Con Boulos Tajani ha affrontato il tema libico, tornato prepotentemente in cima alle preoccupazioni europee sia per l’aumento dei flussi migratori, sia per l’intenzione russa di dotarsi di un porto (verosimilmente a Tobruk) dopo lo sloggio dalla Siria. Elemento che impatta principalmente sui paesi del blocco Nato e che non può essere sottovalutato. I due paesi “lavoreranno bene anche in Africa”, ha detto il ministro che poi è stato ricevuto da Mike Johnson, Speaker Camera dei Rappresentanti e in seguito ha incontrato una rappresentanza dell’Italian American Congressional Delegation, prima di trasferirsi al Senato per dialogare con il Senatore Jim Risch, Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato e, a seguire, prendere parte al ricevimento con la Comunità d’Affari italiana e con esponenti della Comunità italiana e italo-americana.
Un triplo fronte di priorità quelle messe sul tavolo del dipartimento di stato americano dal ministro degli esteri Antonio Tajani, nella sua visita a Wasghington. Ucraina, Gaza e Libia sono dossier altamente strategici su cui il dialogo tra Italia e Stati Uniti deve condurre a soluzioni condivise e a iniziative unitarie. Marco Rubio e Massad Boulos, segretario di stato e consigliere speciale per l’Africa del presidente Donald Trump hanno dialogato con il numero uno della Farnesina proprio per affrontare gli spinosi temi.
“Grazie Marco Rubio per la tua accoglienza a Washington. Grazie per la tua amicizia. Le relazioni tra Italia e Stati Uniti rappresentano un pilastro dell’alleanza transatlantica. Nel solco dei nostri valori comuni, lavoriamo per la pace e la stabilità nei principali scenari di crisi” è stato l’esordio del vicepremier che ha avuto rassicurazioni sui dazi e “sulla parte politica”. Si lavora per trovare un accordo, ha aggiunto, prima di incontrare il rappresentante statunitense per il commercio, Jamieson Greer. “Anche noi vogliamo accelerare – ha precisato Tajani – perché l’incertezza crea grandi difficoltà a chi fa impresa, a chi esporta. Quindi vogliamo accelerare anche noi, sappiamo che il 30% è un obiettivo irraggiungibile, un messaggio forte per accelerare”. L’obiettivo di Roma è individuare un buon compromesso e soprattutto evitare una contrapposizione, “abbiamo le nostre contromisure ma bene ha fatto l’Unione Europea a sospendere fino al primo di agosto le contromisure”. E promette di essere pronto a investire di più negli Stati Uniti.
Con Boulos Tajani ha affrontato il tema libico, tornato prepotentemente in cima alle preoccupazioni europee sia per l’aumento dei flussi migratori, sia per l’intenzione russa di dotarsi di un porto (verosimilmente a Tobruk) dopo lo sloggio dalla Siria. Elemento che impatta principalmente sui paesi del blocco Nato e che non può essere sottovalutato. I due paesi “lavoreranno bene anche in Africa”, ha detto il ministro che poi è stato ricevuto da Mike Johnson, Speaker Camera dei Rappresentanti e in seguito ha incontrato una rappresentanza dell’Italian American Congressional Delegation, prima di trasferirsi al Senato per dialogare con il Senatore Jim Risch, Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato e, a seguire, prendere parte al ricevimento con la Comunità d’Affari italiana e con esponenti della Comunità italiana e italo-americana.
Il bilancio della giornata americana per il numero uno della Farnesina è altamente positivo, dal momento che ci sono “identità di vedute” sui principali temi internazionali. “Noi sosteniamo anche l’azione americana per raggiungere la pace in Ucraina e bisogna raggiungere quanto prima un accordo e anche sulle questioni mediorientali ci troviamo d’accordo per cessate il fuoco”. Non solo guerre, Tajani ha toccato anche un altro tema stratgico con Rubio, quello dell’Indopacifico e dei militari italiani in Libano, dove “la missione Unifil sta ottenendo dei buoni risultati, soprattutto con la guida italiana, anche se sarà utile rafforzare il mandato”.
(Foto: Tajani X)