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Sfida ai droni iraniani Shahed. Ecco il nuovo sistema di Mbda

L’azienda ha svelato il suo nuovo progetto che compete col drone iraniano al Paris Air Show 2025. Pensato per la saturazione delle difese nemiche, il drone è stato progettato per essere adatto una produzione in massa di circa mille unità al mese

Semplici, economici ed efficaci, i droni della famiglia Shahed sviluppati dai tecnici della Repubblica Islamica dell’Iran sono da anni impiegati in modo estensivo nel conflitto in Ucraina, divenendone addirittura uno dei simboli. L’importanza di questi sistemi per lo sforzo bellico di Mosca è stata tale che dopo pochi mesi il Cremlino non si è più limitato ad importali dal Paese turanico, avviando la loro produzione direttamente in territorio russo. E adesso, anche l’apparato industriale-militare europeo sembra essere interessato a sviluppare degli asset molto simili.

In occasione del Paris Air Show 2025, il colosso europeo della missilistica Mbda ha svelato il suo One-Way Effector, un drone d’attacco concepito per essere impiegato secondo le stesse logiche degli Shahed iraniani: progettato specificamente per operazioni di saturazione contro le difese aeree nemiche, il sistema mira a colmare il vuoto esistente nel panorama europeo relativo alla mancanza di armamenti a basso costo, producibili su larga scala e capaci di sopraffare i sistemi difensivi avversari. “È stato pensato per riportare la massa nei ranghi delle forze armate”, ha dichiaratov Hugo Coqueret, responsabile dello sviluppo per il campo di battaglia presso Mbda. Il progetto è stato avviato nel dicembre 2024. Un primo volo di prova è previsto tra settembre e ottobre 2025, con l’avvio della produzione iniziale per il 2027.

Il drone misura circa tre metri e mezzo di lunghezza e sarà dotato di un motore a reazione, a differenza del motore a pistoni montato sui droni Shahed-136, con una velocità quasi doppia rispetto al modello iraniano. Viceversa, con un’autonomia stimata è di 500 km e un carico esplosivo da 36 kg, il sistema presentato da Mbda risulta inferiore sia per gittata che per carico allo Shahed, che ha un raggio d’azione di 1.600 km e monta una testata esplosiva di circa 50 kg.

L’azienda missilistica ha annunciato un accordo con un produttore automobilistico francese non specificato (anche se, dato il recente interesse per questo mondo, non è affatto da escludere che si tratti di Renault) per garantire una produzione mensile di 1.000 unità. Il One-Way Effector sarà costruito con componenti commerciali disponibili sul mercato, compresa la testata prelevata da un proiettile d’artiglieria da 155 mm, per contenere i costi e semplificare la produzione. Il drone sarà lanciato da rampe a terra o da veicoli, con guida Gps fino al bersaglio. Non sarà dotato di capacità di “swarming” basate su un sistema di Intelligenza Artificiale Integrato, ma Coqueret ha affermato che questi sistemi saranno “sparati in salve con capacità di raggruppamento e saranno dunque in grado di formare un branco, che si muoverà verso il bersaglio e genererà così un effetto di logoramento”.


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