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Ue e Usa per sempre alleati. Procaccini spiega la risoluzione sull’Ucraina

Il copresidente del gruppo Ecr: “Presidenti e governi passano, ma il rapporto tra Ue e Usa deve essere sempre solido. La nostra iniziativa dimostra che qualcuno si è ‘dimenticato’ che nelle ultime ore a Gedda sono stati compiuti grossi passi in avanti, per cui valeva la pena rimandare il voto. Il sostegno all’Ucraina? Immutato”

Ci ha provato Ecr, alla luce dell’accordo raggiunto a Gedda, a chiedere un “time out” all’euroemiciclo e, quindi, rinviare il voto sulla risoluzione in merito “all’incrollabile sostegno dell’Ue per l’Ucraina”. Ma l’aula del Parlamento europeo ha respinto la proposta avanzata dal copresidente del gruppo dei conservatori europei al Parlamento Europeo Nicola Procaccini che mirava ad impedire di “scatenare l’odio verso Donald Trump e gli Usa, invece di aiutare l’Ucraina”. Un tentativo utile per due ragioni: confermare il proprio ruolo di attore propositivo in Ue e di soggetto che prova a diminuire le distanze dell’Ue con l’altra sponda dell’Atlantico. “La nostra iniziativa dimostra che qualcuno si è ‘dimenticato’ che nelle ultime ore a Gedda sono stati compiuti grossi passi in avanti, per cui valeva la pena rimandare il voto. Il sostegno all’Ucraina? Immutato”.

La proposta italiana

Secondo Procaccini, raggiunto telefonicamente da Formiche.net al termine del voto, la risoluzione rappresenta un messaggio politico che Ecr condivide dal momento che “investire sulla difesa e la sicurezza dei popoli europei è un investimento necessario, in quanto la pace che noi diamo per scontata è preziosa, e va difesa”. Al contempo spiega che serve una certa programmazione su una materia così delicata e con così tanti intrecci geopolitici: “Non si può immaginare di avere eserciti, armamenti e sistemi di comunicazione tecnologicamente avanzati soltanto lavorando all’ultimo momento, occorre muoversi per tempo. Inoltre investire sulla difesa significa anche investire sullo sviluppo civile, è sempre stato così. Pensiamo sia una necessità e un’assunzione di responsabilità. Chi non riconosce queste necessità mi pare faccia una scelta populista, demagogica, ma che non tiene conto della realtà”.

Le ragioni di Ecr

La risoluzione, spiega Procaccini, è stata discussa, lavorata e preparata prima che ieri sera arrivasse la notizia dell’accordo raggiunto tra Stati Uniti ed Ucraina e quindi sulla richiesta di cessate il fuoco che è stata ufficialmente presentata alla Russia. “Si tratta di una novità talmente dirimente che naturalmente faceva di fatto sembrare obsoleta la gran parte di ciò che era scritto nella risoluzione. Basti pensare ad esempio che in un passaggio, peraltro con toni francamente molto esasperati, si lamenta lo stop del sostegno militare e di intelligence da parte degli Stati Uniti all’Ucraina, quando noi sappiamo che da ieri sera questo sostegno invece è ripreso ed è stato garantito. Per questa ragione ho chiesto di posticipare la risoluzione alla prossima plenaria perché evidentemente era scaduta e non al passo con quello che era accaduto in Arabia Saudita poche ore prima”.

In troppi contro Trump

Perché è stata respinta? “A causa purtroppo da un lato dell’esigenza delle sinistre di dare addosso a Trump perché accecate dall’odio nei confronti del presidente americano; e dall’altro dell’esigenza del Ppe di dare un segnale all’Ucraina di sostegno. Mi lasci dire che tra le preoccupazioni che io ho sollevato c’è anche quella di non nuocere all’Ucraina, perché nel momento in cui l’Ucraina si dice d’accordo con il piano statunitense, noi rischiamo anche di fare un danno all’Ucraina stessa: ci siamo astenuti perché comunque non volevamo dare un segnale contro Kiev, visto che per noi la causa ucraina è addirittura uno degli elementi che maggiormente legano le varie delegazioni dei conservatori europei, oltre che un argomento che abbiamo sostenuto in Italia sin dall’inizio. Allo stesso tempo non potevamo lasciare che a quel punto la risoluzione diventasse semplicemente un attacco a Trump, col rischio di danneggiare anche la causa ucraina”.

Il gioco di Parigi e Berlino

Vede una certa fretta politica di Francia e Germania di dare una risposta, ma che poi rischia di non essere allineata ai fatti che stanno cambiando? “Esatto, credo che sia in qualche modo provocata da un pregiudizio nei confronti dell’amministrazione Trump, ma ecco come dice l’adagio popolare la fretta è una cattiva consigliera, perché in questo modo si rischia anche di danneggiare la causa Ucraina. In questo momento Kyiv ha bisogno del cessate il fuoco, di una pace giusta e di essere sostenuta dagli Stati Uniti d’America, perché non può essere sostenuta solo dall’Europa”.

Il rapporto tra Ue e Usa

Quanto è importante richiamare l’Europa tutta sull’utilità di avere sempre un rapporto solido fra Ue e Usa? Forse qualcuno in Europa non lo dà più come imprescindibile? “Presidenti e governi passano, ma il rapporto tra Ue e Usa deve essere sempre solido: simul stabunt simul cadent, il nostro rapporto con gli Stati Uniti, soprattutto all’interno dell’alleanza Nato, è un rapporto necessario e non eludibile. Cioè l’idea che l’Unione europea possa fare a meno bilateralmente dell’alleato americano è un’idea talmente folle da essere pericolosa. Si possono non condividere i programmi o l’agenda di una certa amministrazione, ma la relazione atlantica non deve mutare ed è grave che parte della politica europea si faccia condizionare dal pregiudizio politico nei confronti di Trump”.


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