Il 77% degli italiani ha disturbi visivi, ma molti faticano a curarsi. Questi i risultati emersi dall’edizione 2025 dell’Osservatorio Vista. In occasione del meeting annuale della Fondazione OneSight, l’annuncio congiunto con il ministro della Giustizia Nordio di un protocollo d’intesa per portare cura e prevenzione anche nelle carceri
Quasi otto italiani su dieci non vedono bene. La metà soffre di miopia e un quinto di presbiopia. Disturbi che limitano l’efficienza operativa dei cittadini nella vita quotidiana, riducendo la qualità della stessa. Questi i dati emersi dalla seconda edizione dell’Osservatorio Vista, promosso dalla Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia in collaborazione con il Censis. Il rapporto presentato ieri presso l’Aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati – con l’apertura dei lavori da parte del presidente Lorenzo Fontana – ha evidenziato le criticità strutturali che ostacolano l’accesso al Ssn, con l’obiettivo di mettere in rilievo l’impatto sociale dei disturbi visivi e della mancata prevenzione, ma anche le disparità acuite dalla progressiva privatizzazione del settore.
IL PROTOCOLLO D’INTESA
A testimoniare il valore della vista come strumento di inclusione sociale, l’annuncio del protocollo d’intesa promosso da OneSight in collaborazione con il ministero della Giustizia e presentato dal ministro Carlo Nordio insieme al presidente della Fondazione Leonardo Maria Del Vecchio. Il programma vuole offrire visite oculistiche e occhiali ai giovani e giovani detenuti, con l’obiettivo di favorirne il benessere, la dignità e il reinserimento sociale. Si tratta di “un’iniziativa straordinaria” per Nordio, che ha sottolineato l’importanza di non ignorare lo stato di salute dei detenuti. “Restituire la vista significa restituire dignità e opportunità. Questo progetto vuole essere anche uno strumento di rinascita personale e di responsabilizzazione per i ragazzi detenuti”, ha spiegato Del Vecchio.
IL VALORE DEL SSN
Accanto a questo, il ministro ha richiamato le grandi sfide che affronta il Ssn: dalle liste d’attesa, alla medicina difensiva, fattori che inficiano sulla sostenibilità del sistema, ricordando ad ogni modo come “il nostro servizio sanitario nazionale è invidiato da tutto il mondo poiché coniuga l’eccellenza con la gratuità”. Alla base di tutto “l’importanza della prevenzione”, ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, come strumento per “rendere sostenibile il nostro sistema sanitario pubblico”. Gemmato ha poi ribadito il ruolo di OneSight come “fondazione che è accanto agli italiani, soprattutto laddove vi è povertà, emarginazione e necessità”. “Per molto tempo la vista è rimasta ai margini dell’agenda politica”, eppure si tratta “non solo un dettaglio clinico ma un tema di dignità, autonomia e giustizia sociale nella lotta alle disuguaglianze”, ha affermato Marta Schifone, membro commissione Affari sociali, ricordando la risoluzione depositata il 9 ottobre come primo firmatario che impegna il governo a promuovere un Piano nazionale di prevenzione visiva.
I NUMERI
A tracciare il quadro dell’impatto dei disturbi della vista sono intervenuti i rappresentanti del Censis, Giorgio De Rita, segretario generale e Costanza Corsini, ricercatrice. Il 77,1% degli italiani dichiara di avere almeno un difetto refrattivo o una malattia oculare. Mentre l’attenzione della popolazione alla tutela della salute della vista è aumentata, con una diagnosi sempre più precoce – ha scoperto di avere un disturbo visivo entro gli 11 anni il 34,5% dei giovani, il 27,2% degli adulti e il 14% degli anziani –, meno radicata è invece la prevenzione secondaria – visite periodiche ed esami specialistici. Ciò è dovuto principalmente dalla difficoltà di accesso al Ssn, hanno spiegato dal Censis. Su 100 tentativi di prenotazione nel servizio sanitario, in 39 casi le persone decidono di rivolgersi alla sanità a pagamento, con un 60% degli italiani che svolge le visite oculistiche nel privato – direttamente o in seguito a un tentativo di prenotazione all’interno del servizio sanitario nazionale.
È lo “scivolamento in uscita dal Ssn” ad essere “il nodo centrale” per De Rita. “Per l’Organizzazione mondiale della sanità si tratta della più grande disabilità non trattata al mondo” ha spiegato Andrea Rendina, segretario generale della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia. “Non parliamo soltanto del Sud del mondo: in Italia, tra i senza fissa dimora, i disoccupati, le famiglie che non arrivano a fine mese, l’accesso alla salute visiva è un lusso. I fragili oculistici hanno rinunciato a vedere, l’83% può permettersi nuovi occhiali, e il 78% non ha la possibilità di sostenere una visita oculistica”.
IL LAVORO DELLA FONDAZIONE IN ITALIA
Con oltre un miliardo di persone nel mondo che hanno beneficiato di cure visive grazie alla OneSight EssilorLuxottica Foundation, l’impatto della Fondazione in Italia si traduce in risultati tangibili: nei primi tre anni di attività sono state effettuate 26mila visite oculistiche, oltre 6mila trattamenti sanitari specialistici, con sei mesi di presidi attivi nelle periferie di Roma, Napoli e Palermo. In totale, 54mila persone hanno ricevuto un paio di occhiali da vista. Un lavoro che, come ha sottolineato monsignor Vincenzo Paglia, “rappresenta un concorso virtuoso fra politica, impresa e terzo settore. Mi sembra un paradigma virtuoso di quello che dovrebbe essere l’intera società”. Sulla stessa linea, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha definito la vista come “uno strumento fondamentale di reinserimento sociale”, sottolineando come la cura possa diventare una via concreta per restituire dignità e prospettiva a chi vive ai margini, e affermarsi come un vero e proprio “moltiplicatore di sviluppo”, nelle parole del presidente Del Vecchio.