“Le Regioni non saranno penalizzate dalle riforme che non vengono rispettate dal livello nazionale. Questo e’ un modo per poter tutelare le regioni con questa modalità di condizionalità”. Così il vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto in commissione Regi a Bruxelles ha tranquillizzato gli eurodeputati
Rispetto per le Regioni, apertura a miglioramenti e integrazioni, consapevolezza che la coesione resta un tema strategico per stati membri e futuro dell’Ue. Queste le linee di principio che il vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto ha usato replicando in commissione Regi a Bruxelles ai quesiti degli eurodeputati, dopo la presentazione dell’Mff 2028-34, oggetto di critiche e rilievi. Punto di partenza delle risposte dell’esponente politico meloniano è però l’elemento personale, prima che il merito delle questioni. Quando dice “non mi sento né temerario né coraggioso, sono qui a fare il mio dovere”, Fitto apre una breccia negli sguardi degli interlocutori, che lo hanno ringraziato per il “coraggio” dimostrato venendo in commissione dopo la presentazione del documento.
Quale coesione
“Sono molto attento alle vostre considerazioni, sono convinto che, se tutti quelli che hanno a cuore la politica di coesione lavorano bene e insieme, si può rafforzare questa strategia. Sono altrettanto convinto che la lettura del testo legislativo consentirà a molti di voi di avere delle risposte più dettagliate”. La sua posizione è che nel testo molte delle questioni sollevate troveranno una risposta e chiaramente lo stesso testo potrà “essere eventualmente integrato e migliorato nel confronto con il Parlamento”. Con un impegno preciso: “Quindi facciamo insieme la diagnosi, prendiamoci qualche ora per fare una diagnosi corretta”.
Le Regioni hanno apprezzato, come emerso dalle parole della presidente del Comitato europeo delle Regioni, Kata Tüttő, in un’intervista alla European Newsroom, secondo cui Fitto, “ha lottato duramente per la politica di coesione e ne comprende il ruolo. Non pensa che sia un fondo di beneficenza. Sa che senza una politica di coesione funzionante che coinvolga tutte le regioni, il mercato unico non funzionerà e tutti questi brillanti investimenti nella competitività non funzioneranno”, aggiungendo che la scelta di accorpare numerosissimi programmi, tra cui Coesione e Pac, in un unico “pacchetto mostruoso” nel bilancio ne mette a rischio il ruolo principale di politica di stabilizzazione a lungo termine.
Le richieste a Fitto
Ma che cosa hanno chiesto gli eurodeputati a Fitto? In cima alle preoccupazioni c’è la centralizzazione delle risorse di coesione, sottraendo agli enti locali e regionali, per questa ragione cercano un maggiore coinvolgimento in futuro. Inoltre fanno presente che accordi di governance più complessi sarebbero forieri di svantaggi più che di vantaggi, con la possibilità che i beneficiari debbano “fare di più con meno”. Al termine del dibattito il Presidente della Commissione per lo Sviluppo Regionale, Dragos Benea, ha spiegato di aver ascoltato attentamente la presentazione del vicepresidente esecutivo e “analizzeremo approfonditamente le proposte della Commissione europea nelle prossime settimane, desideriamo rassicurare i cittadini dell’Ue che, in qualità di colegislatori, faremo tutto il necessario per realizzare una politica di coesione post-2027 che continui ad affrontare le esigenze e le sfide di tutte le regioni dell’Ue e apporti miglioramenti tangibili alla qualità della loro vita”.
Tutto è migliorabile
Fitto ha replicato che tutto è “migliorabile, certo”, ricordando che in passato più volte tale commissione ha riflettuto sul fatto che nelle precedenti programmazioni la gran parte delle risorse della coesione sono state spesso utilizzate per affrontare le crisi che si sono verificate, a partire dalla principale quella del Covid. Per cui ha certificato “uno spostamento di risorse, dalla politica di coesione alle emergenze. Oggi noi stiamo provando questa modalità, migliorabile? Certo, siamo qui per questo, per insieme lavorare e costruire un miglioramento di questa struttura, sia dal punto di vista organizzativo sia dal punto di vista dell’architettura che dal punto di vista e finanziario e per individuare le soluzioni che possono essere adeguate”.
Il punto di caduta, dunque, è in un’azione di merito. “Io comprendo, ho esperienza politica: sono stato seduto lì e ho visto altri bilanci pluriennali. Capisco le vostre connessioni con i territori e l’esigenza di portare messaggi positivi. Ma nel testo legislativo abbiamo tutti gli Penso che l’occasione di oggi sia l’occasione non per un dibattito di reazione immediata al bilancio, ma il primo momento di un confronto serio, per costruire un dialogo, un’interlocuzione che possa andare incontro alle esigenze, alle emergenze e alle questioni che voi avete rappresentato”.
La conclusione è in un assunto preciso: “Le regioni non saranno penalizzate dalle riforme che non vengono rispettate dal livello nazionale. Questo è un modo per poter tutelare le regioni con questa modalità di condizionalità”.