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Non solo pacchi. Il semestre record di Poste

Il gruppo guidato da Matteo Del Fante chiude la prima metà dell’anno con utili a 1,2 miliardi, in cescita del 14%, anche sull’onda del buon andamento del business recapiti e dei servizi finanziari. Ora focus sul mercato delle telecomunicazioni. La Borsa apprezza e il titolo si scalda

Matteo Del Fante lo ha definito senza troppi preamboli il miglior semestre dallo sbarco in Borsa, ormai dieci anni fa. Poste Italiane ha chiuso il primo semestre del 2025 con un utile netto pari a 1,2 miliardi, in crescita del 14% anno su anno e ricavi record in crescita del 5% anno su anno, pari a 6,5 miliardi, con il contributo di tutte le aree di business. La redditività del primo semestre ha raggiunto il livello record, con il risultato operativo (ebit adjusted) pari a 1,7 miliardi, in crescita del 12% anno su anno.

Ancora, l’utile netto è stato pari a 572 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 9,1% anno su anno. Tutto questo sull’onda di ricavi che nella prima metà dell’anno si sono attestati a 6,5 miliardi, con una crescita del 4,8% anno su anno (3,3 miliardi nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 4,5% anno su anno). Numeri che hanno innescato il rally in Borsa, con il titolo di Poste che in mattinata ha strappato fino a salire del 3,3%, a 18,45 euro ad azione (valore vicino al primato dell’anno fissato il 30 maggio e pari a 19,25 euro).

“Sono lieto di presentare nuovi risultati record in termini di crescita, mentre proseguiamo nel cammino che abbiamo tracciato con il nostro piano strategico. L’anno sta procedendo molto bene, con numeri che riflettono una posizione solida in tutti i settori, evidenziata da una crescita dei ricavi e della redditività nel primo semestre senza precedenti”, ha rivendicato Del Fante. La strategia di diversificazione del gruppo, prosegue, “è indubbiamente il pilastro sul quale abbiamo costruito l’eccezionale performance di questi ultimi otto anni, a cui abbiamo affiancato il nostro focus capace di garantire un’esecuzione disciplinata. Restiamo fermamente orientati a generare valore sostenibile nel lungo termine per tutti i nostri stakeholder”.

Tutto questo si rifletterà sui conti dei prossimi esercizi. Per stessa ammissione di Del Fante “la solida performance a partire dall’inizio dell’anno ci consente di rivedere al rialzo la nostra guidance per l’intero esercizio 2025. Abbiamo deciso di aumentare la guidance del risultato operativo adjusted per il 2025 da 3,1 miliardi a 3,2 miliardi e la guidance sull’utile netto per il 2025 da 2,1 miliardi a 2,2 miliardi”. Tornando ai conti del primo semestre e guardando allo spaccato del fatturato, nel segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione, i ricavi del primo semestre del 2025 hanno raggiunto 1,9 miliardi, con una crescita del 1,1% anno su anno (960 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 0,7% anno su anno).

I ricavi dei servizi finanziari sono invece ammontati a 2,8 miliardi, con una crescita del 5,7% anno su anno (1,4 miliardi nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 5,8% anno su anno) e i ricavi dei servizi si sono attestati a 906 milioni, con una crescita del 9,5% anno su anno ( 464 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 8% anno su anno). I ricavi dei servizi, infine, postepay sono ammontati a 802 milioni, con una crescita del 5,4% anno su anno (404 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 5,7% anno su anno).

Adesso, per la società guidata da Del Fante è tempo di concentrare l’attenzione su Tim, dopo la staffetta con Cassa depositi e prestiti e l’uscita dei francesi di Vivendi. Il recente ingresso nella compagine azionaria di Telecom “abilita l’evoluzione dei rapporti commerciali tra le due società e mira a creare sinergie, apportare valore aggiunto per tutti gli stakeholder e favorire il consolidamento del mercato nazionale delle telecomunicazioni”, si legge nel bilancio. Tutto questo mentre si potrebbe delineare un altro scenario strategico che coinvolge Iliad, operatore francese che negli ultimi anni ha conquistato una quota del mercato italiano delle telecomunicazioni e che ha manifestato interesse per una possibile integrazione con Tim, con l’obiettivo di espandere la propria presenza e competere in modo più aggressivo con gli altri operatori.


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