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Dalla normativa nazionale all’orizzonte lunare, ecco il 2025 dell’Italia spaziale

Il 2025 ha segnato un punto di svolta per l’Italia nello spazio. Dall’avvio operativo di Iride alla prima legge nazionale sul settore, passando per nuovi impianti industriali, partnership transatlantiche e un ruolo centrale in Europa, il Paese ha consolidato capacità e visione strategica. In occasione della Giornata nazionale dello spazio, una retrospettiva su alcune delle tappe più importanti dell’ultimo anno

Anche quest’anno è arrivata la Giornata nazionale dello Spazio. Più che una ricorrenza, l’occasione per ripercorrere i successi dell’Italia spaziale nel 2025, mentre il Paese si appresta ad entrare nel 2026 da protagonista europeo e globale della nuova corsa alle orbite.

La costellazione Iride prende forma

I primi mesi del 2025 si sono aperti con i lanci iniziali di Iride, il programma nazionale di osservazione della Terra finanziato dal Pnrr e coordinato dall’Agenzia spaziale europea con il coinvolgimento dell’Agenzia spaziale italiana e dell’industria nazionale. Iride, una costellazione di costellazioni, consiste in decine di satelliti equipaggiati con sensori ottici e radar pensati per monitorare il territorio, supportare la protezione civile e fornire dati alle amministrazioni pubbliche. Con l’ingresso in orbita dei primi satelliti e l’arrivo delle prime immagini ad alta risoluzione, il 2025 ha segnato il passaggio di Iride da progetto a capacità operativa concreta.

Quanta Italia è finita in orbita

Nel corso dell’anno non è stata solo Iride a prendere quota. Il 2025 ha visto infatti un flusso continuo di lanci che hanno portato in orbita satelliti, payload, moduli e componenti realizzati dall’industria nazionale. Oggi, dai satelliti completi alle strumentazioni scientifiche e ai sistemi di bordo, una parte significativa dell’hardware spaziale europeo e internazionale parla italiano. 

La prima legge nazionale sullo spazio

Con l’approvazione della prima legge quadro sull’economia dello spazio, l’Italia si è dotata per la prima volta di una cornice normativa organica per le attività spaziali. La legge disciplina autorizzazioni, responsabilità degli operatori, sostenibilità delle operazioni in orbita e strumenti di sostegno all’industria, riconoscendo lo spazio come ambito strategico di interesse nazionale. Un cambio di passo che ha portato lo spazio fuori dalla dimensione sperimentale e dentro una politica pubblica strutturata.

La Space Factory “intelligente”

L’inaugurazione della Smart Space Factory di Thales Alenia Space ha segnato un salto di scala nella manifattura spaziale italiana. La fabbrica “intelligente” dei satelliti, progettata per aumentare automazione e capacità produttiva, punta a rispondere alla crescente domanda di sistemi spaziali civili e dual use. Non solo un investimento industriale, ma un’infrastruttura strategica per rafforzare l’autonomia europea e il ruolo dell’Italia nelle grandi filiere spaziali.

Un filo spaziale tra Roma e Washington

Con l’avanzare dell’anno, lo spazio ha assunto un peso crescente anche sul piano diplomatico. Nel corso del 2025 si è infatti rafforzata la partnership con gli Stati Uniti, attraverso incontri bilaterali e appuntamenti come l’Italian Space Day. Al centro del dialogo: cooperazione industriale, esplorazione e sicurezza. Un segnale politico chiaro che colloca lo spazio tra i pilastri del rapporto transatlantico e conferma il ruolo dell’Italia come partner tecnologicamente avanzato e affidabile.

La Luna come orizzonte strategico

Un anno importante anche per il programma Artemis, il progetto guidato dagli Stati Uniti per il ritorno (e la permanenza) dell’uomo sulla Luna. L’industria italiana è coinvolta in questo progetto su più fronti, dallo sviluppo di moduli abitativi e infrastrutture per la presenza umana sulla superficie lunare alle tecnologie di supporto alla vita sul satellite, nonché per il Lunar Gateway che garantirà i collegamenti logistici tra la Terra e la Luna. L’Italia ha scelto di investire continuità e credibilità nel programma Artemis, a conferma dell’intenzione di Roma di essere protagonista anche nella seconda corsa allo spazio.

Gli Stati generali dello Spazio

In autunno, la seconda edizione degli Stati generali della Space economy, promossi dal Comitato interparlamentare per la Space economy, ha costituito un momento di confronto tra istituzioni, industria, mondo della ricerca e della finanza, pensato per fare il punto su investimenti, governance e prospettive di medio-lungo periodo. Un vero e proprio test di maturità per la space economy italiana e il sistema-Paese nel suo complesso.

Da Roma all’orbita, passando per Brema

A novembre, l’Italia ha presieduto la ministeriale dell’Agenzia spaziale europea a Brema, guidando il confronto tra i Paesi membri su risorse, programmi e priorità future. Un riconoscimento del peso acquisito da Roma nei dossier spaziali continentali e della credibilità costruita nel tempo, che ha rafforzato il ruolo italiano come snodo decisionale della politica spaziale europea.

Un’Italia protagonista

Il 2025 ha mostrato come l’Italia non sia spettatrice nello spazio, ma protagonista. Tra leggi innovative, nuovi impianti produttivi, satelliti e partnership internazionali, il Paese ha costruito una traiettoria chiara che mira a consolidare le capacità nazionali, rafforzare l’industria e giocare un ruolo sempre più strategico a livello europeo e globale.


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