferimento nella Space economy globale, attirando investimenti e competenze da tutto il mondo. La presenza internazionale della società, con hub in crescita negli Stati Uniti, Emirati Arabi e India, rappresenta un asset chiave per intercettare domanda e creare nuove sinergie con il tessuto industriale italiano.