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Non solo Gaza e Siria, la special relation fra Meloni e Re Abdullah II di Giordania

Appare di tutta evidenza come l’intensità delle relazioni istituzionali tra Italia e Giordania rappresenti, al di là delle emergenze belliche, un valore costante che si è intensificato particolarmente negli ultimi due anni. Per Roma, Amman resta un interlocutore oggettivamente affidabile nell’intera area che abbraccia Mediterraneo, Africa e Medio Oriente, anche per via della capacità del Paese non farsi contagiare tensioni presenti ai suoi confini

Per la quarta volta in meno di un anno il presidente del Consiglio ha incontrato Re Abdullah II di Giordania, a dimostrazione di un legame consolidato che va oltre le emergenze sul tavolo e che racconta di un’alleanza strategica per l’intera area mediterranea. Gaza e Siria i dossier attenzionati, con gli sforzi comuni alla voce transizione e con una prospettiva di lungo respiro chiamata Piano Mattei.

Gaza

Il colloquio a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Re Abdullah II di Giordania ha permesso di cerchiare in rosso il dossier Gaza, la cui emergenza principale riguarda i bisogni umanitari. Entrambi hanno manifestato non poco apprezzamento per la solida cooperazione tra le due nazioni nell’assistenza umanitaria, sia nel quadro dell’iniziativa italiana Food for Gaza, sia con l’iniziativa giordana per un ponte aereo. A quest’ultima l’Italia ha contribuito con elicotteri messi a disposizione dal Ministero della Difesa. Il premier ha quindi sottolineato il pieno sostegno italiano “all’importante ruolo svolto dalla Giordania nella regione mediorientale, come forza di pace e di dialogo”.

Siria

Stop alle violenze e accelerazione verso una transizione inclusiva: questa la traccia seguita sulla Siria, dove sarà fondamentale secondo i due leader coinvolgere tutte le componenti della società. “In questo quadro resta cruciale la ripresa economica, anche nell’ottica di permettere un ritorno volontario, dignitoso, sicuro e sostenibile dei rifugiati in Siria”. Va in questa direzione l’impegno concreto preso da Meloni e dal Re Abdullah: si svolgerà a Roma infatti entro la fine dell’anno la prossima riunione del Processo di Aqaba per il rafforzamento della cooperazione internazionale nel contrasto del terrorismo, con un focus sulla regione dell’Africa occidentale.

Scenari

In precedenza il re era stato ricevuto al Quirinale dal presidente della repubblica Sergio Mattarella: “La sua presenza in questo momento di particolare difficoltà – ha detto il capo dello stato – è per noi molto importante per poter scambiare delle opinioni e per analizzare insieme la complicata situazione in cui si muove il nostro comune vicinato”.

Appare di tutta evidenza come l’intensità delle relazioni istituzionali tra Italia e Giordania rappresenti, al di là delle emergenze belliche, un valore costante che si è intensificato particolarmente negli ultimi due anni. Per il governo Meloni, Amman resta un interlocutore oggettivamente affidabile nell’intera area che abbraccia Mediterraneo, Africa e Medio Oriente, anche per via della capacità del Paese non farsi contagiare tensioni presenti ai suoi confini. Il paese è altresì strategico alla voce geopolitica e Piano Mattei, dal momento che per l’Italia rappresenta il vivo esempio di politiche moderate, di modernizzazione e liberalizzazione economica.


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