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Dalla Nato ai Balcani. I voti di Minuto Rizzo ai mille giorni di Meloni

“Governo coerente sull’atlantismo. Per qualcuno può sembrare normale ma invece non è ovvio se raffrontato al quadro complessivo, in passato l’Italia ha avuto anche degli accenti terzomondisti e dissonanti. La riunificazione balcanica? Replicando leggi speciali ad hoc”. Conversazione con l’ex vice segretario generale della Nato

Le analisi affidate a Formiche.net dell’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo su come l’azione del governo si è distesa in tre ambiti specifici e assolutamente determinanti della politica estera come Nato, Ue e Balcani, si mescolano alle riflessioni sui mille giorni del governo di Giorgia Meloni e si affiancano, gioco forza, ai numerosi appuntamenti internazionali a cui il premier ha presenziato, su tutti il G7 di Borgo Egnazia. Il quadro complessivo che emerge racconta di un governo solido, atlantista e ben proiettato su sfide decisive come il Piano Mattei, la riunificazione balcanica e il rapporto con gli Usa.

Meloni e la Nato

Il fronte Nato vuol dire tante cose, spiega a Formiche.net l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, una vita dedicata alla diplomazia, già vice segretario generale della Nato dal 2001 al 2007, consigliere diplomatico dei ministri della Difesa, Nino Andreatta e Carlo Scognamiglio, attualmente presidente della Nato Defense College Foundation. “Comprende al suo interno macrotemi quali la sicurezza, le spese per la difesa, la protezione internazionale dell’Italia in generale e vedo una caratteristica in questo Governo: piaccia o meno, ha dimostrato una certa coerenza. Dal punto di vista della Nato questo esecutivo ha sempre espresso una posizione molto netta e molto atlantica, sia con la Presidente del Consiglio sia con il ministro degli esteri e della difesa. Si scorge un senso di appartenenza a questo tipo di valori: per qualcuno può sembrare una cosa normale ma invece non è ovvio se raffrontato al quadro complessivo. Certamente noi siamo sempre stati atlantici, ma in passato l’Italia ha avuto degli accenti terzomondisti e dissonanti”.

Minuto Rizzo aggiunge una riflessione sui tre aspetti fondamentali dell’alleanza atlantica che Meloni ha contribuito a rafforzare da un punto di vista del dibattito generale: la Nato unisce le maggiori democrazie del mondo, ha una capacità operativo-militare e politico-militare che è ineguagliata nel mondo e vanta un rapporto transatlantico solido tra alleati. “Noi sappiamo che Trump, già nel primo mandato, voleva lasciare la Nato perché pensava che non servisse, poi alla fine militari, diplomatici e industriali lo avevano dissuaso. Nelle ore antecedenti al vertice dell’Aia il presidente americano fece capire di non essere completamente sicuro di certe affermazioni, come sull’articolo cinque. Ma in seguito il comunicato finale del vertice è stato perfetto secondo me dal punto di vista dell’obiettivo che si voleva raggiungere, ovvero la solidarietà atlantica. E mi pare che il nostro Presidente del Consiglio sia stata in linea su questo, cercando di accompagnare un accordo. Quindi non annoto alcuna critica da fare al governo su questo punto”.

Meloni e i Balcani

I Balcani, osserva ancora il diplomatico romano, sono una materia particolare e molto diversa perché mentre quando parliamo della Nato siamo consapevoli che è un tema “centrale per la nostra sicurezza”, se parliamo dei Balcani parliamo di una regione che “non incide sulla nostra vita quotidiana”, pur essendo la macro area più vicina all’Italia. “Lì tra l’altro l’Italia ha un ricordo storico culturale perfino etnico, quindi il Governo ha fatto bene a riconoscere come una priorità i Balcani. Si tratta di un’area importante, di una regione diciamo problematica, in cui ci sono ancora molte riforme da fare, inoltre è una regione ancora fragile dal punto di vista della società politica. Ha avuto dei miglioramenti, certo, stando agli ultimi vent’anni però rimane con delle forti criticità”.

Leggi speciali per i Balcani

Come proseguire con quell’iniziativa che Meloni ha ribattezzato riunificazione balcanica, dunque? “Credo che bisognerebbe replicare le leggi speciali per i Balcani previste negli anni ’90, come quando nacque la Simest a dimostrazione di un interesse italiano e una grande attenzione. Ricordo che in qualità di consigliere diplomatico alla difesa con Andreatta, Scognamiglio e Mattarella molto spesso eravamo in visita in Albania, con cui avevamo un rapporto speciale. Abbiamo anche fatto passi concreti, come sostenere l’aeronautica la marina. Osservo che l’ingresso in Ue di alcuni di questi paesi cambierebbe gli equilibri interni dell’Ue, passando da 27 a 35. Per cui si porrebbe il tema di come gestire un’organizzazione di più di trenta membri”.

Bisognerebbe cambiare le regole e le regole di decisione? “Sì – replica Minuto Rizzo – oltre a restituire più maggioranza e più flessibilità. Quindi resto favorevole a che i Balcani entrino nella casa europea perché sono Paesi europei ed è una cosa che ha una sua logica. Però contemporaneamente ritengo che l’Ue debba adeguatamente prepararsi a questo allargamento”. E aggiunge: “Per cui secondo me l’Italia in questo momento sta procedendo sulla giusta via, con un effetto concreto alla voce allargamento, mescolato alla giusta attenzione verso ambiti interconnessi come il Mediterraneo e l’Africa grazie al Piano Mattei. Qualcuno lo critica, ma secondo me è comunque meglio di niente perché affronta il tema africano dopo anni di silenzi”.


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