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La svolta dolce di Trump, negli Usa Coca-Cola cambia ricetta

Negli Stati Uniti Donald Trump annuncia lo stop allo sciroppo di mais nella Coca-Cola: al suo posto zucchero di canna, più sano e già usato in Messico. Una scelta che tocca salute pubblica, industria alimentare e visione politica. Perché esistono due modi di affrontare il tema della nutrizione: tassare o dialogare. E questa volta è proprio Trump a indicare la via più intelligente

Una svolta inaspettata, ma simbolica. Negli Stati Uniti, la Coca-Cola sarà presto prodotta con zucchero di canna al posto del tradizionale sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio. Ad annunciarlo è stato Donald Trump, attraverso un post sui social, in cui ha dichiarato di aver parlato direttamente con i vertici della multinazionale di Atlanta. Un gesto non solo mediatico, ma anche politico, che rientra in una visione più ampia sul rapporto tra alimentazione, salute pubblica e industria.

SCIROPPO DI MAIS SOTTO ACCUSA

Negli Stati Uniti, a differenza di quanto accade in molti altri Paesi, la Coca-Cola viene prodotta con il corn syrup, un derivato del mais. Secondo Robert F. Kennedy, attuale segretario alla Salute statunitense, questo ingrediente potrebbe avere effetti negativi sulla salute, in particolare su metabolismo e obesità. Il dibattito è annoso e tocca le corde di una crescente preoccupazione pubblica su ciò che mangiamo e beviamo ogni giorno.

MAKE AMERICA HEALTHY AGAIN

Il tema non è nuovo e non è soltanto americano: l’alimentazione è diventata un nodo culturale, economico e politico in tutto il mondo. Negli ultimi anni, la consapevolezza del legame tra ciò che consumiamo e la nostra salute è cresciuta esponenzialmente. Diete più bilanciate, consumo di ingredienti naturali, attenzione a etichette e provenienza sono oggi parte integrante della società attuale, ma anche un pilastro della strategia di RFK, Make America healthy again. In questo contesto, scegliere lo zucchero di canna diventa più di un gesto tecnico: è una dichiarazione di intenti.

LA VIA AMERICANA, DIALOGO E INNOVAZIONE

La decisione di Trump segna anche un interessante cambio di approccio: non penalizzare, ma dialogare. In Italia, il tema della nutrizione e dei prodotti alimentari è spesso affrontato con lo strumento della tassazione punitiva – basti pensare alle proposte di sugar tax o alle accise su bevande e snack. Questo tipo di misura, seppur mossa da buone intenzioni, innesca però una spirale regressiva: le imprese, penalizzate da un aumento dei costi, sono spinte a trasferire il rincaro sui consumatori finali, generando prezzi più alti sugli scaffali. Ma il punto più critico è che questa pressione fiscale non obbliga realmente a migliorare la qualità degli ingredienti. Le aziende, pur pagando di più, possono continuare a usare le stesse formulazioni discutibili, mentre i cittadini continuano a consumare alimenti non nella versione più sana possibile. Il risultato è un sistema che non educa, non innova e non cura, ma appesantisce tanto il mercato quanto il consumatore.

UNA SCELTA VIRTUOSA

Al contrario, la scelta americana sembra puntare su una soluzione “intelligente”, che contempera salute pubblica e vitalità del tessuto economico. Cambiare una formula industriale può avere costi, ma avviene nel contesto di un confronto diretto tra politica e impresa, in un’ottica di collaborazione. È un modello virtuoso che fa bene ai cittadini senza uccidere le imprese, e che meriterebbe di essere studiato anche da noi, soprattutto quando si parla di equilibrio tra benessere sociale e crescita economica.

MEXICAN COKE

Non si tratta, tra l’altro, di un salto nel vuoto. In Messico, la Coca-Cola è da tempo prodotta con zucchero di canna, ed è anzi considerata da molti appassionati una versione più autentica e gustosa della celebre bibita. La cosiddetta “Mexican Coke” viene importata anche negli Stati Uniti, ed è venduta in bottiglia di vetro, spesso a un prezzo più alto, proprio per la qualità percepita. Il fatto che questa alternativa esista già mostra che la modifica non è tecnicamente proibitiva né economicamente insostenibile. È una prova concreta che il cambiamento è possibile, e anche gradito dal mercato.

TRUMP, TRA PROVOCAZIONI E SCELTE SENSATE

Donald Trump è stato spesso protagonista di una comunicazione aggressiva, posizioni divisive e decisioni controverse. Ma non tutto è da buttare, e questa scelta sembra mostrare un lato più pragmatico e, per certi versi, sorprendentemente ragionevole. In un Paese come il nostro, dove troppo spesso si preferisce la via della tassazione come forma di punizione morale, l’idea di un dialogo produttivo tra pubblico e privato può rappresentare una lezione preziosa. Senza ideologismi, senza demonizzazioni, ma con l’obiettivo concreto di migliorare le cose.

PIÙ TASSE O PIÙ DIALOGO? UNA DOMANDA PER L’ITALIA

La notizia americana pone una domanda anche a noi: vogliamo affrontare i temi della salute e della sostenibilità con il bastone o con la parola? Vogliamo colpire le aziende a colpi di imposte, rischiando di frenare l’innovazione, o vogliamo guidarle in un percorso condiviso di miglioramento? Il cambiamento può partire da una semplice lattina di Coca-Cola. Ma il messaggio è molto più ampio. È la scelta tra l’ostruzione e il dialogo.


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